Più di cinque anni fa, lo ricorderete, Ansu Fati sembrava Lamine Yamal prima di Lamine Yamal: i suoi esordi col Barcellona, un Barcellona ancora votato al dominio tecnico ed emotivo di Leo Messi, furono a dir poco accecanti. E convinsero tutti che Fati potesse essere davvero l’erede del fuoriclasse argentino. Poi, come sappiamo, le cose sono andate in maniera molto diversa: le stagioni in cui Ansu avrebbe dovuto confermarsi sono state fatte di infortuni, di incostanza, di ritorni solo momentanei allo splendore delle prime partite. Fino a che, un anno fa, il Brighton di De Zerbi non offrì una possibilità di rilancio in un ambiente diverso, forse meno esigente. Il problema è che neanche quell’avventura ha dato dei frutti convincenti, anzi. E così oggi il Barcellona si ritrova un giocatore di 22 anni che però sembra già avviato al declino, che ha pochissimo spazio in una squadra che parla una lingua tutta nuova. E che, giusto per rendere il tutto ancora più malinconico, viene considerato un peso, un ostacolo nel piano di risanamento finanziario della società, visto l’enorme stipendio che percepisce.
Ovviamente anche Ansu Fati ha la sua fetta di colpe in questa situazione così avvilente. In una delle ultime conferenze stampa, il suo allenatore Hansi Flick ha spiegato che «Ansu è rimasto vittima di un infortunio ma non ha avuto la forza di reagire. Non ha dato il massimo per conquistare il suo posto in squadra. È un peccato per noi e per lui. Cosa deve fare per tornare a giocare? Allenarsi e dimostrare che sta migliorando». Dal punto di vista puramente statistico, in effetti, il contributo di Ansu Fati alla stagione del Barça è praticamente nullo: in una partita giocata da titolare e otto da subentrato, per un totale di 186 minuti passati in campo, ha messo insieme zero gol e zero assist. È andato a Gedda, dove la squadra di Flick ha conquistato la Supercoppa di Spagna, ma ha assistito dalla tribuna alla semifinale e alla finale del torneo.
Ma cos’ha davvero Ansu Fati? Dov’è finito quel talento esplosivo che l’aveva portato, quando era ancora un adolescente, a essere considerato un potenziale fuoriclasse? Secondo quanto raccolto e riportato dal quotidiano El País, i problemi fisici che lo tormentano potrebbe essere legati alla «sindrome del tendine del ginocchio corto», una condizione che genera maggior rigidità nel bicipite femorale e gli impedirebbe di fare sforzi prolungati e continuativi. Tre anni fa Fati decise di non sottoporsi a un intervento chirurgico proposto dal Barça per provare a risolvere definitivamente la situazione, e ora pare che stia pagando quella scelta. Con gli interessi.
Anche perché, soprattutto dopo l’esperienza negativa al Brighton, è molto difficile che una squadra europea punti su di lui. Inoltre, come detto, il suo contratto è davvero pesantissimo: il rinnovo firmato nel 2021 gli ha garantito uno stipendio insostenibile per la maggior parte dei club, alcune fonti riportano che Fati guadagna otto milioni, altre si spingono fino a quota 12. In ogni caso, si tratta di cifre che rendono prigioniero lui e il Barcellona. Nelle ultime ore si sta parlando di un possibile interessamento del Como, e il fatto che Flick abbia detto testualmente che «Ansu non mi ha chiesto di andar via, non ho pensato a come reagirei se lo facesse» è un possibile indizio. Magari il suo tentativo di riprendersi il futuro potrebbe passare dall’Italia.