Pare che l’Arabia Saudita voglia prendersi l’Aston Martin, Verstappen e dominare la Formula Uno

Costo complessivo dell'operazione: oltre 1,5 miliardi di dollari. E il contratto che sarebbe già pronto per il pilota olandese diventerebbe il più ricco della storia del motorsport.

Principe pigliatutto. In un colpo solo, l’Arabia Saudita di Mohammad bin Salman starebbe preparando una gigantesca operazione multidimensionale nel mondo dei motori: assicurarsi le prestazioni di Max Verstappen, uno dei migliori piloti della storia, e comprare al contempo l’emergente scuderia Aston Martin, facendo decollare le ambizioni del team in Formula Uno. Costo complessivo? Quasi due miliardi di dollari, contando anche il maxi-investimento già sostenuto per trasportare il Gran Premio saudita da Gedda ai dintorni di Riyad. Cifre fuori da ogni portata, ma non per il Public Investment Fund (PIF) – di proprietà del principe ereditario – che ne vale circa 925. Con questi fondi, come dire, è facile andare a riscrivere le gerarchie del motorsport.

Partiamo dalla notizia del giorno: la faraonica offerta a Verstappen. Secondo quanto riporta la Gazzetta dello Sport, il quattro volte campione del mondo sembra intenzionato a dire addio alla Red Bull a fine stagione. E sul suo futuro è piombato così il Fondo sovrano dell’Arabia Saudita: pronto un triennale da 264 milioni di dollari, 88 a stagione (l’olandese attualmente ne prende 50). Si tratterebbe di gran lunga del contratto più ricco della storia della Formula Uno – eppure non è fuori dagli straordinari schemi del Fondo PIF, che nel mondo dello sport business ha già stanziato cifre analoghe, se non superiori, per portare Cristiano Ronaldo all’Al-Nassr e Jon Rahm al centro del LIV Golf. Insomma, tutte le strade portano a Bin Salman. E per Verstappen, a quasi 28 anni, sarà molto difficile dire di no.

Anche perché non andrebbe a predicare nel deserto. Attorno a lui, gli ambiziosi sauditi starebbero infatti completando l’acquisizione del team Aston Martin, che già sponsorizzano e possiedono per il 20%. «Potrebbe succedere molto presto», ha confermato Khalid Al-Faisal, anziano consigliere del principe ereditario. «Comprare una scuderia di Formula Uno, per gli investitori implicherebbe ulteriori margini di profitto. Visto che l’operazione sarebbe garantita dal Fondo PIF. Mentre la principale competizione automobilistica sta raggiungendo nuovi mercati, portando a una crescita delle vendite globali. Un team saudita domani non sarebbe più una sorpresa». Inoltre l’Aston Martin, fondata nel 2019 e valutata 900 milioni di dollari quattro anni più tardi, va in cerca di un compratore. Sono in pochi quelli in grado di completare l’affare. Riyad ha già un piede nella struttura societaria. E il fascino del brand, reso celebre in tutto il mondo da James Bond in poi, combacia ulteriormente con i progetti extra-lusso prescritti da Bin Salman.

Ultimo tassello: un nuovo circuito. La rapidissima crescita della Formula Uno in Arabia Saudita – che fino al 2018 vietava la guida alle donne, restrizione non a caso abolita – ha avuto un’impennata a partire dal 2021, quando venne inaugurato il circuito di Gedda, il più veloce tracciato urbano al mondo. Già all’epoca però aveva i connotati di una soluzione temporanea, visto che l’obiettivo dichiarato dai reali era innalzare un avveniristico autodromo nella città di Qiddiya, per ospitare tutte le categorie della FIA a quasi 50 chilometri dalla capitale. Il sito è attualmente in costruzione e potrebbe essere pronto per il 2029. Chissà, magari verrà inauguruato con una vittoria dell’Aston Martin guidata da Verstappen. Costo dell’opera: altri 480 milioni di dollari, per farne l’evento di punta della Formula Uno. E a quel punto il l’impronta saudita sulla manifestazione sarebbe totale. Si potrebbe parlare di dominio. E per prendersi il dominio non si bada a spese, soltanto al volere di sua maestà.

Leggi anche