Più che un talismano è un fattore. Nove partite, tre reti e altrettanti assist tra campionato e Conference League: se il Betis sta iniziando a dare un senso alla sua stagione – sogni europei di oggi, profumo d’Europa di domani: la squadra di Pellegrini è sesta in classifica, a otto punti dall’Athletic quarto – molto lo deve all’impatto offensivo di Antony. Croce e delizia per antonomasia, chiaramente in modalità sì da quando veste la maglia biancoverde. Un dato su tutti: il brasiliano ha firmato col Betis il 25 gennaio scorso, e da quel momento in avanti, la squadra Verdiblancos ha conquistato 13 punti in sei gare di Liga (e l’unico ko, a Vigo, è arrivato nonostante il partidazo con gol del numero 7). Soltanto il Barça a punteggio pieno ha fatto meglio nello stesso periodo. E all’interno di una classifica molto corta, tanto è bastato al Betis per uscire dalla mediocrità e puntare con rinnovata convinzione a un posto fra le prime. Tanto è bastato ad Antony per ritrovare sé stesso. Mica poco, per un prestito secco.
Eppure i lampi di talento non sono mai stati in discussione per il classe 2000. Gli è mancato semmai tanto altro: costanza, mentalità, capacità di responsabilizzarsi in un top club. Il Manchester United non è l’Ajax, dove si era messo in luce come astro nascente del calcio. In questo senso, la dimensione del Betis si avvicina di più a quella olandese. «Il ragazzo con noi sta molto bene», ha detto in questi giorni Ramon Alarcón, CEO degli andalusi. «È rimasto sorpreso dalle strutture e dall’accoglienza che gli abbiamo offerto per ambientarsi in città. Mi ha detto che vuole rimanere qui un altro anno». Su al nord, in Inghilterra, i Red Devils per il momento prendono appunti. E non possono che sorridere: c’è chiara consapevolezza che Antony rappresenta l’immagine del fiasco sportivo e societario degli ultimi anni – 100 milioni di investimento pretendono risultati concreti, d’altronde. L’unico modo per scongiurarlo è vedere il ragazzo maturare altrove.
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A Siviglia sta succedendo. Sempre alla maniera di Antony, naturalmente – ha ricevuto anche un cartellino rosso –, ma tra il prendere e il lasciare i tifosi del Betis non hanno dubbi. Preciso in zona-gol, altruista con i compagni, fantastico soprattutto nell’intesa con Isco – altro caso di rinascita, di tutt’altra natura. È soltanto l’inizio, sarà una lunga rincorsa. E chissà che lo United non arrivi ad accontentare Antony per davvero, estendendo un prestito fin qui felicissimo, per poi riaccogliere alla base il giocatore che avevano cercato. Comunque vada, in un modo o nell’altro, Antony continua a far parlare di sé. A lui la scelta finale.