Un quarto d’ora che cambia tutto, al termine del quale tutti sono finiti ai piedi di Declan Rice. Mai così ispirati: se oggi l’Arsenal si gode la notte europea più strepitosa degli ultimi vent’anni, molto lo deve all’exploit del suo centrocampista. Che è stato il un consueto metronomo del gioco di Arteta, in ogni caso efficace contro la stordita mediana del Real, ma si è rivelato anche un dieci. Un tiratore nato, alla Juninho Pernambucano (e davanti agli occhi sgranati di Roberto Carlos in tribuna). Due calci piazzati, due palloni telecomandati all’incrocio. Al di sopra di ogni barriera. Il bello è che il 26enne Rice, in 400 partite e 34 gol da professionista, non aveva segnato mai in questo modo. O meglio: praticamente non ci aveva nemmeno provato.
Ecco il dato simbolo della gara perfetta dell’Arsenal di Arteta, che ha fatto tutto bene ma a cui è anche andato tutto bene. Perché, come detto, prima della partita contro il Real Madrid, Rice aveva centrato soltanto quattro volte lo specchio della porta su sei tentativi da calcio da fermo (12 totali in carriera). E non aveva mai trovato il gol. Anche perché di solito il tiratore dell’Arsenal è Martin Odegaard. Qualcosa però, nel secondo tempo dell’Emirates Stadium, dev’essere scattato. E di colpo, Rice è diventato il primo giocatore di sempre nella fase a eliminazione diretta di Champions League a segnare una doppietta su punizione. Lo stesso Odegaard e Arteta si sono messi le mani fra i capelli, increduli.
La sintesi di Arsenal-Real Madrid
«Non so se me ne renderò mai conto», ha detto Rice nel postpartita, sorridendo. «Segnare il mio primo calcio di punizione di sempre è speciale. E quando sono andato per la seconda volta sul pallone, beh, ero semplicemente in fiducia. Sono davvero senza parole. Il mio telefono è impazzito. Quello che abbiamo realizzato questa notte è qualcosa di storico». Oltre alla storia e al Real Madrid, Rice ha mandato in tilt anche le statistiche: i ragazzi di Ancelotti sono chiamati a ribaltarle in una gara di ritorno che si prenuncia impossibile. Come una doppietta di Rice su punizione. Ma dai, su.