Forse non avete ancora sentito parlare di Antonio Cordero, 18enne esterno offensivo del Málaga. Non c’è niente per cui dobbiate rimproverarvi, in fondo è un giocatore di seconda divisione spagnola. E il Málaga per altro è 17esimo, in lotta per non retrocedere di nuovo in terza divisione. Detto questo, però, va anche detto che Cordero è considerato un grandissimo talento, al punto che tantissime squadre si sono letteralmente fiondate su di lui dopo il mancato rinnovo del suo contratto, in scadenza tra due mesi. E non stiamo parlando di squadre prese così, a caso: più indiscrezioni arrivate dalla Spagna hanno confermato che Cordero ha ricevuto offerte dal Barcellona e dal Real Madrid. Il punto, ed è questa la vera notizia, è che le ha rifiutate entrambe. E ha deciso di firmare per il Newcastle United, che gli ha offerto un ricco accordo quinquennale.
Moltissime testate internazionali – Goal e Transfermarkt, su tutte – hanno dedicato un approfondimento a questa storia di mercato. Concentrandosi su questa decisione così strana, soprattutto se consideriamo le gerarchie e le usanze del calcio spagnolo. In queste ricostruzioni emerge sempre la figura del superagente israeliano Pini Zahavi, che si è accaparrato la procura di Cordero e ha fatto in modo che il ragazzo rifiutasse tutte le offerte di rinnovo ricevute dal Málaga. Poi è stato lo stesso Zahavi a mettersi alla ricerca di un club che, diversamente da quanto sarebbe successo al Barcellona o al Real Madrid, desse a Cordero l’opportunità di giocare subito, senza fare apprendistato in panchina. Da questo punto di vista, il Newcastle ha offerto garanzie importanti: qualora Howe si rendesse conto che Cordero non è ancora pronto per la sua squadra, allora Cordero finirebbe in prestito all’Ajax. Come dire: non male, come alternativa.
Come detto, il fatto che un giovane talento spagnolo decida di rifiutare la corte di Barça e Real può essere un segnale importante. Di certo è la spia di un cambiamento in corso, a maggior ragione se pensiamo che il club prescelto dal giocatore in questione è il più ricco del mondo, ok, ma non è ancora arrivato a essere competitivo ai massimi livelli. Ci arriverà, la dirigenza saudita ha promesso/garantito che succederà, ma nel frattempo è una squadra che lotta per entrare in Champions League. Forse Cordero si è lasciato convincere anche da questa situazione in divenire, unita a tante altre questioni di contesto: l’oggettiva impossibilità di diventare subito un titolare nel Barça o nel Real, la pressione e la concorrenza spietate che avrebbe dovuto affrontare, la possibilità di giocare in Premier League. E allora forse, a pensarci bene, la scelta di Cordero non è poi così strana.