Adesso il Barcellona ha fin troppi portieri

Dopo il rientro di Ter Stegen, Flick dovrà definire le gerarchie della porta blaugrana per il finale di stagione. E fin qui Szczesny ha dato ampie garanzie.

Il poker al Borussia Dortmund sigillato da un abbraccio. Attenzione: non un passaggio di consegne. Almeno per ora. Perché, mentre Marc-Andre ter Stegen torna dal lungo infortunio, Wojciech Szczesny continua a difendere egregiamente i pali del Barcellona (anzi: sempre meglio, dopo un avvio complicato). E allora per il gran finale di stagione che attende i blaugrana – primi Liga, in semifinale di Champions League e in finale di Copa del Rey – un dubbio si comincia ad annidare nella mente di Hansi Flick: chi sarà il portiere titolare?

In parte ha risposto Szczesny, a più riprese nell’ultimo mese. «Io e Marc siamo ottimi amici: spero che aiuti di nuovo la squadra il prima possibile, così io potrò rilassarmi un po’ di più». Secondo il polacco ex Juve, il ritorno di Ter Stegen da numero uno sarebbe una situazione «del tutto normale e comprensibile. Lo dico con serenità: sono venuto qui per sostituirlo e non avrei alcun problema se, una volta ristabilito, tornasse a prendere il suo posto. La cosa più importante è che mi sembra già in gran forma».

Oltre la galanteria fra colleghi, la questione però non è così scontata. Perché è vero, le gerarchie stagionali erano ben stabilite e i patti chiari fin dall’inizio: Szczesny lo scorso ottobre aveva interrotto il suo buen ritiro da calciatore professionista soltanto perché un’offerta del Barça era impossibile da rifiutare. E soltanto per rimpiazzare il capitano, colpito da un grave infortunio (rottura completa del tendine rotuleo del ginocchio destro), fino alla sua completa guarigione. Il problema è che però oggi il Barça di Flick si gioca tantissimo. Quello del portiere è un ruolo particolarmente delicato e la squadra si sarebbe ben abituata alle caratteristiche tecniche e ai livelli di rendimento di Tek: 18 gol subiti in 21 partite, ma con cinque clean sheet nell’ultimo mese tra cui una maiuscola prestazione da paratutto in casa del Benfica. E come si diceva, sette mesi di stop – con interessamento dell’articolazione – sono tanti anche per Ter Stegen, che nel frattempo ha continuato a essere leader anche fuori dal campo. Non è scontato rientrare in corsa, nel momento più delicato dell’anno, e dimostrarsi all’altezza. Anche se il tedesco è tra i migliori interpreti della sua generazione.

A Barcellona lo sanno tutti. A partire dai diretti interessati: non c’è ancora una data cerchiata per il rientro di Ter Stegen, ma si avvicina ogni settimana di più. E in quel caso, Flick avrebbe di fronte una decisione rischiatutto: ripristinare la graduatoria interna, depennando Szczesny dalla lista Champions – sono queste le regole UEFA imposte per il suo tesseramento fuori tempo massimo – oppure andare in fondo con il polacco e sacrificare il capitano in nome della ragion di stato (o di Barça). Qualunque sarà il verdetto definitivo, Szczesny si sarebbe inserito talmente bene in casa blaugrana da aver espresso il suo desiderio ai compagni – così dicono in Spagna – di procrastinare l’addio al calcio per un’altra stagione, e continuare a rimanere dunque in blaugrana a prescindere dal futuro minutaggio.

Yamal e compagni si trovano così di fronte a un paradosso, per cui tutto sommato avrebbero messo la firma: forma strepitosa, tutti i grandi obiettivi alla portata e addirittura la sovrabbondanza in un ruolo che soltanto pochi mesi fa aveva costituito un’improvvisa emergenza. E non ci sono soltanto Szczesny e ter Stegen. In tutta questa storia, chi rischia di restare definitivamente fuori dalle rotazioni è Iñaki Peña: prodotto della Masia, che aspetta ancora di trovare continuità in prima squadra (a 26 anni, comprensibilmente, non sarebbe più disposto a fare il terzo portiere). Al contempo dalla cantera blaugrana continuano a emergere profili promettenti, che arricchiscono ulteriormente il pacchetto arretrato del Barcellona – Ander Astralaga e Diego Kochen, un 2004 e un 2006, hanno già iniziato il percorso di inserimento. Di sicuro però dovranno attendere il congedo dei big. Che non sarà domani, né dopodomani. Meglio l’eccesso della penuria, in ogni caso. Anche nel calcio.

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