La prima medaglia dell’Ucraina, alle Olimpiadi di Parigi 2024, ha un significato diverso

L'ha conquistata Olga Kharlan, bronzo nella sciabola femminile, e dopo la gara ha detto: «Il mio Paese non si arrenderà mai».

Alle Olimpiadi di Tokyo 2020, tre anni fa, l’Ucraina partecipò con 155 atleti e vinse 19 medaglie: un oro, sei argenti e 12 bronzi. A Parigi 2024, invece, è rappresentata da 140 atleti e, in questi primi tre giorni di competizioni, ha vinto soltanto una medaglia. Sono freddi numeri, eppure nella loro immediatezza spiegano benissimo com’è cambiato il mondo — sportivo ma non solo — dell’Ucraina dal 24 febbraio 2022 in poi, cioè da quando è stata invasa da un Paese confinante, molto più grande e con molte più disponibilità belliche: la Russia. Ne aggiungiamo un altro, di numero, e anche questo dice molto anche da solo: dall’inizio della guerra, sono 487 gli atleti ucraini che sono rimasti uccisi.

Per questo il bronzo vinto lunedì 29 luglio nella torneo di sciabola femminile individuale dalla 33enne Olga Kharlan ha un sapore diverso, non può non essere una medaglia come tutte le altre. Kharlan è probabilmente una delle più forti sciabolatrici di sempre, un’atleta molto popolare in Ucraina ma anche nel resto del mondo: nella sua carriera ha conquistato cinque volte la Coppa del Mondo generale di sciabola e vanta sei ori mondiali, di cui quattro individuali. Come una sorta di “maledizione”, però, non ha mai raggiunto un oro olimpico individuale: era arrivata prima a Pechino 2008, ma nella gara a squadre, mentre a Londra 2012 e a Rio 2016 si era dovuta accontentare del bronzo. A Tokyo 2020, invece, era stata addirittura eliminata ai sedicesimi di finale.

A Parigi, nella suggestiva sede del Grand Palais, da cui in questi giorni starete vedendo delle foto pazzesche, questa “maledizione” è rimasta tale, perché Kharlan è stata sconfitta in semifinale dalla francese Sara Balzer per 15-7, ma la sciabolatrice ucraina è riuscita a mettersi al collo il bronzo battendo nella finale per il terzo posto la coreana Choi Se-bin. Con un esito thriller: a un certo punto, Kharlan era sotto nell’assalto per 5-11, e alla fine ha rimontato fino al 15-14 conclusivo. Subito dopo la stoccata decisiva, Kharlan è crollata a terra in lacrime e più tardi ha raccontato ai giornalisti: «Questo è un messaggio a tutto il mondo, per dire che l’Ucraina non si arrenderà mai. È una medaglia totalmente diversa, è speciale perché è per il mio Paese. Tutti gli atleti che sono qui sono stati segnati dalla guerra. Stiamo dimostrando che possiamo combattere, e in qualche modo l’ho dimostrato anche io».

Olga Kharlan vive da tempo in Italia, a Bologna, insieme al suo compagno Gigi Samele, l’italiano che sabato 27 luglio ha vinto il bronzo olimpico nella sciabola maschile individuale. Quando nel 2022 la Russia ha invaso il suo Paese, Samele e Kharlan hanno compiuto un viaggio lungo, complicato e pericoloso nella direzione opposta a quella verso la quale si sono incamminati centinaia di migliaia di ucraini in fuga dalla guerra per mettere in salvo la sorella e il nipote della sciabolatrice. I suoi genitori, invece, vivono ancora a Mykolaiv, la sua città d’origine, e hanno trascorso mesi nel loro seminterrato sotto i continui attacchi russi. L’estate scorsa, durante i Mondiali di scherma che si sono disputati a Milano, Kharlan era stata squalificata per aver rifiutata di stringere la mano a un’avversaria russa, Anna Smirnova. La sua squalifica avrebbe potuto costarle l’assenza dalle Olimpiadi di Parigi, ma è stato il presidente del Cio Thomas Bach — presente anche lunedì al Grand Palais per assistere ai suoi assalti — a intervenire personalmente garantendole la partecipazione ai Giochi.