Martedì 23 luglio, a pochi giorni dall’inizio di Parigi 2024, l’atleta britannica di equitazione Charlotte Dujardin è stata estromessa dai Giochi e squalificata per sei mesi dalla Fei (Federazione equestre internazionale) dopo la pubblicazione di un video in cui colpisce ripetutamente un cavallo con una lunga frusta durante una sessione di allenamento. Il video risale a quattro anni fa, ma Dujardin ha dovuto comunque rinunciare a Parigi. Vincitrice di sei medaglie olimpiche tra Londra 2012, Rio 2016 e Tokyo 2020, Dujardin a questi Giochi avrebbe potuto diventare l’atleta britannica più medagliata di sempre, staccando in questa classifica la ciclista Laura Kenny, ormai ritirata.
«Quello che è successo è totalmente estraneo dal mio carattere e non rispecchia il modo in cui alleno i miei cavalli o alleno i miei allievi, tuttavia non c’è alcuna scusa», ha dichiarato Dujardin. «Mi vergogno profondamente e in quel momento avrei dovuto dare un esempio migliore. Sono sinceramente dispiaciuta per le mie azioni e sono devastata per aver deluso tutti, inclusa la squadra britannica, i fan e gli sponsor. Collaborerò pienamente con la Federazione internazionale, la British Equestrian Federation e la British Dressage e non farò ulteriori commenti finché il processo non sarà completato».
Le polemiche intorno alle azioni di Dujardin, però, hanno aperto in questi giorni un grande dibattito che potrebbe addirittura mettere a rischio il futuro dell’equitazione nelle prossime edizioni delle Olimpiadi. Kathy Guillermo, vicepresidente dell’organizzazione non-profit statunitense a sostegno dei diritti degli animali Peta (People for the Ethical Treatment of Animals), ha dichiarato che il video allude a una tendenza più ampia di maltrattamenti sugli animali, e che è giunto il momento, per il Cio, di intervenire: «Il messaggio per il Cio dovrebbe essere ormai chiaro: bisogna rimuovere gli eventi equestri dai Giochi olimpici. Ancora una volta un atleta olimpico è stato ripreso in un video mentre maltrattava un cavallo per costringere l’animale a comportarsi in modo del tutto innaturale, semplicemente per la sua gloria. I cavalli non si offrono volontari, possono solo sottomettersi a violenza e coercizione. È tempo che le Olimpiadi entrino nell’era moderna».
Anche secondo Roly Owers, direttore generale dell’ente di beneficenza britannico per la protezione dei cavalli World Horse Welfare, la vicenda è «un enorme campanello d’allarme per chiunque pensi che non sia importante. Gli sport equestri hanno giustamente standard elevati, come illustrato nel Codice di condotta della Federazione internazionale e nella Carta equestre britannica per il cavallo, ma è una responsabilità collettiva mantenere questi standard. Il rispetto per il cavallo deve essere al centro di ogni cavaliere e di ogni sport equestre, e le loro azioni devono dimostrare tale rispetto in ogni momento. Sappiamo che un futuro di successo per gli sport equestri ha al centro la fiducia del pubblico, e questo richiede che i cavalieri siano premurosi e trattino sempre i loro cavalli con rispetto, compassione e comprensione».
Al momento non ci sono elementi concreti che farebbero pensare a un netto intervento del Cio contro l’equitazione alle Olimpiadi, ma non va sottovalutato il precedente che riguarda il pentathlon moderno. A Tokyo 2020, durante la prova dell’equitazione del pentathlon, l’atleta tedesca Annika Schleu montava un cavallo chiamato Saint Boy. Annika Schleu era in corsa per la medaglia d’oro, ma a un certo punto Saint Boy si rifiutò di saltare gli ostacoli che era chiamato ad affrontare. A nulla valsero i tentativi disperati di Schleu di far proseguire l’animale, e la pentatleta fu immortala in lacrime dalle televisioni di tutto il mondo. Le stesse telecamere, però, inquadrarono anche l’allenatrice Kim Raisner intenta a maltrattare Saint Boy pur di farlo continuare: nel dettaglio, Raisner tirò un pugno al cavallo.
Per questo motivo Kim Raisner venne squalificata da Tokyo e rimandata a casa in Germania, ma soprattutto, nell’ottobre del 2023, il Cio (Comitato olimpico internazionale) ha votato per eliminare la prova di equitazione dal programma del pentathlon moderno a partire da Los Angeles 2028. Il salto con gli ostacoli, che a Parigi 2024 si disputerà nella suggestiva sede dei giardini della Reggia di Versailles, in Francia farà quindi parte per l’ultima volta del calendario del pentathlon. Dalla prossima edizione verrà sostituito con la corsa a ostacoli, una disciplina molto simile all’American Ninja Warrior, un reality show televisivo statunitense in cui i concorrenti devono superare (a piedi) una serie di ostacoli come scivoli, tratti con funi, pneumatici, eccetera.
E se è stato modificato addirittura il pentathlon, sport che si dice sia stato inventato direttamente dal barone Pierre de Coubertin, il fondatore delle Olimpiadi moderne, per celebrare le capacità del perfetto soldato di fine Ottocento (saper correre, nuotare, sparare, tirare di scherma e andare a cavallo), anche l’equitazione — visti i casi di maltrattamenti sempre più numerosi, e sempre più mediatici — potrebbe essere realmente in pericolo.