Il direttore sportivo che sta rivoluzionando il Fulham è un nerd dei dati e ha fondato una federazione di wrestling

Tony Khan è figlio del proprietario del club, ma fa tantissime cose diverse tra loro.

Nonostante una sconfitta all’ultimo minuto nel derby di quartiere contro il Chelsea, a Craven Cottage,Tony Khan non ha abbandonato il sogno di raggiungere l’Europa. Parola del suo direttore sportivo, Tony Khan: «Mi sarebbe piaciuto esserci quando il Fulham raggiunse la finale di Europa League nel 2010», ha raccontato al Times. «Tornare a disputare una coppa europea è un traguardo che tutti noi sogniamo. Vivere quell’emozione in prima persona sarebbe fantastico». Khan ha 42 anni, e oltre a essere direttore sportivo del Fulham è anche il figlio del proprietario del club, Shahid Khan. Che ha rilevato la maggioranza delle quote 12 anni fa, e che solo adesso è riuscito a stabilizzare i Cottagers in Premier League dopo tante stagioni di alti e bassi.

Il Fulham è pienamente dentro la corsa per la Conference League, insieme alle tre altre sorprese di questa Premier Legue: Brentford, Brighton e Bournemouth. Qualcosa di diverso, però, il Fulham ce l’ha rispetto alle rivali: se gli altri puntano soprattutto sui giovani, a Craven Cottage hanno costruito un gruppo più esperta, con giocatori nel pieno del loro sviluppo, per esempio Raúl Jiménez (33), Alex Iwobi (28), Andreas Pereira (29), Adama Traoré (29) e Joachim Andersen (28). L’anno scorso l’età media della formazione titolare era la più alta della Premier, poi Khan ha avviato una piccola rivoluzione, acquistando Calvin Bassey e Jorge Cuenca (entrambi di 25 anni), Rodrigo Muniz (23) e soprattutto il 23enne Emile Smith Rowe, per cui la società ha versato nelle casse dell’Arsenal 32 milioni di euro, l’affare più oneroso nella sua storia. «Abbiamo trovato un grande equilibrio», ha affermato Khan. «Vogliamo tenere uno sguardo al futuro, prendendo giovani talenti da sviluppare insieme a giocatori esperti che formano una base forte». Un cocktail da affidare a Marco Silva, manager per cui Khan stravede: «Marco è fantastico», ha detto il direttore sportivo parlando dell’allenatore portoghese, alla sua quarta stagione con i londinesi. ««Lavorare con lui e con il suo team è una fortuna, è la persona più organizzata e preparata con cui abbia mai collaborato. I risultati del club sono merito suo».

Khan è un personaggio fuori dal comune. Oltre a fare il ds del Fulham, ruolo comunque già abbastanza impegnativo,  ha fondato e gestisce anche la federazione di wrestling AEW, inoltre collabora con i Jacksonville Jaguars in NFL – altra società di proprietà della famiglia Khan. Come è possibile far conciliare lavori così distanti tra loro? Semplice: Khan fondamentalmente è un data analyst e fornisce report statistici che contribuiscono anche alla costruzione delle due squadre, quella di calcio e quella di football americano. Ma non solo: attraverso una delle sue società – la TruMedia Networks, rilevata nel 2015 – cura database per clienti importantissimi, per esempio ESPN, la stessa NFL e oltre il 60% di tutti i club della Major League Baseball. Per quanto riguarda il wrestling, nell’ambito di AEW Khan ricopre i ruoli di presidente, amministratore delegato, direttore generale, produttore esecutivo e persino responsabile creativo della promozione. In tutti gli eventi è lui che racconta la trama, e in alcuni casi ne fa anche parte.

Tornando al Fulham, la famiglia Khan ha investito un miliardo di euro da quando è arrivata a Londra. Come detto, però, solo negli ultimi anni il club londinese ha raggiunto una certa stabilità in Premier League: dopo soldi bruciati solo sul mercato in entrata, sono arrivate le prime cessioni a cifre importanti – Mitrovic all’Al-Hilal per 58 milioni di euro, Palhinha al Bayern Monaco per 50 milioni. E adesso è il momento di investire su Craven Cottage, sull’identità di un club che sa di poter offrire un’esperienza unica nel suo genere – lo stadio si trova a picco sul Tamigi, in uno dei quartieri più chic di Londra – e che non si fa problemi ad alzare i prezzi dei biglietti. Non a caso, viene da dire, proprio Tony Khan si è scontrato spesso con i tifosi del suo club. Nel frattempo, la speranza della proprietà à che la nuova Riverside Stand – con hotel, centro benessere e aree hospitality di alto livello, in più ci sarà anche una piscina privata sul tetto dello stadio – aiuti a generare nuove entrate: «L’investimento nello stadio e nella fans experience è stato enorme», ha raccontato Khan. «Mio padre ha lavorato sodo per rendere Craven Cottage un luogo speciale il nostro obiettivo è offrire il meglio in campo e sugli spalti, e farlo in modo sostenibile». Se dovesse arrivare l’Europa, poi, sarebbe tutto più semplice.

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