Nella rosa del PSG che ha appena conquistato il suo 13esimo titolo nazionale ci sono quattro calciatori portoghesi. Si tratta di Gonçalo Ramos, Vitinha, Nuno Mendes e João Neves, tutti giocatori Under 25 (Vitinha è l’unico che tocca i 25 anni d’età) e tutti arrivati a Parigi nelle ultime quattro stagioni. E allora si può dire: esiste una connessione molto forte tra il “nuovo” PSG – quello che in qualche modo è succeduto alla squadra di Neymar, Mbappé e Messi – e il Portogallo, sublimata nell’influenza che i giocatori della Seleção hanno nell’organico a disposizione di Luis Enrique. E che hanno avuto anche nel recente passato: tra il 2017 e il 2023, anche Gonçalo Guedes, Danilo Pereira e Renato Sanches sono passati per il PSG. Va bene, non hanno lasciato grandissime tracce. Ma la tendenza è chiara e inoppugnabile.
A questo punto, non è difficile immaginare che questo legame sia frutto di una collaborazione più o meno ufficiale con Jorge Mendes, probabilmente il procuratore – e quindi l’uomo – più potente del calcio mondiale. Di certo uno dei più ammanicati. Col tempo, il peso dell’agente portoghese sul PSG è cresciuto in maniera esponenziale: basti pensare che, oltre a tre dei quattro portoghesi attualmente in rosa (solo Nuno Mendes è seguito da un’altra agenzia), Luis Enrique allena altri due giocatori sotto contratto con la Gestifute, Bradley Barcola e Warren Zaïre-Emery. Inoltre, come se non bastasse, anche Marco Asensio – attualmente in prestito all’Aston Villa, ma ancora di proprietà del PSG – è parte della scuderia di Mendes.
Un altro aspetto di cui tener conto riguarda Luís Campos, dirigente portoghese nonché direttore sportivo del PSG dal giugno 2022: da sempre si parla di lui come di una figura molto vicina a Mendes, al punto che diversi tifosi parigini sono arrivati a criticarlo per questo suo legame, ovviamente condizionati dalla paura che il super-agente portoghese potesse acquisire troppo potere nella costruzione della squadra. Ora, però, gli attriti sembrano essere terminati: proprio in occasione dell’ultima partita contro l’Angers, durante i festeggiamenti in campo per il titolo, sugli spalti è apparso uno striscione in cui Campos veniva invitato a rimanere a Parigi nonostante il contratto in scadenza a giugno prossimo. Perché “il tuo futuro è qui”.
È chiaro che gli ottimi risultati del PSG – la squadra di Luis Enrique ha vinto il titolo, non ha ancora perso una partita di Ligue 1, è in finale di Coppa di Francia e dovrà giocare i quarti di Champions contro l’Aston Villa – abbiano un peso significativo, se guardiamo alla “tregua” concessa a Campos e quindi a Mendes. Anche perché, almeno secondo le notizie e le indiscrezioni che arrivano dalla Francia, il procuratore portoghese continua ad avere un ruolo centrale nel mercato del Paris. Anzi, negli ultimi mesi il suo contributo sarebbe stato decisivo per chiudere diverse trattative di mercato, tra cui quella che ha portato all’acquisto di Khvicha Kvaratskhelia dal Napoli. In passato, anche le operazioni relative a Cher Ndour e Kang-in Lee sono state seguite da Mendes. Che nel corso degli anni ha saputo imporsi come dirigente-ombra di molti club, ma mai con un’influenza così forte. Insomma, siamo di fronte a una sinergia piuttosto significativa, per gli equilibri politici del calcio mondiale.