Lewis Hamilton ha impattato sulla Ferrari come un meteorite

A pochi giorni dal Gran Premio di Melbourne, il primo del Mondiale 2025, gli scenari sportivi sono ancora incerti. A livello commerciale, però, l'arrivo del pilota inglese è già un clamoroso successo.

Lo scorso 20 gennaio è iniziata a tutti gli effetti l’avventura in Ferrari di Lewis Hamilton. Per il pilota britannico e per la Scuderia di Maranello si è aperta una nuova era, che potrebbe aprire nuovi scenari, diventare un caso di storia e, ovviamente, portare grossi benefici, sotto tutti i punti di vista. Sportivamente, la Ferrari ha ingaggiato un pilota ancora integro, come hanno dimostrato gli ultimi anni in Mercedes, pur al volante di una vettura poco competitiva. Se nel 2023 Hamilton era riuscito a conquistare il terzo posto in classifica piloti dietro alle imprendibili Red Bull di Max Verstappen e Sergio Pérez, nel 2024 è tornato alla vittoria dopo due stagioni intere di astinenza, a casa sua, in Gran Bretagna, e su una delle piste più iconiche del calendario, quella di Spa-Francorchamps, in Belgio. Queste due gare, oltre a quella conclusiva della stagione ad Abu Dhabi, dove il sette volte campione del mondo ha rimontato dalla diciottesima posizione in griglia fino ad arrivare ai piedi del podio, hanno sottolineato ancora una volta la competitività del pilota inglese.

La Ferrari non ha avuto dubbi su Hamilton

La dirigenza ferrarista, invece, sembrava non avere bisogno di ulteriori rassicurazioni. Sia John Elkann, presidente di Ferrari S.p.A. e principale fautore dell’ingaggio di Hamilton, che Frederic Vasseur, team principal della Scuderia, non hanno mai dimostrato di avere dubbi a proposito di tale scelta, persino quando, nel corso della stagione 2024, Carlos Sainz si è dimostrato un pilota solido e affidabile. D’altra parte, l’importanza dell’ingaggio di Hamilton va oltre le sole prestazioni in pista, ma influisce anche sulla crescita della Scuderia nel suo complesso, dal punto di vista tecnico e per l’influenza che una personalità con un carisma simile potrà avere sul team. Come ha sottolineato Vasseur, Hamilton «porterà l’esperienza di un sette volte iridato che ha lavorato in squadre top. È molto positivo per un team avere qualcuno che porta esperienze diverse, soprattutto se del livello di Lewis. Dobbiamo avere il giusto approccio e trarre vantaggio dalle sue esperienze. È sempre importante provare a imparare da chi viene da fuori, non importa se sia Hamilton o qualcun altro». Hamilton, oltretutto, ha dimostrato negli anni di avere fra le proprie capacità anche quelle di saper collaudare e rendere vincente una monoposto.

Il dubbio più grosso, quindi, non è tanto sul pilota, quanto sulla vettura. Se la SF-25 si rivelerà una buona vettura, allora Hamilton potrà far rivedere le sue migliori qualità, altrimenti la scommessa si potrà dire persa per entrambi. I presupposti per fare bene ci sono: nel 2024 la Ferrari ha sfiorato il primo posto nella classifica riservata ai costruttori, rimanendo in corsa fino all’ultimo Gran Premio e perdendolo per pochi punti dalla McLaren. Dalla sosta estiva in poi, inoltre, la Scuderia del Cavallino Rampante è stata quella che ha raccolto più punti, così come Charles Leclerc è stato il pilota che ne ha conquistati che ha fatto meglio di tutti nel Mondiale piloti. Una Ferrari in crescita, dunque, che parte con particolari ambizioni, anche considerando che il 2025 sarà una stagione di passaggio, con pochi sviluppi tecnici importanti, in vista dei cambiamenti regolamentari che entreranno in vigore dal prossimo anno e che promettono di modificare gli equilibri. Insomma, visti i dubbi sul domani, meglio puntare forte sull’oggi.

La convivenza tra Hamilton e Leclerc

Se la nuova Ferrari dovesse rivelarsi una macchina vincente, Vasseur dovrà trovare la giusta quadra nella gestione dei suoi due piloti, che partono entrambi con lo stesso obiettivo, quello di vincere il titolo mondiale. Dopo decenni in cui la Scuderia aveva puntato quasi sempre su un unico pilota ‒ da Michael Schumacher a Sebastian Vettel, passando per Fernando Alonso ‒ ora si troverà ad attaccare con due punte, per usare una terminologia calcistica. Leclerc è stato il pilota che negli ultimi anni ha vinto più gare dietro all’inarrivabile Verstappen, nonché l’unico che ha saputo in qualche modo avvicinarsi al livello dell’olandese, perlomeno finché la vettura glielo ha consentito. Il monegasco, inoltre, è cresciuto in Ferrari e conosce molto bene l’ambiente, avendo anche l’indubbio vantaggio di saper parlare molto bene l’italiano ‒ anche se da questo punto di vista l’inglese ci sta mettendo già parecchio impegno per recuperare.

