Ieri sera il Siviglia ha centrato la sesta qualificazione alla finale di Europa League negli ultimi 14 anni. Una notizia molto negativa per il Manchester United (che ha perso 2-1 contro gli andalusi) ma anche, in prospettiva, per la squadra che stasera staccherà l’altro pass per l’ultimo atto del torneo – una tra Inter e Shakhtar Donetsk – considerando che gli spagnoli hanno vinto il trofeo tutte le altre volte che hanno raggiunto la finale. La presenza del Siviglia nella partita che si giocherà a Colonia tra quattro giorni, venerdì 21 agosto, potrebbe essere un segnale di prevedibilità per l’Europa League, ma ovviamente si tratta solo di un caso. Anzi, per alcuni la formula emergenziale varata dall’Uefa per far terminare la manifestazione nonostante la pandemia – Final Eight in campo neutro al termine della stagione, esattamente come la Champions – potrebbe essere riproposta in futuro, proprio perché rende più incerta, e quindi elettrizzante, l’ultima parte della manifestazione.
Tra questi, c’è il New York Times: Rory Smith, prima firma calcistica del quotidiano americano, ha scritto che «vale la pena preservare questa nuova formula, se non altro per rendere l’Europa League un evento televisivo con più tensione e quindi maggior valore. La Champions League funziona benissimo così com’è (almeno normalmente), trasformare la fase finale in un torneo simile alla Coppa del Mondo significherebbe sacrificare enormi introiti televisivi, inoltre i club perderebbero i ricavi da stadio di diverse partite che attirano un grande pubblico. L’Europa League, invece, vive da tanto tempo sull’orlo dell’irrilevanza, ha un prestigio molto più basso, viene considerata una sorta di contentino, a metà tra l’essere una consolazione e un peso. Ora, invece, l’Uefa ha (accidentalmente) trovato un modo per rinvigorire l’importanza della seconda manifestazione per club».
Secondo il NYT, il format utilizzato ad agosto 2020 «risolve tutti i problemi accusati in passato dal torneo», per alcuni motivi: innanzitutto «lo rende meno faticoso», perché condensare tutte le partite in una o due settimane, magari alla fine della stagione, crea spazio e respiro in un calendario già molto fitto; inoltre, fa sì che le gare siano più tese e vibranti: storicamente – e statisticamente – la partita secca sfugge ai pronostici, gli episodi e la fortuna sono più determinanti, e questo potrebbe creare maggiore appeal per le emittenti televisive, che da moltissimi anni investono tantissimi soldi (solo) sulla Champions League; infine, «la Final Eight in campo neutro renderebbe l’Europa League uno spettacolo in sé e per sé, qualcosa di diverso, su misura e unico, non una versione annacquata della Champions League», e anche questo aspetto potrebbe generare maggior interesse da parte delle tv di tutta Europa, e quindi un incasso più alto per la Uefa e per i club.