Un Clásico in finale non aveva certamente bisogno di ulteriori polemiche. Eppure nelle ultime ore il prepartita dell’ultimo atto della Copa del Rey si è decisamente infuocato. Si è parlato poco di calcio, poco dello scontro tra Vinícius e Mbappé da una parte e Lamine Yamal e Raphinha dall’altra. Si è parlato soprattutto di arbitri. Alla vigilia del match, in programma allo stadio della Cartuja, a Siviglia, è salita di nuovo la tensione tra il Rel Madrid e la classe arbitrale spagnola. Un avvicinamento surreale, segnato da accuse reciproche, post di fuoco su X e comunicati che hanno rischiato di mettere in discussione persino lo svolgimento stesso della partita.
Tutto ha avuto inizio con la designazione arbitrale. La scelta della federazione di affidare la direzione della finalissima a Ricardo de Burgos Bengoetxea, 39enne basco, ha provocato la dura reazione del Madrid. Il club ha pubblicato sul proprio canale ufficiale, Real Madrid TV, un filmato in cui vengono montati e messi in evidenza una serie di presunti errori arbitrali del direttore di gara in danno alla squadra campione di Spagna e d’Europa. Non è la prima volta che i blancos attaccano così personalmente un direttore di gara, anzi il video si inserisce in una più ampia strategia comunicativa che contesta pubblicamente l’operato della classe arbitrale spagnola.
Este es De Burgos Bengoechea, el árbitro de la final de la Copa del Rey. Nunca ha arbitrado en Champions, en Europa ni en un Mundial. Pero es su 4ª final de Copa en España. No hay explicación.
— gam (@mbaafraude) April 21, 2025
Nella conferenza stampa prepartita, un appuntamento che in Spagna coinvolge anche gli arbitri, De Burgos Bengoetxea ha risposto con commozione a una domanda sulle clip pubblicati da Real Madrid TV: «Ci mettono grande pressione e hanno anche gravi ripercussioni nella vita privata. Quando tuo figlio torna a casa da scuola piangendo perché gli dicono che suo padre è un ladro, è davvero dura. È una situazione assurda». Così ha parlato l’arbitro, che poi ha aggiunto: «È il momento di riflettere sulla situazione attuale del calcio spagnolo: alcuni miei colleghi hanno deciso di scendere di categoria pur di non subire più la pressione dei massimi livelli».
A supporto di De Burgos è intervenuto Pablo González Fuertes, responsabile della sala VAR designata per la finale: «Non c’è dubbio che dovremo iniziare ad adottare misure molto più serie: non continueremo a sopportare quello che stiamo sopportando». Un annuncio forte, che ha contribuito ad acuire il conflitto tra il corpo arbitrale e la dirigenza del Real Madrid. Che, a sua volta, ha optato per la linea dura. Il media day è stato annullato, conferenza di Ancelotti compresa, la squadra si è allenata a parte senza i consueti minuti dedicata a stampa e telecamere e i dirigenti non hanno partecipato alla classica cena prepartita con i colleghi del Barcellona. Per motivare queste decisione, è stato diramato un comunicato: «Il Real Madrid ritiene inaccettabili le dichiarazioni pubbliche rilasciate oggi dagli arbitri designati per la finale della Copa del Rey», si legge nella nota. «Queste proteste, che hanno sorprendentemente focalizzato l’attenzione su un contenuto di un organo di stampa protetto dalla libertà di espressione come Real Madrid TV, dimostrano ancora una volta la chiara e manifesta animosità e ostilità di questi arbitri nei confronti del Real Madrid». Poi il club di Florentino Pérez ha accusato la classe arbitrale di avere «toni minacciosi» e ha accennato a «presunte misure o azioni ben lontane dai principi di correttezza, obiettività e imparzialità». La conclusione, se possibile, è stata ancora più spietata: «Considerata la gravità dell’accaduto, auspichiamo che i responsabili della Federazione spagnola e dell’organismo arbitrale agiscano di conseguenza, adottando le misure necessarie per difendere il prestigio delle istituzioni che rappresentano».
Come riportato da Marca, il Real Madrid avrebbe chiesto il cambio della designazione arbitrale. La Feederazione si sarebbe rifiutata e il club avrebbe quindi valutato, anche solo per pochi minuti, di non presentarsi alla partita. In questo contesto già caldo, non si è fatta attendere la presa di posizione di Javier Tebas, presidente de La Liga, affidata come di consueto a un post su X. «Non gli piaccio io perché non faccio quello che vuole lui», ha scritto Tebas riferendosi a Florentino Pérez, con cui da mesi fa la guerra. «Non gli piace Ceferin perché non fa quello che vuole lui. Non gli piace Louzán (il presidente della RFEF, la Federcalsio spagnola) perché non fa quello che vuole lui. Non gli piacciono i commentatori TV o la riforma degli arbitri perché non è quel che vuole lui». Il numero uno del campionato spagnolo ha poi proseguito, criticando la reazione del club: «Dopo le proteste degli arbitri, esausti, lui risponde annullando la conferenza stampa, l’allenamento, gli eventi ufficiali e fa trapelare che potrebbe non giocare la finale. Lui non protesta, mette pressione; lui non si lamenta, minaccia; lui non vuole migliorare il calcio, vuole solo il suo calcio».
Esto no es fútbol, es control de poder.
❌ No le gusta Tebas porque no le hace lo que él quiere.
❌ No le gusta Ceferin porque no hace lo que él quiere.
❌ No le gusta Louzán porque no hace lo que él quiere.
❌ No le gustan los comentaristas de TV porque no dicen lo que él…— Javier Tebas Medrano (@Tebasjavier) April 25, 2025
Per cercare di far rientrare la situazione, il management del Real Madrid ha smentito l’ipotesi del ritiro con un secondo comunicato ufficiale: «Alla luce delle indiscrezioni emerse nelle ultime ore», si legge in questa nota «il Real Madrid comunica che la squadra non ha mai preso in considerazione l’idea di ritirarsi dalla finale di domani. Il nostro club comprende che le dichiarazioni infelici e inappropriate rilasciate dagli arbitri designati per questa partita non possono macchiare un evento sportivo di importanza mondiale.Per rispetto di tutti i tifosi che hanno in programma di recarsi a Siviglia e di tutti coloro che si trovano già nel capoluogo andaluso, il Real Madrid ritiene che i valori del calcio debbano prevalere, nonostante l’ostilità e l’animosità manifestate ancora una volta oggi nei confronti del nostro club dagli arbitri designati per la finale».
Se le parole di Tebas si innestano in un contesto di contrasti asprissimi tra Liga e Real Madrid su più svariati argomenti, dalla gestione dei diritti tv al calendario, è pur vero che Florentino Pérez si sta scontrando con tutte le istituzioni che gli capitano a tiro. Come sottolineato da Relevo, il Madrid non ha inviato nessun rappresentante alla cerimonia del Pallone d’Oro per contestare l’elezione di Rodri al posto di Vinicius e ha limitato al massimo le interviste con le televisioni spagnole. Movistar, bandita da due anni dalle strutture del club, ha diritto solo ai sette minuti pre partita e durante il match contro il Getafe al Bernabeu è stata costretta a trasmettere da un camion fuori dallo stadio. Anche a Dazn sono state interdette le domande flash all’intervallo e nel post. Insomma, Pérez sta combsattendo una guerra che è davvero totale, trasversale.
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