Il calcio secondo Pully, intervista alla mascotte del Cagliari

Dal meme sotto la curva al viaggio in traghetto: abbiamo fatto quattro chiacchiere con la mascotte più famosa di tutta la Serie A.

Tutti conoscono Pully. Sempre al fianco dei giocatori del Cagliari, viaggia in giro per l’Italia, è un simbolo della Unipol Domus. Ma qual è la storia che si nasconde sotto le piume della mascotte più famosa di tutta la Serie A? Così abbiamo contattato il fenicottero per farci raccontare un po’ della sua vita ai nostri microfoni. E ha accettato al volo.

Ma partiamo con ordine. Dallo stagno Molentargius, per essere precisi. È il più grande di tutta Cagliari e si trova a pochi passi dalla spiaggia del Poetto. Pully conosce bene questo posto: ci ha passato tutta l’infanzia con la sua famiglia. Ma quando all’inizio del 2023 sta svolazzando verso Molentargius non è un giorno come gli altri. È emozionato, le sue piume tremano. Perché a chiamarlo è stato il Cagliari. Sulle rive dello stagno si sono radunati tantissimi volatili: ognuno colorato, ognuno con un becco diverso. Sono in fila, stanno aspettando il loro turno per il provino che offre un posto nei panni della mascotte del Cagliari. Sappiamo tutti com’è andata a finire: Pully ha convinto la società prendendosi la maglia rossoblù. E oggi è una vera e propria star. Anzi, la mascotte più conosciuta in Italia. Sicuramente la prima a saltare sopra un traghetto. Pully è più di un pupazzo gigante che balla e agita le braccia prima delle partite. Tutti gli vogliono bene. La sua missione è chiara: portare serenità e positività. Che sia con la sua camminata ciondoloni o con un balletto. E allora voliamo con Pully.

Ⓤ: Pully, puoi raccontarci qualcosa in più sulle tue origini? 

Sono nato a dicembre 2022, ma la mia prima volta allo stadio è stata il 14 gennaio 2023, all’Unipol Domus. Era la prima di Claudio Ranieri, vincemmo 2-0 contro il Como, stava nascendo una nuova pagina della storia del Cagliari che tuttora viene scritta e che ha già conosciuto pagine splendide. La promozione di Bari con il gol di Pavoletti, la salvezza a Reggio Emilia, tante partite al fulmicotone, una marea di esperienze dentro e fuori dal campo. E io ho avuto la fortuna di esserci sempre, grazie ai ragazzi del Cagliari.

Ⓤ: Cosa ti rende un fenicottero più bravo degli altri?

Oh, grazie per questo bel complimento. Non saprei, forse il fatto che tifo così tanto e che non lascio mai soli i ragazzi! Loro rappresentano la squadra della mia città e della Sardegna, entrambe famose per moltissime eccellenze paesaggistiche, storiche e culturali, ma anche per noi fenicotteri che popoliamo le varie lagune regalando uno spettacolo meraviglioso, a detta di tutti. Mi piace stare al loro fianco in ogni momento, e amo partecipare alle tante attività che il Cagliari organizza con i bambini, con chi è più bisognoso, adoro abbracciare le persone allo stadio e in giro per la città. E adesso anche oltre i confini cagliaritani e sardi.

Ⓤ: Come sei stato assunto dal Cagliari? 

Ho sentito in giro che i bambini della Curva Futura stavano scegliendo il nome della mascotte del Cagliari, che sarebbe stata legata non solo all’aspetto sportivo ma anche a tante iniziative legate alla solidarietà e alla sostenibilità. Io sono un pullo, il piccolo dei fenicotteri, e siccome il calcio non ha età o genere sono stato battezzato “Pully”. Non è stato facile, siamo stati radunati a Molentargius – il grande stagno di Cagliari – e alla fine dopo tanti colloqui hanno scelto me.

Ⓤ: C’erano altri volatili con te al colloquio?

Tantissimi, tutti come me appena nati e alle prime… ali. La Sardegna d’altronde è uno dei territori del Mediterraneo con la fauna più varia! Volete sapere la verità? Credo che abbia fatto la differenza la mia voglia di divertirmi e la mia spensieratezza. Siamo spesso presi da mille impegni e tanto stressati, a me invece basta ballare un po’ per dimenticarmi di tutto e questo credo sia piaciuto al Cagliari! Anche la mia tipica camminata potrebbe aver fatto la differenza.

