Chiamatela gestione del patrimonio. O del minutaggio: a questa voce, il Chelsea – sì, la stessa squadra che ha speso miliardi di euro per un mercato caotico – non ha rivali al mondo. A rivelarlo è l’ultimo rapporto settimanale del CIES Football Observatory, che ha stilato una speciale classifica sul “tempo d’impiego garantito” ai calciatori dei club rispetto alla loro situazione contrattuale. E i Blues di Enzo Maresca, fra tutti, sono quelli che offrono maggior spazio a chi fa parte della squadra anche nel lungo termine, almeno oltre il 2026: il 91,8% dei minuti di tutte le partite stagionali del Chelsea è infatti riservato a giocatori che hanno un accordo che scadrà dal 2027 in poi. Da Palmer a Cucurella, passando per Enzo Fernández e Moisés Caicedo.
È un dato un po’ cervellotico, ma altrettanto utile per indicare le prospettive societarie. Le squadre come il Chelsea, che rifuggono l’hic et nunc – prestiti secchi e organico da riallestire ogni anno – anche a costo di non brillare nell’immediato, hanno infatti maggior potenziale in termini di capitale umano, stabilità patrimoniale e capacità di generare plusvalenze effettive. E nel caso dei Blues non c’è poi da stupirsi: sempre il CIES, all’inizio della stagione in corso, rendeva noto che la rosa costata più caro al mondo fra quelle attuali è proprio quella allestita per Maresca. Costo complessivo: 1,28 miliardi di euro. Un mega-investimento che la nuova proprietà targata Todd Boehly – in questo senso, la continuità di portafoglio con l’era Abramovich è evidente – ha tutte le intenzioni di capitalizzare. Anche perché non c’è l’intenzione di cambiare strategia: i prossimi acquisti sono già stati formalizzati, si tratta del 17enne Essugo e del ventenne Quenda. Entrambi arriveranno a Londra dallo Sporting ed entrambi, naturalmente, hanno firmato un contratto a lungo termine – altra prerogativa del club di Stamford Bridge.
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Gli altri club nella graduatoria dei lungimiranti? Non aspettatevi soltanto le big: completano il podio Monaco (91,3% di minutaggio assicurato) e AZ Alkmaar (89,2). A chiudere una top-ten in cui si trova un po’ di tutto – PSG, Manchester United, ma anche Real Sociedad, Zenit e Coventry City – c’è poi il Lecce (85,4%). La prima delle italiane, che precede il Napoli di una posizione. E il caso Dorgu è l’esempio di questo ciclo virtuoso: i salentini gli davano ampio spazio sin da giovanissimo, lo scorso ottobre blindano il rinnovo del suo contratto fino al 2029 e tre mesi più tardi lo vendono al Manchester United per 35 milioni, incassando la più grande plusvalenza della loro storia. A differenza del Chelsea, il Lecce ha coltivato il suo talento in casa, pagandolo 200mila euro ai tempi delle giovanili. I Blues per ora si sono limitati ai grandi acquisti. Ma se il progetto sportivo funziona, verrà il giorno del surplus anche per loro. Talvolta bastano i singoli: vedere la parabola esponenziale di un fuoriclasse come Palmer, prelevato per 47 milioni dal City e oggi valutato 130.