Belotti al Benfica è un’operazione che ha un suo senso

L'ex capitano del Torino riparte dal Portogallo. A 31 anni, può ancora rilanciare una carriera a dir poco contraddittoria.

Andrea Belotti è uno di quei calciatori rimasti incastrati nelle pieghe del mercato: nel momento in cui si era imposto come uno dei migliori talenti italiani, non è riuscito ad approdare in un grande club. Se ne parlava, se ne è parlato, Belotti ha continuato a segnare (dopo i 26 gol della stagione 2016/17 ha raggiunto la doppia cifra per altri quattro campionati di fila) ma nel frattempo il suo impatto si è affievolito. Quelle alla Roma, alla Fiorentina e al Como sono state delle avventure nate male e finite peggio, Belotti non è mai stato davvero protagonista e ha finito per incupirsi. Le sconfitte nelle finali di Europa (2023) e Conference League (2024), che ovviamente non sono da attribuire soltanto a lui, hanno dato un ulteriore mano di grigio a questi anni così contraddittori, così complicati.

Raccontando questa storia, la sensazione è che Belotti sia un giocatore finito o comunque vecchio. In realtà ha compiuto da poco 31 anni, potenzialmente è ancora in grado di giocare per diverse stagioni e di fare molti gol. Il passaggio al Benfica, primo viaggio all’estero di tutta la sua carriera, rappresenta quindi un’occasione importante. Forse l’ultima, decisamente unica. Per cambiare aria, innanzitutto, ma anche per rintuzzare il sacro fuoco delle ambizioni personali. È stato lui stesso a dirlo non appena è atterrato in Portogallo, nella prima intervista rilasciata alla tv ufficiale del club di Lisbona: «Spero di vivere una grande finale di stagione. Ci sono molte partite e trofei da portare a casa. Il Benfica è un club che affronta ogni partita con l’obiettivo di vincere. Per questo motivo, la decisione di venire qui è sicuramente quella migliore per me».

In questo momento il Benfica è secondo in Primeira Liga (la capolista Sporting dista sei punti) ed è ancora in corsa in Champions League: ai playoff sfiderà il Monaco, per poi accoppiarsi eventualmente con una tra Barcellona e Liverpool. Inoltre, la squadra di in Coppa di Portogallo (nei quarti affronterà lo Sporting Braga) e parteciperà al Mondiale per Club in programma a giugno. Insomma, Belotti avrà le sue chance per mettersi in mostra, per contendere il posto a Pavlidis, Akturkoglu, Amdouni, Schjelderup. In questi sei mesi, come se non bastasse, l’ex capitano del Torino potrà anche rispolverare l’amore del Da Luz per i giocatori italiani: negli ultimi vent’anni, infatti, il Benfica e il suo pubblico hanno accolto e coccolato Fabrizio Miccoli, Bryan Cristante e Cher Ndour, a cui va aggiunta la fugace esperienza del terzino Emanuele Pesaresi (11 presenze nella stagione 2001/02, in prestito dalla Lazio). L’esperienza di Belotti nasce da presupposti diversi rispetto a tutti i suoi predecessori, sarà interessante capire a cosa porterà. Potrebbe aiutarlo a tornare indietro di qualche anno, ai tempi del Torino, ma basterebbe anche rimandare indietro il nastro fino agli Europei 2021. Che Belotti, tanto per dire, ha vinto da protagonista.