Ci eravamo lasciati con la notizia del 21 dicembre, una di quelle notizie pesanti: quando la Corte di Giustizia Europea aveva deciso che la Uefa aveva esercitato un abuso di posizione dominante nel panorama calcistico europeo. Si riferiva, la Corte, alla diatriba con la Super Lega, anzi, con A22, l’agenzia che segue gli sviluppi del progetto concorrente dell’Uefa.
Ci ritroviamo in questo febbraio 2024 con l’intervento di Emmanuel Macron, presidente della Francia, che sta cercando – dice il magazine Politico – di organizzare una dichiarazione congiunta degli Stati dell’Unione Europea che sottolinei il necessario rapporto tra performance nei campionati nazionali calcistici e qualificazioni per le competizioni europee. La dichiarazione, scrivono i giornalisti Nicolas Camut e Ali Walker, sarebbe stata firmata da tutti gli Stati membri dell’Unione, meno che dalla Spagna. Tutto questo succede mentre, proprio a Parigi, si sta tenendo il 48° Congresso Ordinario UEFA, anticipato da una riunione del Comitato Esecutivo UEFA.
Macron e il presidente UEFA Ceferin hanno aggiunto, in una dichiarazione congiunta, «la loro visione comune in favore di un modello sportivo europeo, basato su competizioni aperte, sul principio di solidarietà, sul merito sportivo e il riconoscimento dell’impatto sociale dello sport». Cosa significherebbe una dichiarazione congiunta degli Stati membri dell’Unione? Niente di pratico, per ora, ma un passo verso misure più concrete. Macron, scrive sempre Politico, sta lavorando a una bozza di legge che metta nero su bianco il necessario rapporto tra campionati nazionali e qualificazioni a competizioni sportive continentali. Un passo del genere potrebbe uccidere definitivamente ogni speranza di A22 di creare – almeno su territorio europeo – la Super League.
Nonostante il fallimento, burocratico ma ancor di più mediatico, della primavera del 2021, il progetto della Super League non è mai tramontato definitivamente. La battaglia è andata avanti a livello legale, e a inizio 2023 A22 ha annunciato una nuova idea di torneo: non più un format chiuso, ma un numero alto di partecipanti – tra le 60 e le 80 – qualificate tramite i tornei nazionali, un punto fermo del futuro del calcio. Un deciso passo indietro rispetto al progetto originario, proprio mentre la UEFA era pronta alla nuova Champions, che partirà la prossima stagione: più partecipanti, 36 rispetto alle attuali 32, più partite, più soldi.