Matteo Politano è uno dei giocatori più sottovalutati della Serie A

Il gol contro il Milan suggella un periodo eccezionale per l'esterno del Napoli, con Conte ma anche in Nazionale.

Da solo, vicino ai cartelloni pubblicitari, le braccia al cielo, con stanchezza ma anche soddisfazione. Tra le esultanze più potenti di Napoli-Milan non c’è solo quella di Antonio Conte a fine partita, ma anche quella di Matteo Politano sul 2-0 di Lukaku. Un’immagine che riassume perfettamente la serata dell’esterno, diviso tra la gioia del gol  e la fatica di un lavoro estenuante nella doppia fase, offensiva e difensiva. È così, grazie a questa sua anima devota al sacrificio, che Politano è diventato un punto di riferimento per Conte. E un leader del Napoli in piena lotta per lo scudetto.

Il processo di evoluzione di Politano non è solo tecnico, ma anche caratteriale: un aspetto non scontato per un ragazzo riservato come lui. Eppure, a Napoli e nel Napoli, Politano ci sta proprio bene. Quando si pensa ai top del campionato il suo nome raramente viene fuori, eppure se ci fosse un premio stile NBA da consegnare al MIP – acronimo di Most Improved Player, giocatore più migliorato – del campionato, Politano sarebbe un serio candidato. La maggior fiducia nei propri mezzi e lo status di titolare fisso consolidato gli hanno permesso di alleggerire il carico mentale, ora può permettersi le giocate più liberamente, non deve centellinarle in modo scientifico come faceva prima, Da calciatore di sistema sa sempre quello che deve fare. La conoscenza del gioco non gli mai mancata, adesso ha aggiunto l’ispirazione pura.

Il gol con cui ha sbloccato il match contro il Milan ne è un esempio. Il taglio alle spalle del terzino è un classico, ma realizzato in questo modo, portando fuori zona Pavlovic attratto dal suo movimento, è una novità. Così come il tiro in controtempo sul primo palo invece della classica conclusione a giro sul secondo. Poi ci sono le certezze costruite da Conte, l’applicazione difensiva e il lavoro di copertura: fin dall’inizio della stagione, il tecnico del Napoli sa che può spremere le sue energie fino all’ultimo. Si è visto anche ieri sera, quando nel secondo tempo Coinceçao ha allargato e allungato la sua squadra, puntando a isolare Leão nell’uno contro uno con Di Lorenzo. I raddoppi di Politano sono stati fondamentali per non abbandonare il capitano al duello con il portoghese, tanto che nell’unica situazione in cui Theo Hernández è riuscito a spezzare il due contro uno, Billing, che aveva seguito il taglio in ritardo, ha steso il francese causando il rigore sbagliato poi da Gimenez.

Il gol di Politano contro il Milan

«Siamo partiti forte, potevamo fare anche il terzo gol, siamo contenti perché nel secondo tempo abbiamo sofferto», ha dichiarato Politano a Dazn nel post partita. Chi meglio di lui poteva confessarlo? Il ritrovato 4-3-3 gli ha diminuito la porzione di campo da coprire rispetto al 3-5-2, in cui era costretto a farsi tutta la fascia. Non solo: gli ha pure concesso più spazio da sfruttare in transizione. Politano non se l’è fatto ripetere due volte. Sempre pronto a fornire un appoggio o a ripartire in profondità, non ha sbagliato un tocco. Una prestazione super che gli è valsa il premio di Man of the Match.

Come detto, però, l’esterno del Napoli potrebbe ambire anche a un altro premio: quello destinato al giocatore che è cresciuto di più durante il campionato, soprattutto rispetto alle attese iniziali. Con Conte, infatti, il primo incontro non era andato benissimo: ai tempi dell’Inter, nel 2019/20, fu proprio l’attuale allenatore azzurro a “causare” la cessione di Politano, inadatto a ricoprire qualsiasi ruolo nel 3-5-2 che caratterizzò quella stagione. Ecco, appunto: le cose sono cambiate anche in questo senso. A Napoli, infatti, Conte ha varato prima il 3-4-3, poi il 4-3-3, infine una serie di infortuni l’ha costretto a inventarsi un modulo spurio, una sorta di mix tra 3-5-2 e 4-4-2: Politano è sempre stato nell’undici di base, e l’ultimo cambiamento di sistema l’ha visto adattarsi anche al ruolo di quinto di centrocampo. Che poi è lo stesso slot occupato in occasione delle ultime due partite della Nazionale, quelle contro la Germania: dal primo minuto a San Siro, dal primo minuto della ripresa a Dortmund.

Spalletti, in pratica, ha quasi dovuto richiamare Politano dopo averlo ignorato per più do un anno. Poi, dopo l’ottima prestazione di San Siro, con tanto assist decisivo servito a a Tonali. in Germania ha scelto proprio lui per rivitalizzare l’Italia dopo un primo tempo da incubo. Il senso ultimo di questa ricostruzione sta nella crescita esponenziale ed esplosiva di Politano, nel fatto che le sue qualità – e una nuova, utilissima duttilità – lo abbiano reso uno dei giocatori più incisivi e determinanti di tutto il campionato. Non ce l’aspettavamo, anche perché in fondo parliamo di un giocatore che ad agosto compirà 32 anni, e invece è proprio così. Merito di Conte, merito anche suo, visto il modo in cui ha saputo reinventarsi e migliorarsi.

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