La più grande occasione persa dal Napoli di Conte

Venezia-Napoli 0-0 è una fotografia delle difficoltà degli azzurri. Ma questo pareggio è dovuto anche alla buona prestazione della squadra di Di Francesco.

La partita pareggiata a Venezia ha emesso una sentenza chiara, sul Napoli: la squadra di Conte esce e uscirà ridimensionata da questa domenica, indipendentemente da come finirà Atalanta-Inter. È un discorso di dati e percezioni: gli azzurri hanno vinto solo una delle ultime sette gare di campionato e non riescono a conquistare tre punti in trasferta dal 18 gennaio scorso; allo stadio Penzo, poi, Lukaku e i suoi compagni hanno giocato una partita neanche così negativa, ma hanno dato la sensazione di essere molto prevedibili, facilmente leggibili. E, quindi, scarsamente pericolosi. Questa sensazione, paradossalmente, si è acuita nella ripresa: la pressione in crescita per via del risultato negativo non ha reso più frizzante o anche solo più elettrica la squadra di Conte, apparsa in difficoltà anche dal punto di vista fisico. Gli unici impulsi che si sono avvertiti nei secondi 45′ di gioco sono stati i quattro cambi tutti insieme (!) fatti da Conte e un’occasione fallita nel recupero da Simeone. Per il resto, il Venezia ha subito e rischiato pochissimo.

Certo, nel primo tempo – e ne parleremo – la squadra di Di Francesco è stata anche fortunata a non andare sotto. Le parate decisive di Radu sono state almeno tre. Ma raramente il Napoli ha dato l’impressione di essere davvero fluido e creativo, la grande maggioranza delle occasioni costruite dagli azzurri sono arrivate su giocate meccaniche e/o su palle inattive. È chiaro, Conte paga l’assenza di un attaccante come Neres, un esterno tecnico in grado di accelerare il gioco e creare superiorità numerica con una certa continuità. L’ex allenatore di Inter e Tottenham ha lavorato per sopperire a questa mancanza attraverso la tattica, recuperando Gilmour inserendo Raspadori in un 4-3-3 asimmetrico, ma ciò non toglie che senza Neres – e senza Kvaratskhelia, naturalmente – il Napoli abbia perso tantissimo a livello di pura inventiva. Di pura qualità.

Insomma, i problemi manifestati a Venezia sono stati gli stessi delle ultime settimane, quelli che hanno intralciato il cammino degli azzurri dopo lo sprint di gennaio-febbraio che li aveva portati in cima alla classifica. La partita contro la Fiorentina – e anche il secondo tempo contro l’Inter, in verità – sembravano averli attenutati un po’, nel senso che Conte aveva dato l’impressione di essere uscito dall’impasse legata alla catena di infortuni che aveva colpito la sua rosa – uno dopo l’altro si erano fermati Buongiorno, Olivera, Spinazzola, Mazzocchi e David Neres. Nel lunch match alla vigilia ai Atalanta-Inter, però, si è rivisto un Napoli su cui è piuttosto facile difendere. Certo, ci sono dei segmenti di partita in cui la squadra di Conte sa far valere la sua grande fisicità, e allora diventa difficile da contenere. Una volta superati quelle onde d’urto, però, gli azzurri diventano prevedibili.

Certo, sin questo pareggio c’è tanto anche del Venezia. Il solito Venezia da un mese a questa parte, viene da dire: una squadra corta, aggressiva, capace di lottare su ogni pallone anche in modo sporco. Qualcosa di un po’ lontano, forse, dal calcio che piace al suo allenatore Di Francesco. Le occasioni per i veneti non sono mancate, soprattutto nel primo tempo. Il movimento ad allargare di Ellertson e gli inserimenti di Kike Pérez hanno fatto male al Napoli. L’occasione più importante degli arancioneroverdi arriva proprio su un taglio dello spagnolo. Sempre nella prima frazione, però, Raspadori ha colpito il palo e Radu ha compiuto almeno tre interventi decisivi. Tra cui quello su un colpo di testa ravvicinato di Lukaku con la palla bloccata pochi centimetri al di qua della linea. Si può parlare di fortuna? Certo, ma in fondo i portieri possono essere decisivi.

Ecco, appunto: come detto, alla fine Radu è stato decisivo: «Mi viene la pelle d’oca ripensando a tutto quello che è successo negli ultimi due anni», ha confessato il portiere a Dazn nel post partita, riguardando la sua paratona su Lukaku. Il rumeno è uno dei tanti giocatori arrivati sulla Laguna per cercare di rilanciarsi. Nel Venezia, in questo Venezia, voglia e applicazione se ne trovano in abbondanza. «Dobbiamo essere più cinici» ha ammesso Nicolussi Il problema di queste ultime settimane sta tutto qui. Tanta intensità e corsa, giuste letture, preventive corrette ma mancano i gol. Dall’inizio del 2025, infatti, la squadra di Eusebio Di Francesco ha segnato solo sei volte in dieci partite. Forse un po’ poco per salvarsi, ma contro questo Napoli è bastato per venir fuori con un pareggio.