Adesso è ufficiale: da quando esiste la Premier, il Manchester United non è mai andato così male

Dopo il pesante ko di Newcastle, i Red Devils non possono superare più quota 56 punti. E quindi avranno il peggior rendimento di sempre da quando la Premier si chiama così.

Profondo rosso. Difficilmente i tifosi del Manchester United dimenticheranno il poker rimediato domenica sul campo del Newcastle: è il 14esimo ko in campionato – e 14esima è pure la squadra in classifica – ma soprattutto va a certificare un dato storico. Con sei turni d’anticipo, il campionato 2024/25 è il peggiore mai disputato dai Red Devils da quando esiste la Premier League. Anche vincendo le sei gare che mancano alla fine della stagione, Bruno Fernandes e compagni chiuderebbero a quota 56 punti. E in ogni caso sarà il dato societario peggiore dal 1992, cioè da quando i club si sono scissi dalla Football League e hanno dato vita al campionato inglese che conosciamo oggi

La situazione «è disperata», parola di un grande ex come Gary Neville. Mentre Roy Keane ha chiamato i Red Devils di oggi «impostori», cioè scarsi, mascherati dietro una maglia di immortale prestigio. Non si sa bene come Rúben Amorim sieda ancora in panchina – nonostante la media punti con lui sia perfino scesa, rispetto al già nero avvio di stagione con Ten Hag, Mentre l’intera rosa paga reiterati errori collettivi e individuali, fino all’esclusione di Onana per scelta tecnica: le parate di De Gea a Firenze, lasciato andare dallo United due anni fa senza troppi complimenti, sono una fotografia cristallina di un disastro su tutta la linea.

Urgerà ricostruire, in estate. Ma a partire da una consapevolezza che qualunque appassionato del mondo United ormai fatica a tollerare: il Manchester di oggi, una delle versioni più esose – calciomercato alla mano – della storia del club, è anche una delle peggiori in assoluto. Ben oltre quel 1992 che segnò l’avvento della moderna Premier League. Uno dei primi United di Ferguson, nel 1990, aveva chiuso 13esimo, vincendo però la FA Cup e gettando le basi per il ciclo più vincente di sempre. Altre stagioni concluse sul lato destra della classifica non se ne registrano. Fino alla retrocessione in Second Division nel 1974, l’unica del Dopoguerra: se non altro gli uomini di Amorim non rischiano di arrivare a tanto. Magra consolazione.

Certo, lo United è ancora in corsa per vincere l’Europa League ed entrare in Champions dalla porta “secondaria”. Ma il fallimento tecnico e progettuale restano, e assumono ogni anno dimensioni sempre più inimmaginabili. E gli ultimi faraonici trasferimenti hanno fatto schizzare il passivo in bilancio a quota 350 milioni di euro. Ora, secondo i media britannici, i vertici societari puntano di incassarne 250 dalle future cessioni – almeno nove i pezzi pregiati in partenza – che si prospettano in estate, per finanziare la nuova squadra e soprattutto il nuovo Old Trafford. Ma dovranno fare i conti con un’inevitabile legge di mercato: dopo prestazioni del genere, il prezzo dei giocatori in maglia rossa scenderà drasticamente. Quanto scenderà, è difficile prevederlo. Come tutte ke cose, quando si parla di Manchester United.

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