Il Fulham di Marco Silva è diventato una squadra di culto

I Cottagers recuperano talenti, giocano benissimo e così sono in corsa per un posto in Europa.

La Premier League 2024/25, e per rendersene conto basta buttare un occhio alla classifica, è un campionato pieno di sorprese: il Manchester City in crisi nera o comunque lontanissimo dal primo posto, il Manchester United e il Tottenham ben oltre la decima posizione, il Nottingham Forest e il Bournemouth che si giocano un posto in Champions League con Chelsea e Newcastle. E poi c’è il Fulham, che per anni è stato un yo-yo-team – due retrocessioni e tre promozioni a cavallo tra il 2017 e il 2022 – ma poi è riuscito a stabilizzarsi in Premier League. Adesso, però, i Cottagers sono diventati qualcosa di più: una squadra di culto, molto bella da veder giocare anche se priva di grandissimi talenti, che viene riconosciuta per la sua identità tattica. Al punto che, sui social, ci sono diversi account secondo cui il manager Marco Silva sarebbe «un genio», opinione condivisa anche da testate prestigiose come il Guardian e The Athletic – che però naturalmente si esprimono con termini meno enfatici.

Partiamo dalla classifica: il Fulham in questo momento è ottavo con 39 punti in 25 partite, solo quattro in meno rispetto al Bournemouth – che si trova al quinto posto però è virtualmente qualificato in Champions, visto che la Premier League è saldamente prima nel Ranking UEFA stagionale e quindi di fatto ha “prenotato” una squadra ulteriore nelle coppe dell’anno prossimo. Passando poi alla rosa, Marco Silva ha a disposizione un bel po’ di grandi talenti che non sono riusciti a mantenere le promesse fatte intravedere agli esordi. Qualche nome? Kenny Tete, Calvin Bassey, Joachin Andersen, Emile Smith-Rowe, Andreas Pereira, Alex Iwobi. Persino un giocatore come Adama Traoré, che sembrava un talento definitivamente perduto, è riuscito a risorgere nei paraggi di Craven Cottage, il suggestivo stadio a picco sul Tamigi: il Fulham l’ha pescato addirittura tra gli svincolati, e adesso è uno dei giocatori più creativi nel sistema di Marco Silva.

Rileggendo i nomi dei protagonisti di questa stagione, è evidente che l’allenatore abbia avuto e abbia un impatto importante sul loro rendimento. Chi segue le gare del Fulham ne è ancora più consapevole. È una questione di tattica che diventa estetica e si evolve in narrativa. Tanto per dire: una delle due reti realizzate contro il Nottingham Forest, per la precisione quella di Smith Rove su assist di Traoré, è stata utilizzata in uno di quei video in cui vengono celebrati i “team gol”, ovvero quelle marcature che si determinano alla fine di lunghe fasi di possesso palla. Nel caso di specie, il colpo di testa decisivo di Smith Rove è arrivato dopo che otto suoi compagni di squadra, portiere compreso, hanno toccato e smistato la sfera prima del cross di Traoré. In totale, quindi, la manovra è stata orchestrata da dieci giocatori.

Che peccato non aver fatto en plein

Ecco, questa è l’identità di gioco del Fulham. È a partire da questi concetti, da questi meccanismi, che Marco Silva ha dato vita a una squadra non solo sinuosa e avvolgente, ma anche molto efficace: secondo le rilevazioni di Understat, infatti, i Cottagers sono addirittura quarti in classifica per punti attesi, cioè secondo il rapporto tra xG fatti e xG subiti nelle partite giocate finora. È chiaro come la differenza con la realtà sia legata al valore dei singoli che diventa valore del collettivo, al fatto che Marco Silva non abbia a disposizione dei grandi campioni – secondo Transfermarkt, la rosa del Fulham è la quarta meno costosa di tutta la Premier – e/o un budget stipendi che, almeno in teoria, gli potrebbe permettere di lottare per la Champions (80 milioni di euro l’anno). Solo che il Fulham tutte queste cose non le sa, se le dimentica. E continua a crescere, a sviluppare talento, a giocare bene.

Dopo anni di spese a vuoto e, quindi, di denaro sperperato, la nuova stabilità raggiunta dal Fulham – l’azionista di riferimento è Shahid Khan, proprietario anche dei Jacksonville Jaguars in NFL – ha determinato anche l’arrivo dei primi guadagni sul mercato: nelle ultime due estati, i Cottagers hanno incassato più di 100 milioni di euro per le cessioni di Mitrovic (all’Al-Ahly) e soprattutto di João Pahlinha (al Bayern Monaco). È grazie a quei soldi che Marco Silva ha potuto rinforzare il suo organico laddove occorreva, e ora il Fulham è in piena corsa per tornare in Europa. L’ultima volta è successo 13 anni fa, era il 2012 ed era un’altra vita. Oggi il Fulham è un’altra cosa, per fortuna.