È impensabile però che la Scuderia possa imporre una gerarchia ai due piloti, e forse saranno le prime gare della stagione a stabilirla, soprattutto se Hamilton dovesse impiegarci qualche weekend di troppo ad ambientarsi all’interno del nuovo abitacolo. In Ferrari, Hamilton dovrà soprattutto rinunciare al suo storico ingegnere di pista in Mercedes, Peter “Bono” Bonnington, colui che ha creato il motto “It’s Hammer Time”, rivolto al pilota durante le gare per incitarlo ad andare a tutta. Al posto di quest’ultimo ci sarà invece Riccardo Adami, che negli ultimi anni ha lavorato prima con Sebastian Vettel e poi con Carlos Sainz. Il pilota britannico ritroverà però in rosso due facce note dai tempi della Mercedes, ovvero l’ingegnere Loïc Serra, che è andato a occupare il ruolo di Technical Director Chassis, e l’ex pilota Jérôme d’Ambrosio, che ha invece assunto l’incarico di vice di Vasseur.

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Indipendentemente da come andrà a finire dal lato agonistico, da un punto di vista commerciale l’operazione è già un successo. La prima foto ufficiale di Hamilton in Ferrari ‒ con il pilota raffigurato davanti alla casa che fu di Enzo Ferrari, coperto da un elegante soprabito di Salvatore Ferragamo e di fianco a una F40 ‒ è diventato il post su Instagram con maggiori interazioni nella storia non solo della Ferrari, ma dell’intera Formula Uno, con oltre 5 milioni di like (ai quali si possono aggiungere altri numeri importanti, come i 10 milioni di visualizzazioni su X, senza contare i già tantissimi meme a tema).

La foto dell’esordio del pilota con la divisa rossa della Scuderia, pubblicata il giorno successivo, ha aggiunto un ulteriore livello: l’azienda Sponsorlytix, specializzata in analisi pubblicitarie, ha stimato che la presenza ben in vista dei loghi degli sponsor sulla tuta di Hamilton ‒ dal fornitore tecnico Puma al title sponsor HP, passando per UniCredit, Shell, IBM e altri ‒ abbia generato circa 400mila dollari di entrate pubblicitarie, grazie ai milioni di visualizzazioni generati. Alcune di queste sponsorizzazioni, oltretutto, sono arrivate ‒ o sono state ri-contrattualizzate ‒ proprio grazie all’arrivo di Hamilton. L’incremento annuo degli introiti derivanti dai partner della Ferrari in seguito all’ingaggio del pilota inglese è stato stimato in 80 milioni di dollari, che dovrebbero portare il totale a una cifra fra i 350 e i 400 milioni di dollari all’anno.

L’effetto-Hamilton ha generato un tornado

L’effetto Hamilton si sta avvertendo anche sul merchandising, un settore spesso sottovalutato, che secondo le stime potrebbe arrivare a un totale delle vendite di prodotti ufficiali superiore al miliardo di euro entro la fine del 2025. L’inizio è stato promettente: il 6 febbraio, solo 48 ore dopo la sua presentazione ufficiale, la linea di abbigliamento legata a Hamilton, composta da polo e cappellino da baseball con il numero 44 di gara del pilota, è andata del tutto esaurita. Una personalità come quella di Hamilton ‒ la cui rilevanza e notorietà straborda dai limiti della Formula Uno ‒ potrebbe portare le t-shirt o altri capi d’abbigliamento firmati Ferrari anche al di fuori della cerchia di appassionati, come avviene già da qualche anno con le maglie da calcio, indossate per moda nella vita di tutti i giorni, senza alcun significato sportivo.

«La sua presenza contribuirà a un incremento nella produzione e vendita delle vetture stradali, aumentando i profitti», ha inoltre sottolineato Eddie Jordan, titolare dell’omonima scuderia fra il 1991 e il 2005, nonché uno dei più apprezzati analisti del mondo della Formula Uno. «Questo permetterà di bilanciare qualsiasi investimento legato al suo ingaggio. Sono certo che sia stata una decisione finanziaria calcolata da Elkann e che il ritorno economico sarà significativo».

Come conseguenza di tutto questo, è anche facile ipotizzare un aumento nei prossimi mesi del valore di mercato del marchio Ferrari, attualmente stimato in circa 4,8 miliardi di dollari. Un segnale in tale proposito lo ha dato Piazza Affari, dove, a febbraio del 2024, le azioni della casa del Cavallino Rampante hanno beneficiato di un importante rialzo del 9% di valore, quando l’ingaggio di Hamilton era ancora solo un’indiscrezione. Nelle stesse ore, la borsa di New York faceva segnare una crescita di quasi 7 miliardi di dollari nel valore dell’azienda automobilistica. Lo scorso gennaio, invece, la pubblicazione della prima foto di Hamilton a Fiorano ha spinto subito il titolo fino a un picco di 427,8 euro, per poi attestarsi intorno ai 420 euro. In un anno, il valore azionario della Ferrari è salito così di più del 32%. Se poi la Ferrari nel corso del 2025 dovesse andare forte in pista, queste cifre subirebbero inevitabilmente un ritocco verso l’alto. Nel caso in cui invece Hamilton vincesse il suo ottavo titolo piloti, un record per la categoria, «sarebbe la più grande trovata di marketing nella storia della Formula Uno», come l’ha sintetizzata alla perfezione l’ex pilota Gerhard Berger.

Da Undici N° 61