Demba Ba viene ricordato come l’attaccante che, era il 2014, ha distrutto le speranze di titolo dei tifosi del Liverpool di Rodgers e Suárez: all’epoca giocava nel Chelsea, e un suo gol ad Anfield Road – dopo lo sfortunatissimo e indimenticabile scivolone di Steven Gerrard – determinò la sconfitta dei Reds e il conseguente sorpasso del Manchester City in testa alla classifica. In realtà, però, la carriera di Demba Ba va decisamente oltre quella rete, per quanto sia stata iconica: l’attaccante senegalese ha segnato 40 gol in Bundesliga con l’Hoffenheim, altri 30 con West Ham e Newcastle prima di trasferirsi al Chelsea, poi è emigrato in Turchia e ha vinto il titolo sia con il Besiktas che con il Basaksehir.
Proprio la sua lunga esperienza in Turchia gli ha dato modo di avviare la sua seconda carriera nel calcio: quella di direttore sportivo. Attualmente, infatti, Demba Ba lavora come ds del Dunkerque, club di seconda divisione francese. Che, nonostante abbia un budget di soli dieci milioni di euro, è arrivato in semifinale di Coppa di Francia ed è in lotta per la promozione in Ligue 1. E cosa c’entra la Turchia in questo progetto? Semplice: le quote del Dunkerque, dal 2023, sono state rilevate dal gruppo Amissos di Yüksel Yildirim, già proprietario del Samsunspor. Demba Ba inizialmente ha lavorato come consulente, poi è stato “promosso” nel suo ruolo attuale. E la sua nomina non è “di facciata”, così da mettere un nome noto in vetrina: Ba è legato a Dunkerque per ragioni familiari – uno dei suoi figli è nato proprio nella cittadina al confine col Belgio – ed è l’ispiratore di un modello fondato sull’individuazione e la valorizzazione del talento.
Demba Ba aveva spiegato la sua visione in una delle prime interviste rilasciate dopo l’arrivo a Dunkerque, nel dicembre 2023: «Ho scelto Dunkerque perché è un club a misura di uomo», disse a So Foot. «Nel corso della mia carriera mi sono reso conto che ogni calciatore ha delle esigenze uniche, particolari. Ai miei tempi, mettevamo tutti in uno stampo comune. E invece ogni atleta va sviluppato per le sue caratteristiche, poi anche come individuo. Noi vogliamo dare un’identità al Dunkerque, vogliamo che il nostro lavoro sia riconoscibile. Da questo punto di vista, la mia fonte di ispirazione è Rangnick, che ho visto lavorare all’Hoffenheim: è grazie a un modello di questo tipo, che ha rivoluzionato il calcio».
Da lì in poi, Ba ha modernizzato l’intera filiera che sta dietro il suo club: ha implementato l’utilizzo delle statistiche avanzate per “guidare” il processo di reclutamento, ha imposto che il Dunkerque praticasse un calcio offensivo e ha investito tempo e risorse per lavorare sul benessere mentale dei giocatori. È chiaro che, come ha scritto anche L’Équipe più o meno un anno fa, anche le risorse della nuova proprietà turca abbiano avuto un impatto determinante sulla crescita del Dunkerque. Inoltre, anche la rete di conoscenze di Ba ha aiutato il club ad avere più libertà di movimento sul mercato. Ma i cardini e i margini del progetto sono piuttosto chiari, praticamente inscalfibili: nelle ultime sessioni di trasferimenti sono arrivati giocatori dall’età media bassissima (24,7 anni): i due calciatori con le migliori statistiche realizzative, otto e sette gol, sono il 22enne finlandese Skytta e il 23ene francese Bardeli; in tutte le sue scelte, Demba Ba è coadiuvato da un giovane direttore del reclutamento particolarmente attento ai dati, Romain Decool, e da Luís Castro, un allenatore con un passato nelle giovanili del Benfica e che ha vinto la Youth League. Tutto molto coerente, tutto molto interessante.