Vero Boquete è considerata la miglior calciatrice spagnola di tutti i tempi. È una questione di albo d’oro, ma soprattutto di impatto culturale: ha vinto una Champions League e tre titoli in tre nazioni europee, ha giocato in America e in Cina, e conta oltre 50 presenze con la nazionale spagnola. Soprattutto, dal 2018, ha uno stadio intitolato a suo nome a Santiago di Compostela. Nonostante stia ancora giocando (ha 31 anni), lo scorso anno nella cittadina della Galizia ha deciso di renderle omaggio, e oggi il campo della Sociedad Deportiva Compostela si chiama Estadio Municipal Vero Boquete de San Lázaro. Un bel premio per Boquete, che da bambina negli anni ’90 frequentava l’impianto da 14mila posti per vedere le partite di Liga (era allo stadio quando nel ’96 un giovanissimo Ronaldo segnò un gol iconico con la maglia del Barcellona). Boquete ha appena firmato per gli Utah Royals, dando inizio alla sua quarta esperienza nel soccer Usa, il migliore del mondo.
Un gol e un assist di Boquete
«Lo conservo come uno dei migliori ricordi senza dubbio», ha raccontato lo scorso dicembre, quando le hanno intitolato l’impianto. «È un riconoscimento alla mia carriera, ma la cosa importante è che lo stadio ha il nome di una donna: spero che la gente lo veda come qualcosa di positivo per l’educazione, per la parità di genere, per il cambio della società». Oltre al grande talento infatti, Vero Boquete è diventata un’icona per tutto il movimento femminile sin da piccola, quando in Spagna il suo passaggio ha modificato le regole che proibivano alle ragazzine di giocare a calcio con i maschi (era l’unica femmina a giocare a Compostela, supportata dal fratello e dal padre). Una petizione partita da lei nel 2013 ha spinto la Ea Sports a inserire dal 2015 le squadre femminili nel videogioco Fifa: «Io non ci giocavo nemmeno, ma mi sembrava uno strumento e un’opportunità fantastica per dimostrare la parità di genere», ha detto in quella circostanza.
Centrocampista offensiva o attaccante, ha giocato nel campionato spagnolo dal 2005 al 2010 con Prainsa Saragozza e Espanyol prima di trasferirsi nel Philadelphia Independence: qui ha segnato 9 gol in 9 partite, è stata nominata miglior giocatrice dall’anno ma ha perso in finale playoff. Di nuovo in Spagna e poi ancora negli Stati Uniti, un passaggio dalla Russia e l’arrivo in Svezia, dove ha vinto il campionato con il Tyresö, squadra stellare in cui militava anche Marta, idolo di Boquete e tra le migliori giocatrici di sempre. È tornata nuovamente in America, a Portland, prima di andare in Germania, dove ha alzato una Champions League con il Francoforte e ha vinto un campionato con il Bayern Monaco. Nel 2018 ha sollevato al cielo la coppa di Francia con il Paris Saint-Germain, prima di trasferirsi in Cina. Ora l’aspettano a Salt Lake City.