Una delle ultime grandi discussioni del calcio italiano riguarda il tempo che gli allenatori, ovviamente durante le partite, trascorrono dentro o fuori dalla propria area tecnica. Prima di andare avanti, è necessario fare un disclaimer regolamentare: per area tecnica si intende quello spazio rettangolare, disegnato davanti alle panchine, in cui i tecnici e i loro collaboratori possono muoversi liberamente, in modo da rivolgersi più facilmente ai giocatori in campo; il regolamento dispone che questo spazio disti un metro da ciascun lato delle panchine, e che si protragga verso il terreno di gioco fino a un metro di distanza dal terreno di gioco stesso. Chiarito questo punto, è chiaro che si tratti di una porzione limitata, in cui non è facile rimanere confinati per 90 minuti più recupero, soprattutto se teniamo conto dell’agitazione, dell’eccitazione, della concitazione che travolgono gli allenatori durante le partite. Anche in Inghilterra si sono chiesti come e quando i manager di Premier League finiscano per andare oltre lo spazio loro concesso, e alla fine è venuto fuori che violare l’area tecnica è un evento abbastanza frequente. Certo, ci sono degli allenatori “vivaci” e altri che si muovono meno, ma il dato oggettivo è che succede spesso. Precisamente, guardando alla media, per un quarto del tempo.
Questa rilevazione è basata sulle partite dell’ultimo turno di Premier League, a cui la BBC ha inviato un giornalista che si è occupato di compilare una vera e propria heatmap degli allenatori. Del tutto simile a quella che viene fatta per i giocatori, ovviamente guardando verso quello che succede nei pressi delle panchine. Ne è venuto fuori che i tecnici delle squadre inglesi passano più del 64% delle loro partite all’interno dell’area tecnica. Per quanto riguarda il tempo da seduti, siamo nell’ordine del 13%. Tutto il resto delle gare, quindi poco meno del 25%, viene vissuto in un territorio che in teoria sarebbe vietato dal regolamento: ai lati o comunque davanti rispetto all’area tecnica. Se volete i dati precisi, ecco la mappa redatta dalla BBC:
Andando nel dettaglio, scopriamo che gli allenatori che hanno trasgredito di più le regole sono Nuno Espírito Santo (Nottingham Forest, 82% del tempo fuori daall’area tecnica), Unai Emery (Aston Villa, 63%) e Ivan Juric (Southampton, 58%). Tutti gli altri sono sotto il 40%. Tra i “buoni”, invece, troviamo Eddie Howe (Newcastle, 1%), Ruud van Nistelrooy (Leicester, 1%) Marco Silva (Fulham, 0%), Kieran McKenna (Ipswich Town, 0%) e Arne Slot (Liverpool, 0%).
Alla BBC, giustamente, si sono chiesti: che tipo di impatto può avere un allenatore che dà tante indicazioni, che si muove tanto, che a volte supera i confini della sua area tecnica pur di avere un contatto più diretto coi suoi calciatori? Gillian Cook, docente di psicologia dello sport e della performance alla Liverpool John Moores University, ha spiegato che «se tu allenatore stazioni fuori dalla panchina, i giocatori ti vedono e ti sentono di più. Sanno anche che sei lì, quindi puoi avere un effetto positivo su di loro. Anche i manager possono giovarsene: uscire dall’area tecnica è un modo per allontanarsi dal confronto con gli altri membri dello staff, per evitare il sovraccarico sensoriale e restare solo coi tuoi pensieri. In modo anche da provare a regolare le emozioni, l’adrenalina del momento». Insomma, forse gli allenatori avrebbero bisogno di un’area tecnica leggermente più grande. Potrebbero giovarsene tutti.