Il Getafe ha iniziato la Liga senza giocatori, ma ora è in corsa per le coppe europee

L'ennesimo miracolo di José Bordalás, semplicemente.

Il Getafe di Bordalás è il solito Getafe di Bordalás: in questo momento è decimo in classifica, ha segnato 25 gol in 28 partite (meno di un terzo rispetto al Barcellona capolista, già arrivato a quota 78) ma ne ha subiti soltanto 23, in casa ha battuto l’Atlético Madrid e ha pareggiato col Barça, al momento si trova a soli quattro punti dal settimo posto – che garantirà sicuramente la qualificazione in Conference League, ma potrebbe bastare anche per l’Europa League. Anche dal punto di vista tattico le cose non sono cambiate: il Getafe è sempre una squadra tosta e antipatica, Bordalás è rimasto lo stesso allenatore che ricordavamo, un anti-esteta attentissimo alla difesa, un profeta del 4-4-2 dallo stile provocatorio e provocatore. Tutto come al solito, viene da dire, se non fosse che siamo di fronte a un vero e proprio miracolo: gli Azulones, infatti, hanno iniziato la stagione con una rosa ridottissima e del tutto priva di attaccanti, con lo stesso Bordalás sul piede di guerra nei confronti della società, quindi senza alcun tipo di prospettiva.

Tanto per capire, ecco quanto scriveva Relevo alla vigilia della prima giornata di campionato, in cui il Getafe era ospite dell’Athletic Bilbao: «Due portieri, sette difensori, cinque centrocampisti e tre attaccanti. E uno di questi attaccanti, Borja Mayoral, deve ancora recuperare da un grave infortunio. Sono queste le risorse a disposizione di Bordalás per la partita al San Mamés». Nelle settimane precedenti le cose erano andate ancora peggio, se possibile: un’amichevole di fine luglio con l’Albacete era stata cancellata perché il Getafe non aveva un numero sufficiente di calciatori da mandare in campo, nei test match successivi Bordalás aveva schierato due difensori centrali (Alderete e Nabil) in attacco come forma di protesta, in modo da “invogliare” la società a completare la rosa.

Alla fine le cose si sono un po’ sistemate, nel senso che negli ultimi giorni di mercato sono arrivati Rico (dalla Real Sociedad), Uche (Ceuta), Carles Pérez (Celta Vigo), Sola (Real Sociedad), Yildrim (Rennes) Álvaro Rodríguez (Real Madrid) e altri giocatori meno noti e alla fine meno utilizzati. Però, come dire: anche in virtù della consistenza e della riconoscibilità di questi innesti, nessuno poteva aspettarsi un campionato tranquillo, figurarsi ambizioso. E invece Bordalás sta facendo l’ennesimo miracolo.

Come detto, oggi il Getafe è in piena corsa per giocare le coppe europee della prossima stagione. Il tecnico alicantino ha costruito la sua squadra intorno ad Aramburri e Uche, poi nella seconda parte di stagione ha ritrovato anche Borja Mayoral, autore di cinque reti. Certo, non stiamo parlando di una squadra dal gioco brillante o spettacolare, piuttosto di una squadra che bada esclusivamente al sodo, che limita il gioco degli avversari e così riesce a fermarli. Quando qualcuno fa notare a Bordalás che questo approccio sia un po’ antisportivo, lui risponde in modo piccato ma anche un po’ orgoglioso: «Esto es fútbol, papà». Non c’è altro da aggiungere, soprattutto se pensiamo a com’è iniziata questa stagione.