Quando il Newcastle United è stato rilevato dal Fondo PIF, quindi da un’emanazione diretta della famiglia reale dell’Arabia Saudita, tra i tifosi dei Magpies si era scatenato un enorme entusiasmo. Era comprensibile, era inevitabile: lo United di fatto, era diventato la squadra di calcio più ricca del mondo. Da allora sono passati più di tre anni e il Newcastle ha effettivamente cambiato volto: ha giocato e perso una finale di Coppa di Lega, ha partecipato a un’edizione della Champions League, ha acquistato giocatori giovani e importanti, tra qualche giorno affronterà un’altra finale di League Cup (contro il Liverpool). Non c’è stata, però, una vera e propria esplosione di spesa e di competitività: il progetto è stato portato avanti in modo graduale, senza esagerazioni, a differenza di quello che è avvenuto in Arabia Saudita. E allora la sensazione condivisa era che il Fondo PIF, per usare parole sfumate, non si fosse concentrato abbastanza sul Newcastle.
Ecco, ora tutta questa situazione potrebbe cambiare. Di nuovo. Secondo il Telegraph, infatti, l’ultima riunione del consiglio di amministrazione dei Magpies ha deliberato il via del “Project 2030”, un piano quinquennale che dovrebbe trasformare il Newcastle in una superpotenza calcistica entro cinque anni. Il presidente Yasir Al-Rumayyan ha sollecitato i suoi collaboratori e la dirigenza a presentare nuove proposte per la crescita della squadra e della società, in modo che, come scrive il Telegraph, «lo United possa arrivare a competere per il titolo e a essere una contender credibile per la Champions League». Anche la squadra femminile «deve diventare una delle migliori d’Inghilterra e d’Europa».
Viene da chiedersi: perché solo adesso? Risposta semplice: finora il Newcastle, nonostante fosse un club ricchissimo, è stato “ostaggio” dell’equilibrio imposto dalle regole finanziarie della Premier League (PSR, acronimo di “profit and sustainability rules”). Non a caso, viene da dire, a gennaio scorso lo United ha dovuto cedere Miguel Almirón e Lloyd Kelly (alla Juventus) per ampliare lo spazio di manovra in vista della prossima sessione di calciomercato. Ecco: proprio dalla prossima estate, scrive ancora il Telegraph, «il Newcastle sarà in grado di spendere tantissimo denaro per rafforzare la rosa di Howe, inoltre potrà anche trattenere i suoi migliori giocatori. Primo tra tutti, naturalmente, Alexander Isak».
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Il progetto non prevede solo degli ingenti investimenti sul mercato dei calciatori, ma anche la costruzione di un nuovo stadio: l’idea è quella di realizzare un impianto da 70mila posti e di edificarlo nell’area adiacente in cui sorge adesso St. James’ Park; un’altra ipotesi è quella di rimodernare lo stadio attuale, portandolo a una capienza superiore ai 60mila spettatori. In ogni caso, rileva il Telegraph, «la spesa minima sarà di poco inferiore al miliardo di euro, quella massima potrebbe toccare gli 1,8 miliardi». I lavori per un nuovo stadio serviranno anche a dare un boost importante al fatturato: al momento, infatti, il Newcastle genera introiti (l’ultimo bilancio segna 380 milioni di euro in ricavi) decisamente inferiori a quelli delle Big Six. Ed è proprio per questo che ha avuto problemi con le regole del Fair Play Finanziario imposte dalla Premier League. Ora, però, quei problemi sono stati superati. E allora l’Arabia Saudita, come dire, ha deciso di fare sul serio.