Nel cuore pulsante della Milano Design Week, BMW ridefinisce il significato di design automobilistico. Non più solo carrozzeria, motore e aerodinamica, ma un progetto culturale, sensoriale e collettivo. È il passaggio da una visione tecnica a un linguaggio emotivo e identitario, che integra arte, moda, arredamento, tecnologia e sostenibilità. È qui che il design incontra il vissuto delle persone, plasmando non solo automobili, ma esperienze.
Lo ha fatto presentando “Vibrant Transitions”, un’installazione immersiva e sensoriale che celebra l’approccio integrato alla mobilità del BMW Group, unendo tutti i suoi brand in un’esperienza coinvolgente. L’installazione potrà essere visitata dall’8 al 13 aprile, nella nuova House of BMW 3.0, inaugurata per l’occasione nello storico Palazzo Borromeo d’Adda, in Via Alessandro Manzoni 41.
Attraversando corridoi scanditi dai colori, i visitatori possono scegliere tra tre percorsi differenti, ma complementari, che conducono alla scoperta dei mondi tematici BMW e MINI, e ognuno è libero di scegliere da dove partire. Al centro dell’installazione, all’interno di una galleria creata con una varietà di materiali, texture, luci ed effetti sonori, si trova il nuovo BMW Panoramic iDrive. Un secondo percorso, nel cortile del Palazzo, conduce alla BMW X3 “Designer’s Choice”. Infine, la MINI Neon Garden City ospita la nuova MINI Cooper Electric e il concept dello scooter CE 02 completamente elettrico by MINI Design.
Un design che ascolta il mondo
Abbiamo avuto l’opportunità di partecipare a una round table con Holger Hampf, Head of MINI Design, e Claudia Frässdorf, Head of BMW Group Color & Material Design, che ci hanno raccontato sfide e approcci per il design del futuro. Holger Hampf lo dice chiaramente: «Non si tratta più soltanto di progettare forme e volumi. Oggi il design include luci, suoni, materiali, colori, software, sensazioni». Il design automobilistico è diventato un ecosistema complesso e dinamico, fatto di dialoghi e scelte consapevoli. L’esperienza utente non si esaurisce nell’estetica. È fatta di ergonomia, di interfacce intuitive, di sensazioni visive e tattili, di valori condivisi.
Questo approccio impone una nuova organizzazione: multidisciplinare, trasversale, inclusiva. Nei centri stile del gruppo BMW lavorano insieme designer d’interni, specialisti di UI, ingegneri, esperti di materiali, coloristi e storyteller. Tutti portano una prospettiva diversa. Tutti contribuiscono a un unico obiettivo: creare esperienze di valore.
Quando l’auto si ispira all’arte, alla moda e al design d’interni
Claudia Frässdorf ha una formazione da textile designer. Il suo background le permette di vedere l’automobile non solo come un oggetto, ma come uno spazio da abitare, un’estensione dello stile di vita. Per questo, il dialogo con il mondo del design è centrale: «La nostra sfida è rendere l’abitacolo un luogo emozionante e coerente con l’identità di chi lo vive».
Molti materiali utilizzati oggi nei veicoli nascono nel settore arredo e vengono reinterpretati per rispondere a requisiti tecnici severissimi: resistenza, sicurezza, durabilità, ecosostenibilità.
Scegliere un colore per un’auto non è una decisione estetica. È una scelta strategica, spesso frutto di anni di ricerca. Dietro ogni tinta ci sono test tecnici, dialoghi con i fornitori, simulazioni su superfici diverse, ma soprattutto una visione del cliente finale.
Il colore ha il potere di sottolineare una forma, rendere riconoscibile un brand, creare connessioni emozionali. In un’epoca in cui il design è anche narrazione identitaria, la palette cromatica di un modello è parte integrante del suo posizionamento culturale. «Non basta che un colore sia bello: deve valorizzare le forme, rispettare la filosofia del brand, generare emozioni», sottolinea Frässdorf.
Tecnologia e design: contaminazione virtuosa
«La qualità di un’auto oggi si misura anche da quanto è semplice accedere alle sue funzioni», dice Hampf. Il rapporto tra design e tecnologia è sempre più stretto. I confini tra le competenze si sfumano: oggi un designer deve capire l’interazione digitale, e un ingegnere può proporre soluzioni estetiche. È il principio della contaminazione virtuosa.
Un ambito emblematico è quello dell’interfaccia uomo-macchina (HMI): oggi uno dei principali fattori di gradimento per un’auto. Velocità di accesso alle funzioni, ergonomia dei comandi, fluidità visiva dell’interfaccia. Tutto concorre alla percezione di qualità.
L’abitacolo come spazio personale e sensoriale
L’automobile del futuro è uno spazio polifunzionale: si lavora, si ascolta musica, si pensa, ci si rilassa. Soprattutto con l’avvento della guida autonoma, l’interno dell’auto diventerà una “stanza mobile”, progettata per rispondere a nuovi usi e nuove sensibilità.
In questo scenario, il design dei materiali assume un ruolo chiave: texture, morbidezza, lucentezza, traspirabilità. «I materiali devono raccontare qualcosa. E devono farlo con la stessa precisione con cui un musicista scrive una melodia», dice Frässdorf. «L’auto è sempre più un ambiente immersivo. Un luogo da vivere, non solo da guidare».