Se si pensa ai quarti di finale di Declan Rice, più che la partita di ritorno viene in mente quella di andata: il centrocampista dell’Arsenal ha segnato due punizioni meravigliose contro il Real Madrid che hanno indirizzato il punteggio sul 3-0, difeso poi senza grandi patemi al Bernabéu. Rice – che non aveva mai segnato su un calcio da fermo diretto in carriera, anche perché ne aveva tirati pochissimi – è stato capace di metterla due volte sotto l’incrocio. Sono cose che restano impresse nelle menti e nella storia, ma in realtà ci sarebbe tanto altro da dire. Soprattutto sul match giocato al Bernabéu, in cui Rice non ha segnato, ok, ma è stato ugualmente decisivo. Come? Intanto, ha sfoderato il suo formato da battaglia: intercetti, difese, letture, scalate, chiusure e contrasti. Sono le cose che lo esaltano, che gli riescono meglio, sono le cose che hanno spinto l’Arsenal a sborsare 116 milioni di euro per prenderlo dal West Ham a luglio 2023.
In realtà quest’anno il ruolo di Rice è leggermente cambiato, soprattutto da gennaio in poi. Non tanto nella posizione, quanto nella funzione. Nelle cose che fa. Non è un caso che, nonostante abbia giocato meno gare, in questa stagione siano aumentati i gol e gli assist attesi rispetto alla scorsa stagione. Quando ha avuto tutti gli attaccanti fuori, da febbraio a metà aprile, il manager dell’Arsenal ha chiesto a Rice di ampliare il proprio raggio d’azione, di buttarsi costantemente negli spazi creati dai movimenti di Merino, finto centravanti. Insomma, l’ha invitato a trasformarsi in un incursore.
A Madrid, però, è sembrato quasi di rivedere il vecchio Rice, quello che si muoveva soprattutto davanti alla difesa e organizzava il ritmo della squadra, sia in fase di pressing che di impostazione. Anche perché il piano gara dell’Arsenal era abbastanza semplice, oltreché obbligato: difesa chiusa e attenta, poi si va subito in verticale appena si recupera il pallone, in modo da cercare la porta. Questa scelta ha determinato un possesso palla minimo per i Gunners, addirittura il 33% a fine partita, eppure la squadra di Arteta ha tentato il doppio dei tiri in porta (sei a tre) rispetto al Real. Neanche il rigore sbagliato da Saka dopo 13 minuti ha modificato il mood del match.
In un contesto del genere, come sottolineato anche dal Guardian, Declan Rice è stato sempre presente, sempre lucido. Il centrocampista inglese ha dato equilibrio e forza alla manovraincarnando perfettamente lo spirito di un gruppo giovane ma in piena evoluzione. La sua performance è girata in positivo dopo la revisione VAR che ha portato all’annullamento di un calcio di rigore concesso per una sua trattenuta su Mbappè. Certo, alla fine non c’era nessun fallo. Ma il giudizio sulla sua partita sarebbe inevitabilmente cambiato, se fosse stata confermata la decisione presa sul campo.
Gli highlights personali di Declan Rice contro il Madrid
Dopo quell’episodio, Rice è stato perfetto non solo in fase difensiva, ma anche vicino all’area di rigore avversaria. Ha gestito ogni palla con razionalità, sapeva quanto fosse importante tenere il Madrid dentro la propria metà campo. Sapeva che non avrebbe avuto troppi tocchi a disposizione e li ha centellinati nel modo più intelligente possibile. È entrato anche nell’azione del gol di Saka dialogando con Odegaard, un attimo prima dell’assist decisivo di Merino. Curiosamente, o forse no, Rice si trovava in posizione più avanzata rispetto al suo capitano danese. Un indizio di come, anche se non necessariamente richiesto, quei movimenti da incursore siano ormai stati interiorizzati.
Mai come ieri sera, l’Arsenal aveva bisogno di qualcuno che abbassasse il carico emotivo della partita, che anestetizzasse la carica del Bernabeu. Se Saka l’ha fatto con corsa, estro e fantasia, Rice ci ha messo la diligenza, la dedizione tattica, il fiato. È così che, per i Gunners, è arrivata una nuova semifinale di Champions dopo 16 anni. Il volto di questa impresa è proprio quello di Rice, che nelle due partite più importanti della sua carriera di club ha dimostrato di essere uno dei migliori centrocampisti d’Europa. Perché ha inciso direttamente sul risultato, ma soprattutto perché ha manifestato un’incredibile completezza, sia a livello formale che sostanziale. E il fatto che due prestazioni del genere siano arrivate quando di fronte c’era Jude Bellingham, come dire, non fa altro che rendere il tutto ancora più dolce, ancora più gustoso – per Rice, per l’Arsenal e per chi tifa o simpatizza per i Gunners, naturalmente.
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