Perché l’Arsenal sta spendendo 120 milioni di euro per Declan Rice?

Il centrocampista del West Ham è da tempo la prima (unica) scelta dei Gunners.

Le cifre relative agli affari di calciomercato sono sempre abbastanza sfumate, nel senso che non sono mai precise. Per un motivo semplice: la stampa, anche quella specializzata, non può riportare ciò che c’è scritto davvero nei contratti. Quando si parla di certe operazioni, però, la grandezza degli importi rende inutile un’indagine accurata: non c’è bisogno di sapere la cifra esatta, bastano i rumors. È il caso di Declan Rice all’Arsenal, un trasferimento che secondo più fonti – qui c’è la notizia di The Athletic – si concretizzerà dopo che i Gunners pagheranno una cifra intorno ai 120 milioni di euro. Partendo da qui, da questo numero a tre cifre, è inevitabile chiedersi: perché l’Arsenal sta investendo così tanto per Declan Rice? Oppure, per dirla meglio: Declan Rice è un calciatore che vale davvero un investimento di questa portata?

Come insegnano i rudimenti dell’economia, il prezzo giusto di un bene si ottiene quando si accordano – e quindi si incrociano, in un ideale grafico cartesiano – la domanda e l’offerta. Nel caso di Rice, ma vale per qualsiasi calciatore, bisogna quindi tener conto delle richieste del West Ham, della disponibilità dell’Arsenal, del contesto di mercato in cui sta avvenendo questo scambio. E del fatto che Rice abbia un profilo particolare, dal punto di vista tecnico, tattico, anagrafico, anche politico se vogliamo. Intanto parliamo di un calciatore di 24 anni con sei stagioni piene giocate in Premier League, sempre da titolare (dal 2018 a oggi il suo minutaggio non è mai andato sotto l’84% di quello complessivo) e sempre da protagonista, nonché da capitano una volta finita la carriera di Noble.

Inoltre parliamo di un atleta nato e cresciuto in Gran Bretagna, nel vivaio del Chelsea e poi in quello del West Ham, che quindi andrà a occupare uno slot “protetto” nella lista Uefa dell’Arsenal – per partecipare alle coppe europee è necessario registrare una rosa con quattro giocatori cresciuti nel proprio settore giovanile e altri quattro cresciuti in una squadra dello stesso campionato. Infine, come se non bastasse, Rice ha già messo insieme 43 presenze nella Nazionale inglese: se guardiamo ai centrocampisti – e a tutti gli altri calciatori – convocati da Southgate negli ultimi dodici mesi, nessuno è così giovane, nessuno ha la stessa esperienza, nessuno ha la stessa qualità, esclusi quelli che militano già in un top club – Bellingham, Mount, Phillips.

Oltre tutto questo, o prima, a seconda dei punti di vista, c’è il campo: Rice è un calciatore raro, intelligentissimo, a prima vista può sembrare un mediano statico e poco appariscente, ma in realtà è un motore in grado di far girare il pallone, i compagni, una partita. La sua fase di non possesso è conservativa, d’attesa, anche perché sia il West Ham che l’Inghilterra difendono senza aggredire troppo gli avversari: è una caratteristica che in teoria aderisce poco al gioco di Arteta, ma in realtà l’Arsenal ha proprio bisogno di un centrocampista in grado di guidare il pressing anche a ritmi bassi, di essere efficace in difesa anche attraverso letture individuali. Stesso discorso, ovviamente con chiavi diverse, in fase d’attacco: Rice ha una tecnica solo apparentemente elementare, ha buonissimi tempi di inserimento – soprattutto nelle transizioni lunghe – e sa far girare il pallone sul lungo e sul corto, anzi si può dire che il cambio di gioco ad aprire il campo sia la sua giocata preferita. Proprio quest’ultimo aspetto allargherebbe le opportunità a disposizione di Arteta, un tecnico innamorato del gioco di posizione, quindi di una risalita armonica del campo sfruttando gli spazi dietro le linee, che però cerca sempre di integrare nuovi strumenti, nuove soluzioni, al suo menu tattico. Ecco, da questo punto di vista Rice porterebbe – porterà – qualcosa che manca al suo Arsenal.

Un po’ di highlights dell’ultima, esaltante stagione di Declan Rice al West Ham

Insomma, siamo di fronte a un’operazione potenzialmente perfetta per tutti. Per chi compra, per chi vende – ovviamente – e anche per il giocatore, che andrà a misurarsi in un contesto di altissima competitività e potrà farlo facendosi portatore di una novità, di una certa diversità. È per questo, e per via di tutti i parametri anagrafici di cui abbiamo detto, che il prezzo risulta così alto. Anche se manca soltanto un anno alla scadenza del contratto che lega Rice al West Ham. Certo, il fatto che un club sia disposto a spendere certe cifre dipende anche dal contesto, in fondo si tratta dell’Arsenal iscritto alla Premier e qualificato alla Champions League. Il punto, però, è che Rice è stato scelto, dai Gunners: è stato seguito per tempo, è da mesi che si parla del suo trasferimento all’Arsenal come di un passaggio naturale, altre squadre – prima tra tutte il Manchester City – hanno provato a fare azioni di disturbo ma alla fine Arteta e i suoi dirigenti hanno deciso di sparare altissimo, di investire una cifra enorme pur di farlo bene, o comunque come volevano loro. E allora non importa che i prezzi Tonali o Bellingham – gli altri due grandi centrocampisti giovani che si sono mossi in questo mercato – possano sembrare più convenienti, o più giusti: l’Arsenal voleva Rice, soltanto Rice, ha fatto valere il suo progetto più di ogni altra cosa e non ha avuto problemi a spendere quanto gli è stato richiesto. Sarà il campo, come sempre, a stabilire se l’incrocio tra domanda e offerta è avvenuto nel punto giusto.