Non ci sono molti difensori in circolazione come Oumar Solet

Il difensore dell'Udinese ha segnato uno splendido gol contro l'Inter, poi il suo allenatore ha detto che «presto potrebbe giocare dappertutto, anche nell'Inter». E non è l'unico a pensarla così.

Stop di petto a centrocampo, il rinvio lungo di Sommer che diventa un assist. Poi giù come un treno: al 70esimo di Inter-Udinese, nessun giocatore nerazzurro riesce a fermare Oumar Solet per 40 metri palla al piede. Difensore travestito da raffinato numero 10, destro piazzato a riaprire la partita e ad ammutolire San Siro. Non è bastato alla squadra di Runjaic per cambiare l’inerzia e l’esito dell’incontro contro la capolista, ma nella domenica che ha mandato un segnale chiaro per lo scudetto l’unica nota di disturbo ha preso i contorni di questo rookie della Serie A che per un attimo si è fatto beffe dell’Inter. Lasciandovi pure un bel biglietto da visita.

Dopo appena tre mesi dal suo ingresso nella rosa dell’Udinese, e undici presenze dal suo esordio, a Solet la dimensione della squadra bianconera sembra essere già stretta. A dirlo, per ultimo, è proprio l’allenatore dell’Udinese nel postpartita: «Oumar è un grande uomo e un grande giocatore. Non è ancora al top, ha ampi margini di miglioramento. Ma potrebbe giocare anche nell’Inter». E che Solet fosse già sul taccuino nerazzurro, prima che lo comprasse l’Udinese, non è un mistero. Lo conferma Nani, group technical director dell’Udinese: «Per fortuna i nostri ragazzi non piacciono solo all’Inter», ha detto nelle interviste postgara. Mirino delle big sintonizzato.

Solo che se i primi due contano 130 partite alle spalle in Serie A, a Solet ne sono bastate meno di un decimo. Fatto di difesa dura, gran fisicità, dominio del gioco aereo. E tanta personalità, non solo quando si tratta di calare l’assolo contro i campioni d’Italia. «Prendetemi al Fantacalcio, sarò un grande affare», si presentava lui all’arrivo nel nostro torneo, ben conoscendone vizi e virtù. «Voglio vincere ogni duello, contro chiunque». Solet si sta dimostrando ottimo profeta: una sola insufficienza in undici gare, un gol, un assist e media voto del 6,5 spaccato. Più di Bastoni e Buongiorno (si scherza, ma questo è).

Sorge allora una domanda: com’è possibile che se lo sia aggiudicato l’Udinese a parametro zero? Affare blindato in sordina con un triennale, lo scorso settembre, per poi aspettare l’arrivo del giocatore a gennaio. Solet è cresciuto nel Lione, ma nelle ultime quattro stagioni s’è fatto le ossa al Salisburgo. Con tanto di vetrina europea: 16 gettoni in Champions League, a drizzare le antenne dei reattivismi scout bianconeri, guidati da Gokhan Inler. L’unica cosa che mancava al difensore – nel suo cv anche l’intera trafila delle giovanili con la Nazionale francese, un vivaio dove il talento non manca – era la prova del nove in un grande campionato. Forse è per questo che nessun top club ha osato farsi avanti sul serio, nemmeno valutando un’eventuale cessione in prestito. Questione di tempi, di spazi in rosa. Così l’Udinese non si è fatta pregare. Oggi si gode Oumar, domani la prossima plusvalenza. È già cosa certa.

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