Non è mai stato un goleador. Ma a furia di partire fuori dai titolari per poi entrare ed essere decisivo, sta cominciando a diventarlo. Per la gioia di tutto il Barça: tra i centri di Lewandowski e Raphinha, tra le illuminanti giocate di Yamal e Pedri, l’asso nella manica blaugrana si sta rivelando l’insospettabile Ferran Torres. Sempre più utile, sempre più decisivo. Un autentico super sub: delle 13 reti stagionali finora segnate dall’esterno destro, ben otto sono arrivate dalla panchina. E le ultime due potrebbero aver determinato un buon pezzo di Liga.
Se a Madrid lato Atlético, infatti, sono ancora in autoanalisi dopo la traumatica remuntada di domenica (da 2-0 a 2-4 dal 72′ in poi, nella stessa settimana della beffa di Champions League), a Barcellona si ringrazia l’impatto garantito di Ferran Torres. Micidiale in inserimento, spietato anche a tempo scaduto. Una doppietta pesantissima, ancora più di quella che aveva rovesciato il Borussia Dortmund nella fase a gironi di Champions qualche mese fa. Anche allora, l’ex City e Valencia era stato gettato nella mischia soltanto nel finale. Stesso esito, jolly blaugrana.
Il colmo è che Torres, durante le prime tre uscite stagionali del Barça era stato schierato titolare. Da allora, dopo una sostituzione a fine primo tempo in casa del Rayo Vallecano, ha iniziato dalla panchina per 19 volte su 26 in tutte le competizioni. Tutt’altro che una bocciatura, ma un ruolo nelle gerarchie del Barça già assaggiato in passato e che gli calza a pennello. Con meno minuti a disposizione, evidentemente, l’attaccante sa essere più lucido e d’impatto. Segna con maggiore frequenza – un gol ogni 86 minuti, già eguagliato il suo record personale – e si trova a suo agio in tutte le posizioni che l’occorrenza gli richiede. Caratteristiche preziosissime, che Hansi Flick riassume “nella mentalità vincente dimostrata da ciascun membro del nostro collettivo: abbiamo testa e cuore, non ci diamo mai per vinti. Così possiamo andare lontano”.
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Quello di Torres è il caso più lampante, ma la propensione a essere decisivi a prescindere dal minutaggio si sta rivelando una prerogativa tipica di questo Barça ancora in corsa su tutti i fronti. È vero che quella blaugrana è una macchina da gol, siamo a metà marzo e le reti sono già 131 in tutte le competizioni , ma averne realizzati 21 grazie alle sostituzioni è sintomatico del gioco di Flick, capace di coinvolgere tutti i suoi interpreti (sono ben 19 i giocatori diversi andati a segno). E dà le dimensioni di questo valore aggiunto assoluto, quasi come poter contare su un attaccante in più. Per oltre un terzo, fatto dai piedi e dalle giocate di Ferran.