Il principe William ha confessato di scrivere in anonimo sui forum dei tifosi dell’Aston Villa

L'erede al trono del Regno Unito ha un debole per la squadra di Emery. Anzi, una vera e propria ossessione a cui dà sfogo sul web mischiandosi alla fanbase.

Il football oltre ogni etichetta di corte. L’importante è accendersi, magari anche in gran segreto: il principe William, figlio di Carlo e Diana ed erede al trono del Regno Unito, ha rivelato di andare ben oltre la sua notoria passione calcistica per l’Aston Villa. Presenza fissa allo stadio, esultanze di umana scompostezza. Perfino, racconta oggi, l’attività regolare sui forum dedicati ai Villans: «Mi piace frequentare questi spazi virtuali, potrei trascorrerci giornate intere. Ascolto quello che gli altri sostenitori hanno da dire e do loro la mia opinione. Non mi tiro mai indietro: è importante accendere il dibattito». Come un tifoso qualunque. Chissà che nickname usa.

Ospite al campo di allenamento della squadra di Emery, William ha ammesso di sottoporsi a tutti i comportamenti più classici di un fanatico del pallone. Cantare a squarciagola allo stadio: «I cori, le urla, il cameratismo in mezzo al pubblico. Penso di appartenere a quella dimensione». Quando invece non si può essere presenti, ecco il controllo ossessivo dei risultati: «Sono cresciuto su Ceefax – l’analogo del nostro Televideo, ndr – o sulle pagine sportive dei giornali. Se non li avevi a portata di mano eri un po’ fuori dal giro: per fortuna oggi con gli smartphone è tutto più facile». Fino alla cabala domestica: «Se sono a casa da solo coi miei figli, probabilmente non mi concedo la birra prepartita ma ho le mie precise superstizioni su dove sedermi e come influenzare la buona sorte. Se non sta andando per il verso giusto, inizio a spostare i miei figli in giro per le stanze per raddrizzare il flusso».

L’esaltato che non ti aspetti, la fede calcistica che sbriciola le barriere sociali e accomuna ogni sorta di tifosi (William meriterebbe un cameo nell’omonimo film di Neri Parenti). Fino ad ammattire durante il blackout televisivo delle partite – in Inghilterra vige una vecchia consuetudine sul blocco delle trasmissioni tra le 14:45 e le 15:15 del sabato pomeriggio – che il principe del Galles abolirebbe volentieri: «Davvero irritante, rende più difficile seguire la mia squadra». Per il resto sono più gioie che dolori, ultimamente, con l’Aston Villa fresco di qualificazione ai quarti di finale di Champions League per la prima volta dal 1983: mercoledì sera il reale britannico era in prima linea al Villa Park per seguire Watkins e compagni battere 3-0 il Brugge. Il tutto nonostante il ruolo istituzionale che William ha ricoperto per quasi vent’anni, da presidente della Football Association. «Il momento più difficile», ricorda «è stato entrare negli spogliatoi a consolare i giocatori dopo la sconfitta in finale agli Europei 2024». Tra i Villans e l’Inghilterra, non chiedetegli di scegliere.