Un punto a favore per il futuro. Tra i pochi lati positivi della disastrosa gestione di Thiago Motta alla Juve c’è stato il coraggio – talvolta l’ostinazione – di puntare sugli elementi più giovani dell’organico. Da Savona a Mbangula – che, insieme a Bremer, è stato l’unico ad aver pubblicamente ringraziato l’allenatore dopo l’esonero, non a caso – ora arriva la conferma dei dati: a oggi, se guardiamo ai primi cinque campionati europei, la Juventus è l’unico club italiano tra i primi venti per spazio concesso in campo ai giocatori Under 21. Si trova al 13esimo posto, tra i due Manchester e davanti al Real Madrid.
Magra consolazione, penseranno i tifosi bianconeri. Eppure, dal punto di vista patrimoniale, la valorizzazione di Yildiz e di tutti gli altri giovani della rosa è un aspetto da non sottovalutare. Certo, contano ben di più la qualità e i risultati: il fantasista turco è primo per presenze stagionali nella rosa bianconera (41), ma soprattutto nell’ultimo frangente dell’era Motta è apparso in difficoltà – fino al battibecco finale che sta rimbalzando sui quotidiani in questi giorni. Nel complesso però il trend è evidente. 7.653 minuti concessi a dieci giocatori sotto i 21 anni.
L’ormai ex allenatore ha svezzato Mbangula e Savona, facendo assaggiare la Serie A a Rouhi e Adzic, fino a ritagliare un ruolo centrale – forse l’aspetto tecnico più positivo del suo percorso – a Khéphren Thuram. Il fratello di Marcus è appena uscito dall’Under 21 anagrafica in senso stretto, ma è stato di gran lunga preferito a tutti gli altri più esperti centrocampisti a disposizione. Da Koopmeiners in poi. E in questa direzione vanno anche gli innesti di Veiga e Costa. Diverso il caso di Conceiçao, già affermato sul piano internazionale e finora a corrente alternata nella sua avventura a Torino.
Il ringiovanimento della rosa non è sempre sinonimo di traguardi sportivi: al primo posto europeo, in questa speciale graduatoria stilata da Transfermarkt, troviamo infatti lo Strasburgo settimo in Ligue 1. E tra le prime venti, i top club – dal Barça secondo al PSG quarto – si alternano a squadre insospettabili: Reims, Valencia, Southampton – ventesim in Premier League. Nulla insomma che possa minimamente compensare il danno economico provocato dall’esonero e dal fallimento del progetto Motta. Ma se la Juve di Tudor deve ripartire dalle macerie, almeno potrà contare su una pietra solida: i suoi giovani, il campo e le sue complicate vicende, lo conoscono benissimo.
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