Spendere 300mila euro per permettere a un giocatore di disputare una partita, una sola, sono davvero tanti. E invece il Girona ha deciso di sborsarli, e così potrà schierare Oriol Romeu nel derby catalano contro il Barcellona. Ma da dove nasce questa situazione? Semplice: dal fatto che il Barça è la squadra che detiene la proprietà del cartellino di Romeu. Ma in ogni caso la faccenda resta ingarbugliata, quindi ha senso fare un po’ d’ordine: agosto 2023, il Barcellona acquista Oriol Romeu proprio dal Girona. Per lui si tratta di un ritorno, visto che è cresciuto nella Masía e poi ha girato tra Inghilterra, Germana e Spagna (Chelsea, Valencia, Stoccarda, Southampton) prima di imporsi ai massimi livelli. La stagione a Barcellona di Romeu non va benissimo, il Girona intanto si qualifica in Champions League per la prima volta nella sua storia e allora ecco l’idea: perché non ripredere Romeu?
Il Barça accetta l’offerta di prestito, solo che inserisce la cosiddetta “clausola de miedo“: la traduzione letterale è clausola della paura, stabilisce che Romeu non possa affrontare la squadra che detiene il suo cartellino. A meno che la squadra dove si trova in prestito, in questo caso il Girona, non versi una cifra al Barcellona. Esattamente quello che ha scelto di fare il Girona, che consentirà a Michel di schierare Romeu nel match di oggi, in programma alle 16:15 allo stadio olimpico di Montjuic.
Per quanto possa sembrare anacronistica, la clausola del miedo è ancora utilizzata in Spagna, dove per altro è stata inventata e introdotta a inizio millennio. Il fatto è che il Barcellona è rimasta una delle poche società che ancora la utilizza nei suoi contratti di prestito: pur facendo valere un suo diritto, è chiaro come dietro questo gesto di poca galanteria ci siano le condizioni disastrose delle casse del club. Come a dire, laddove possiamo legittimamente racimolare qualcosa, perché negarsi questa possibilità?
I rapporti tra Barcellona e Girona, poi, non aiutano. La squadra di Montilivi, infatti, negli ultimi anni ha instaurato un certo feeling con i due club più odiati dal Barcellona, l’Espanyol e soprattutto il Real Madrid – che ha prestato ai catalani Toni Fuidias Miguel Gutiérrez, Javi Hernández e Reinier. Quando il Girona ha bussato alla porta dei vicini per ottenere il prestito di tre giovani, Abde, Collado e Mika Márkol, il Barça ha risposto di no. In tanti datano l’inizio di queste piccole ripicche al 2017, quando il Girona è salito ne la Liga e ha lanciato una campagna speciale per promuovere il primo Clásico catalano. Nello spot si vedeva un bambino che apriva il cassetto della sua stanza e trovava, stirate, le due maglie. Dopo una piccola esitazione, alla fine sceglieva quella bianca e rossa.
Già da prima, però, l’intesa non era delle migliori. «Era difficile trovare un punto di contatto ai tempi di Sandro Rosell e Bartomeu» ha raccontato l’ex presidente del Girona Francesc Rebled a El Confidential. «Quando eravamo in Segunda División, era impossibile parlare con loro. La mia opinione è che il Barça non ha alcun interesse ad aiutare gli altri club catalani e, a quel tempo, avevano una politica di non prestarci giocatori» ha sottolineato l’ex numero uno. La vendita al City Group ha fatto il resto. Il Girona si sta affermando come uno dei club più solidi della Catalogna e ha diminuito la sfera di influenza del Barcellona sulla regione. Per Romeu, quindi, pare che dalle parti del Camp Nou abbiano fatto un’eccezione, forse proprio per sfruttare la clausola della paura. Complici le assenze di altri big come Van de Beek e Iván Martín, difficilmente Míchel avrebbe potuto fare a meno di uno dei suoi leader tecnici. Anche a costo di investire 300mila euro.
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