Berrettini ha vinto una partita epica contro Zverev (e così Sinner rientrerà da numero uno)

Un successo importantissimo, che conferma il ritorno del tennista italiano nel club dei migliori al mondo. E che aiuta anche il suo amico Sinner.

La rimonta dopo aver perso il primo set, il terzo parziale conquistato dopo aver subito il contro-break, i punti decisivi vinti al termine di scambi massacranti, grazie a colpi bellissimi. Il tutto, per altro, contro il primo tennista numero uno del tabellone (e numero due al mondo). Insomma, possiamo e dobbiamo dirlo: a Monte Carlo, in occasione del secondo turno del primo Masters 1000 su terra del 2025, Matteo Berrettini ha vinto una partita epica contro Alexander Zverev. E l’ha fatto manifestando una condizione fisica brillantissima, quasi abbagliante. Non si può definire altrimenti la prestazione di un giocatore in grado di venir fuori da due ore e mezza di altissimo livello, di farlo con colpi fortissimi ma anche di qualità. Da tempo Berrettini studiava e lavorava per tornare ai suoi livelli, per rigiocare quel tennis che, quattro anni fa, lo aveva reso uno dei giocatori più forti del mondo. Ora quel Berrettini sembra essere tornato in maniera definitiva, ce ne eravamo accorti già a Miami – dove si è arrampicato fino ai quarti – e ne abbiamo avuto la conferma a Monte Carlo.

Le prove di questo ritorno sono da rintracciare nel modo in cui Berrettini ha affrontato gli ultimi game, nel modo in cui ha reagito al contro-break subito quando è andato a servire per il match. Ha ricominciato a giocare senza condizionamenti mentali, ha ricominciato a picchiare e accarezzare la palla nel modo giusto, ha preso in mano gli scambi e costretto spinto Zverev agli errori decisivi. Il punto ottenuto al termine di uno scambio da 48 colpi complessivi rimarrà nella storia di questa edizione del torneo, non c’è dubbio, e forse potrebbe anche segnare una svolta nella carriera di Matteo. Quantomeno, è il timbro che serviva per vidimare definitivamente il suo grande rientro nel tennis dei grandi, dopo anni di difficoltà fisiche.

Certo, c’è anche da dire che il match contro Berrettini è un piccolo teaser del momento di Zverev: il tedesco è stato perfetto per un set, poi assente nel secondo, incostante nel terzo. Up e down continui. Nelle ultime settimane il tedesco, che a Miami era uscito agli ottavi sconfitto da Fils, non riesce a stare dentro la partita per lunghi tratti. Il suo gioco è potente ma non continuo, domina qualche game, ne lascia andare altri con errori non forzati. La risposta è ancora straordinaria, ormai sono anni che lo si vede costringere l’avversario a mandarla al di là della rete per almeno tre o quattro volte. È anche sfortunato. Le palle 50-50 non stanno girando a suo favore. Un esempio? Il game del 5-4 Berrettini, in cui sul 30-40 per il romano si è dovuto rigiocare il punto perché dalle tasche di Berrettini era uscita una cartaccia. L’arbitro ha quindi scelto di far rigiocare lo scambio che stava volgendo verso Zverev. Risultato, ace di Matteo e game conquistato. Certo, Zverev ha vinto il gioco successivo, in risposta, portando la partita sul 5-5 ma ha dovuto fare una fatica enorme, una fatica che ha pagato negli ultimi due game.

Quando piove, diluvia per il numero due del mondo. È uno di quei periodi, cominciato paradossalmente dall’inizio della squalifica di Sinner. Da quando c’è stata la possibilità di prendersi la prima posizione del ranking, Zverev è andato in crisi. Forse la sua è stata una difficoltà più psicologica che fisica, come chi vede un traguardo e comincia a rallentare. La possibilità di invertire il trend della stagione c’è. In fondo il tedesco è tornato a grandi livelli partendo da circostanze peggiori. Dopo l’infortunio alla caviglia e la convalescenza, nella primavera del 2023, era addirittura uscito dalla top 20. Sicuramente, però, non potrà prendersi il numero uno che resterà nelle mani di Sinner: Jannik lo rivedremo agli Internazionali d’Italia, in programma a Roma dal 29 aprile al 18 maggio, e allora sarà ancora primo nella classifica ATP. Merito anche dell’amico Berrettini, che gli ha fatto un bel favore. Ma l’ha fatto soprattutto a se stesso e a noi.

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