Gli allenatori tedeschi sono ancora molto influenti, soprattutto in Inghilterra

L'arrivo di Tuchel sulla panchina della Nazionale è solo l'apice di un trend ormai consolidato.

Qualche anno fa sembrava che gli allenatori tedeschi fossero destinati conquistare il mondo. Da Rangnick e Klopp in poi, la Germania aveva iniziato a produrre – e soprattutto a esportare – un numero altissimo di tecnici. Per questa generazione era stata coniata anche una denominazione ad hoc: erano i laptop trainer, letteralmente allnatori col portatile, perché si caratterizzavano per un approccio scientifico e per una carriera da calciatori piuttosto scarna. Oggi quella rivoluzione – figlia di un progetto a lungo termine ideato e attuato dalla Federazione tedesca – sembra essersi un po’ affievolita, quantomeno come impatto percepito. Se non fosse che il calcio inglese, a sua volta vittima di una conclamata e apparentemente irreversibile crisi del coaching, sta continuando a farsi affascinare da quel tipo di profilo.

L’arrivo di Tuchel sulla panchina della Nazionale dei Tre Leoni è solo l’apice di un trend consolidato: Fabian Hürzeler, che ha riportato il St. Pauli in Bundesliga, ha preso il posto di Roberto De Zerbi al Brighton & Hove Albion; Oliver Glasner sta portando il Crystal Palace a una salvezza comoda: Daniel Farke è al Leeds United ed è sulla strada per ottenere la seconda promozione in Premier League dopo quella conquistata con il Norwich City nel 2019. Se andiamo indietro nel tempo, scopriamo che anche Ralph Rangnick e Jan Siewert, oltre naturalmente a Klopp e Tuchel, hanno guidato una squadra di Premier League. Anche l’austriaco Hasenhüttl e l’americano – ma nato in Germania – Wagner, che possono essere considerati come parte di quella generazione di manager, hanno allenato nel massimo campionato inglese.

I motivi di questa infatuazione sono diversi: i tecnici tedeschi dell’era contemporanea sanno lavorare con i giovani, sono molto preparati tatticamente, allenano gli uomini che hanno senza pretendere acquisti faraonici. Ma soprattutto offrono un gioco rapido e divertente. Poi naturalmente l’esperienza di Jürgen Klopp a Liverpool è come se avesse aperto un canale preferenziale: prima del suo arrivo ad Anfield, infatti, i tecnici tedeschi facevano fatica a trovare una squadra in Gran Bretagna, per ragioni culturali e di rivalità storica. Anzi, di solito dalla Germania si emigrava soprattutto in Spagna, come dimostrano i casi di Weisweiler, Lattek e Heynckes, assunti da diversi club di Liga tra gli anni Settanta e gli anni Novanta.

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Perché non nascono pià tecnici inglesi?

Ora, come abbiamo visto, le cose sono cambiate. I club inglesi sono sempre molto attenti ai tecnici che si affermano in Bundesliga, ma anche a quelli che si formano fin da giovanissimi nei centri federali o nei vivai dei grandi club, basandosi su proposte di gioco moderne, rapide, di grande impatto fisico. Stephen Russell, un ricercatore PhD alla Manchester Metropolitan University che collabora col Manchester United, ha dettoESPN che «il calcio tedesco è una buona tela si cui gli allenatori possono mostrare delle abilità interessanti per le squadre inglesi. Penso il gioco che si pratica in Bundesliga sia particolarmente affine a quello della Premier League, soprattutto se lo paragoniamo allo stile che adottano in Serie A o in Liga. È una questione di intensità, di approccio, quindi di metodologie».

Non a caso, quindi, si comincia già a parlare di un nuovo esodo dalla Germania all’Inghilterra. Gli allenatori candidati a un posto in Premier League sono Dino Toppmöller e Sebastian Hoeness, attualmente sulla panchina – rispettivamente – di Eintracht Francoforte e Stoccarda. Entrambi sono già stati accostati a diverse squadre inglesi. Dovessero attraversare la Manica, non mancherebbero i connazionali a cui chiedere consiglio per ambientarsi.