La vittoria contro il PSV, la terza consecutiva per la Juventus di Thiago Motta dopo quelle contro Empoli e Como, ha portato un bel po’ di buone notizie per la squadra bianconera. Intanto è la prima volta che la Juve riesce a mettere in fila tre vittorie, ovviamente in questa stagione. E poi vanno sottolineate le buone prove di Weah, Veiga e Douglas Luiz, con il brasiliano finalmente all’altezza delle aspettative che erano state riposte su di lui. La prestazione più scintillante tra i giocatori bianconeri, però, è stata senza dubbio quella offerta da Federico Gatti: il centrale ex Frosinone, alla sesta consecutiva da titolare in Champions League, è stato determinante sia in difesa che in attacco. Anzi, si possono usare termini più impegnativi: Gatti ha deciso la partita come se fosse un giocatore creativo, un esterno, un trequartista.
Cominciamo dal primo gol, quello arrivato grazie a un tiro potentissimo di McKennie: Gatti di fatto avvia l’azione grazie a una lettura difensiva molto aggressiva, a un recupero palla in zona avanzatissima tramite anticipo secco; poi decide di “esagerare”, cioè di continuare nella sua percussione offensiva, e lo fa anche con grande qualità: dopo lo stop di petto finge di rientrare sul piede sinistro e invece prosegue a condurre palla con il destro, così supera seccamente l’avversario e può metterla a centro area. Il cross viene fuori teso, forte, la difesa del PSV non riesce a risputarlo fuori in maniera definitiva. E così Gatti ha un’altra occasione per ricamare la manovra della Juve: il pallone spiove nella sua zona, lui lo addomestica col petto – anticipando in maniera netta un altro avversario – e lo mette esattamente sul piede di McKennie. Che, come dire, non si fa pregare.
Il gol di McKennie
In questa azione, si vede una delle migliori qualità di Gatti in fase offensiva: la conduzione della sfera, anche in spazi stretti. Non è raro, infatti, che il centrale della Juve tenti lo sganciamento palla al piede, cerchi di incunearsi negli spazi che si creano tra i corpi degli avversari. Spesso questa dinamica si innesca nel momento in cui la squadra di Thiago Motta costruisce gioco e viene pressata, e allora Gatti resta più libero rispetto ai terzini o al centrale che gli gioca accanto.
Proprio un’interpretazione di questo tipo dà il via all’azione che porta al gol di Mbangula: su un lancio lungo del PSV, Gatti riconquista il pallone – anche in bello stile, con un aggancio volante ad alto quoziente scenico – e non lo scarica subito al compagno più vicino. Anzi: si gira verso la porta avversaria, poi cambia la direzione di corsa andando in diagonale e infine lo serve a Mbangula con un bel tocco d’esterno, veloce e preciso. Nel frattempo, questa sua mini-percussione ha fatto in modo che tre giocatori del PSV collassassero su di lui: Mbangula non ha tanto spazio per ricevere, e infatti anche lui deve sfuggire al pressing di due avversari, ma sull’altra fascia si è aperta una prateria per Francisco Conceição. Che può puntare il suo avversario diretto, lo supera con uno scatto bruciante, crossa basso al centro e determina la respinta corta del portiere Benítez. In agguato c’è di nuovo Mbangula, che mette dentro il pallone del 2-1.
Il gol di Mbangula
Non è la prima grande prestazione di Gatti in questa stagione. La crescita del difensore della Juve, già accentuata negli anni di Allegri, sta proseguendo anche con Thiago Motta. Che, naturalmente, l’ha messo al centro di un sistema completamente nuovo, anche più ambizioso se vogliamo, e la sua risposta finora è stata davvero soddisfacente. Non a caso, viene da dire, parliamo di un giocatore che ha iniziato 29 partite da titolare in questa stagione (su 32 complessive), del più utilizzato in assoluto (2645 minuti complessivi) in tutta la rosa di Motta. Portieri compresi. Insomma, non è più solo una questione di grinta e di abnegazione: Gatti è diventato un giocatore di qualità, una colonna del progetto-Juve. Come difensore, ma anche come guastatore offensivo.