Ⓤ: ⁠La tua immagine al fianco della squadra sotto la curva nei momenti difficili è diventata iconica: ci racconti come nasce?  

Nasce spontaneamente. Conosco bene i ragazzi e so che danno sempre il massimo. Per questo io sono al loro fianco anche nei momenti più difficili: troppo facile esserci solo quando le cose vanno bene! L’episodio diventato virale è quello dopo la partita con il Napoli, non pensavo colpisse così tanto e che facesse il giro del mondo perché i nostri tifosi erano già abituati a vedermi sotto la curva dopo le sconfitte. Ma se quel momento ha trasmesso leggerezza al di là di un risultato sportivo negativo – perché il calcio rimane pur sempre un gioco – io non posso che esserne felice.

Ⓤ: ⁠Sei il migliore amico dei calciatori: con chi hai legato di più?

Tantissimi, devo dire che sono molto carini con me. Ricordo Giorgio Altare che di peso mi prendeva e portava in giro per il prato, Nahitan Nandez mi ha dato qualche pacca un po’… forte! E ancora Sebastiano Luperto, Nadir Zortea, Zito Luvumbo, sono sempre tra i primi a voler festeggiare e farsi la foto con me. Li adoro!

Ⓤ: Pully non è soltanto una mascotte: è l’eroe dei bambini, l’amico dei tifosi. Che effetto ti fa essere parte della Unipol Domus?

È meraviglioso, ormai grandi e piccini mi danno appuntamento sui social durante tutta la settimana. Quando parte la musichetta e devo entrare prima del riscaldamento l’emozione è molto forte e ci divertiamo a fare foto e scherzare a ridosso delle tribune! In molti poi mi chiedono di aprire un profilo Instagram o TikTok: ma io sono ancora un cucciolo, non posso avere i social! Quando sarò più grande magari ci penseremo, per ora mi godo la mia infanzia e la mia privacy durante la settimana.

Ⓤ: Sei anche la prima mascotte calcistica ad aver preso un traghetto. Come è andato il viaggio?

Che esperienza, ragazzi! Grazie a Moby – io che non so volare – ho potuto raggiungere Genova da Cagliari e poi da Porto Torres attraversando la Sardegna. Viaggiare in nave per noi sardi non è mai stato semplice: ci vuole molto tempo, ci si stanca, ma siamo gente che non si arrende mai per raggiungere l’obiettivo e soprattutto per il nostro Cagliari. E così abbiamo fatto anche questa nuova avventura.

Ⓤ: Hai incontrato Grifo e Milanello, mascotte di Genoa e Milan, sono simpatici?

Moltissimo, Grifo mi ha fatto conoscere la sua splendida città, offrendomi cappuccino e focaccia; abbiamo riso di quando anche lui è sceso in Sardegna, lo considero un amico. Così come Milanello, ci siamo visti all’Arena di Milano e abbiamo vissuto insieme un pomeriggio pazzesco con le nostre formazioni Primavera. Tanti sardi, i nostri giovani, che bello. Sì, ringrazio Grifo e Milanello per la loro gentilezza, e chissà che magari presto non ci ritroveremo magari insieme anche ad altre mascotte del calcio italiano!.

Ⓤ: Qual è il tuo sogno nel cassetto?

Beh ne ho tanti, la mia anima è ambiziosa proprio come mi insegnano da sempre al Cagliari. Ma il mio sogno più grande forse lo sto già realizzando, quello di diventare un’icona positiva per tutti. Per i bambini e per gli adulti, per chiunque sia alla ricerca di positività nella propria vita e veda nel calcio un veicolo di solidarietà e inclusione. Un modo per sentirsi uniti e tutti uguali nel segno del divertimento e dello sport.

Ⓤ: Hai un progetto per il futuro che ci puoi spoilerare?

Stiamo lavorando per implementare sempre di più il nostro merchandising legato anche a me. E poi devo dire che mi piacerebbe fare altri viaggi insieme al Cagliari nell’ambito dei vari progetti. So che ci sono dei discorsi avviati a livello calcistico e non solo su USA e Cina, sarebbe fantastico portare un po’ di Pully e di Cagliari anche dall’altra parte del mondo, no? Ciao a tutti e ci vedremo presto!

Sarebbe bello. È impossibile non voler bene a Pully.