Un’altra serata da fuoriclasse, per Gigio Donnarumma

Per il PSG, la gara contro l'Aston Villa doveva essere una specie di passeggiata, è iniziata bene ma poi è proseguita male. E se la squadra di Luis Enrique è in semifinale di Champions, lo deve soprattutto al suo portiere.

Dopo la parata più significativa della sua partita contro l’Aston Villa, Gianluigi Donnarumma ha esultato come se avesse segnato un gol. Era impossibile non farlo. Perché il suo intervento è arrivato in un momento in cui il risultato era ancora in bilico, come del resto è stato per tutta l’ultima mezz’ora di gioco, ma anche perché il suo volo verso sinistra con deviazione a mano aperta è stao una giocata spettacolare, difficilissima dal punto di vista fisico, preziosissima anche dal punto di vista tecnico.

Spesso si dice che certi interventi valgono come un gol, e a pensarci bene è proprio così: i grandi portieri, quando riescono a fare grandi parate, cancellano una rete degli avversari. E allora si può dire che a Birmingham, all’apice di un doppio match che sembrava sigillato in ghiacciaia e invece si è riacceso all’improvviso, Donnarumma abbia segnato tanti gol per il PSG. Quello parando si Rashford nel modo in cui abbiamo detto, un altro su uno scavetto ravvicinato dell’ex attaccante del Manchester United, un altro ancora su un colpo di testa di Tielemans a pochi centimetri, non metri, dalla linea di porta.

L’Aston Villa, dopo essere andato sotto di due gol, ha meritato di tornare in partita. Per il modo in cui ha l’ha interpretata, per la grinta e per la qualità che ci ha messo per cercare di rimontare. Anche la fortuna, considerando che due deviazioni l’hanno portata a segnare i primi due gol, ha aiutato la squadra di Emery. Che però, al di là tre reti incassate su cui non ha colpe, si è ritrovata a sbattere contro un portiere in stato di grazia. E di sconfinata qualità. A dirlo sono i fatti, sono le immagini della gara di Birmingham. Ma l’ha detto chiaramente anche Marquinhos, storico capitano del PSG che di grandi– e di sconfitte – in Champions League ne sa qualcosa: «Tutte le grandi squadre degli ultimi anni hanno sempre avuto un grande portiere. Il calcio di alto livello è così: serve un portiere che sia lì, come ha fatto Donnarumma stasera. E l’ha fatto pure al Liverpool e in altre partite. Lui dimostra sempre il suo valore».

Liverpool, appunto. È ancora freschissimo il ricordo della notte di Anfeld, quando Donnarumma è stato praticamente imbattibile. Il portiere del PSG ha offerto di nuovo una prestazione di quel livello, ormai lo fa da tempo, magari continua a non è immune da errori anche grossolani – però quale portiere lo è? – però continua a essere determinante. Ad avere un impatto diretto, ovviamente positivo, sui risultati della sua squadra. Anzi, dal punto di vista dei puri dati statistici non ci sono subbi: Gianluigi Donnarumma è il miglior portiere del mondo.

Naturalmente c’è chi si sentirà dubbioso in merito a questa rilevazione/conclusione, c’è chi potrà dirsi in disaccordo e contrapporre i nomi di Courtois, di Oblak, di Dibu Martínez, c’è chi crede che i (pochi) difettucci storici di Donnarumma siano imperdonabili. La verità, però, è che dopo Aston Villa-PSG non ci sono molti argomenti a cui appigliarsi: tra i pali, sui tiri migliori – tra quelli non deviati, almeno – scagliati verso la sua porta, Donnarumma è stato davvero bravissimo. Per non dire miracoloso. Lo ha detto anche Luis Enrique, sempre però fedele allo stile-Luis Enrique: «Penso di avere la squadra migliore del mondo, e quindi ho anche uno dei migliori portieri al mondo. Stasera è stato sensazionale, come tutti i suoi compagni».

Anche i giornali francesi, notoriamente parchi di grandi elogi e di alti voti in pagella, non hanno potuto fare altro che elogiare l’estremo difensore italiano: So Foot gli ha dato otto, lo stesso voto de L’Équipe. Che l’ha scritto in modo chiaro e inequivocabile: «Se il PSG ha battuto l’Aston villa e si è qualificato alla semifinale di Champions League, lo deve al suo portiere, Gigio Donnarumma, autore di diverse parate belle e soprattutto decisive». Che, effettivamente, valgono esattamente quanto i gol segnati. E dopo i gol, di solito, è il momento in cui non esultare è davvero impossibile.