L’esperimento è riuscito. Non era scontato, ma l’intelligenza del ragazzo ha fatto la differenza. Nell’emergenza, con tre laterali di centrocampo su quattro infortunati (Dimarco, Darmian, Carlos Augusto) l’Inter ha trovato un nuovo grande esterno, Alessandro Bastoni. Il riassunto perfetto della prestazione e del suo momento di stagione lo ha fatto direttamente Inzaghi nel post partita. «È un top livello mondiale – ha dichiarato il tecnico – si è messo a disposizione della squadra facendo un’ottima gara da quinto, significa tanta disponibilità. È un segnale importantissimo per un allenatore. In generale, a livello difensivo, siamo stati bravissimi».
L’interpretazione del ruolo di quinto è una delle più complicate nel calcio di Inzaghi. Non è solo una questione di spinta, ma di scalate, di coperture preventive, di tagli dentro il campo e di cambi gioco. Certo, la pulizia tecnica di quel mancino favorisce Bastoni, ma i movimenti ad allargare la difesa quando l’azione si sviluppa dalla tua parte o la corretta postura del corpo per chiudere una giocata che arriva da destra non sono aspetti secondari, si devono imparare, affinare. Il 95 nerazzurro non ha avuto molto tempo per lavorarci, giusto tre giorni, dall’infortunio di Dimarco a Napoli. In qualche modo, però, la convincente performance di Rotterdam risponde a una naturale evoluzione del suo livello. Quelle mosse, quei pensieri da esterno alto li aveva già immagazzinati nel suo portfolio calcistico, perché li guarda in tutte le partite in cui gioca dietro Dimarco. Si trattava solo, si fa per dire, di imitarli. Ormai sono quattro stagione in cui l’Inter lavora per catene e gli interscambi tra Dimarco e Bastoni sono stati frequenti. Pescando dal mucchio, si possono fare giusto due esempi, l’assist di Bastoni per Bisseck l’anno scorso a Bologna e il cross, sempre del difensore, che ha mandato in gol Barella due stagioni fa al contro il Benfica in Champions League.
Porzioni di campo occupate molto simili a quella da cui è nato il 2-0 di Lautaro Martinez al Feyenoord. Bastoni alto che salta il diretto avversario e in questo caso scarica per Zielinski a rimorchio, Lautaro raccoglie la correzione del polacco e accomoda la qualificazione. L’ottimo voto in pagella Bastoni se lo merita anche per applicazione difensiva. Mitchell e Hadj Moussa, presi a turno, non sono mai stati pericolosi, tanto che la chance migliore per gli olandesi è stata costruita dall’altro lato, sull’asse Hugo Bueno-Osman. L’ex Parma e Atalanta ha dimostrato prima di tutto di stare molto bene fisicamente e poi di mantenere sempre le giuste distanze, evitando di correre a vuoto, rischio che può capitare a chi viene schierato come quinto per la prima volta. Un aiuto notevole è arrivato da dietro, da chi di solito fa il centrale e al De Kuip invece faceva il Bastoni, ovvero Acerbi. Oltre a scivolare molto bene sull’esterno, si è proposto spesso in avanti, tanto da avere una delle occasioni più nitide del primo tempo interiste, tagliando sul secondo palo su un traversone di Pavard.
E pazienza, quindi, se in impostazione Inzaghi ha perso un po’ di velocità e invenzione, perché aver ritrovato le skill di Dimarco, in versione 2.0, mantenendo solidità difensiva ha garantito all’allenatore delle certezze importanti. Quelle che non lo fanno nascondere e gli fanno dire che no, «non vuole due titoli vinti, ma tre». Magari ridendo, ma fino a un certo punto.
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