La Sierra Leone deve tantissimo a Mohamed Kallon, non solo nel calcio

Abbiamo parlato con l'ex attaccante dell'Inter, nominato ct della Nazionale africana. Ma che è anche un imprenditore, un filantropo, un uomo-simbolo del suo Paese.

«Ha messo il Paese sulla mappa». Quante volte abbiamo sentito questa espressione? Troppe, al punto da renderla abusata, svuotata di significato. Ma nel caso di Mohamed Kallon, non si tratta di un’iperbole o di un semplice modo di dire. Se molte persone, per anni, hanno conosciuto la Sierra Leone,  piccola nazione dell’Africa occidentale, è stato grazie a lui. Il suo nome e quello del suo Paese rappresentano, dalla fine degli anni Novanta, un binomio inscindibile, rafforzato da quell’immagine unica e fuori dagli schemi di un veloce attaccante che, contro ogni regola e tradizione, girava per i campi della Serie A con la maglia numero 2 sulle spalle.  A proposito di nomi, la Sierra Leone deve il suo al profilo montuoso della penisola di Freetown, che raggiunge i 915 metri di altitudine e che nel 1462 l’esploratore portoghese Pedro de Sintra battezzò “Serra Leoa”, ovvero la “Montagna del Leone”. Da allora, quel nome di quello spicchio d’Africa incastonato tra Guinea e Liberia, affacciato sull’Atlantico, è rimasto inciso sulle carte geografiche del mondo.  

Se per anni, pensando alla Sierra Leone, si è pensato a Kallon, oggi è la Sierra Leone ad aver pensato a lui, affidandogli la guida della Nazionale. La sua nomina a ct non è solo una scelta tecnica, ma un riconoscimento simbolico e una chiara dichiarazione d’intenti, all’interno di un progetto che porta nel suo stesso nome l’ambizione di crescita del calcio locale: Concept 2027. L’annuncio è stato accolto con entusiasmo, da appassionati e non, quasi con un senso di inevitabilità: qualcosa che, prima o poi, doveva succedere. «Credo che Mohamed sia la persona più adatta per guidare la nostra Nazionale in questo momento. Basta guardare il suo passato: è un uomo disciplinato, professionale, che ama il calcio e il suo Paese. E penso che proprio questa sia la mentalità di cui abbiamo bisogno», ha raccontato a Undici Ibrahim Potho Conteh, tecnico della nazionale Under 15. 

Mohamed Kallon, per la Sierra Leone, è stato molto più che un calciatoreo

in Sierra Leone, Mimmo – come veniva soprannominato in Italia – Kallon è molto più di un giocatore. O meglio, la sua figura non è solo legata al suo ruolo di ex calciatore, è ormai un simbolo della sua nazione: «Lo è senza alcun dubbio», conferma Conteh. «È l’unico calciatore della Sierra Leone ad aver giocato ai massimi livelli nel calcio europeo, vestendo le maglie di squadre come Inter e Monaco. E lo ha fatto da protagonista, con grande personalità. Ma non è solo per la sua carriera che è considerato una leggenda. Ha sempre avuto un legame forte con il Paese: anche mentre giocava in Europa, è sempre stato vicino alla Sierra Leone, ha sempre cercato di dare il suo contributo. Ha ispirato un’intera generazione di giovani calciatori, dimostrando che anche un ragazzo nato qui, in un contesto difficile, può arrivare in alto se ha talento e dedizione».

Nel 2000, quando ancora era un giocatore dell’Inter, iniziò la trattativa per rilevare la proprietà di una squadra della capitale Freetown, i Sierra Fisheries, che cambiarono immediatamente – e a furor di popolo – il proprio nome in Kallon FC. L’acquisto in realtà è stato finalizzato due anni dopo per 30mila dollari. «Da allora», racconta proprio Kallon in esclusiva a Undici, «abbiamo formato tanti giovani, li abbiamo aiutati a crescere sia come calciatori che come persone. Il nostro obiettivo principale è proprio questo: sviluppare il talento, educare i ragazzi e restituire qualcosa alla comunità. È il mio modo di dare indietro quello che la Sierra Leone mi ha dato, per dimostrare ai giovani che, se ce l’ho fatta io, anche loro possono farcela».

Kallon imprenditore

Il pallone non è stato solo il mezzo che ha consentito a Kallon di farcela e lo ha reso celebre nel mondo, ma anche il punto di partenza per qualcosa di più grande: un progetto che porta il suo nome e che oggi rappresenta una delle realtà imprenditoriali più influenti del Paese. La Kalleone Group of Companies è la conglomerata che l’ex attaccante ha fondato per investire nel futuro della Sierra Leone, diversificando le sue attività in settori chiave come media, commercio, sanità, sport e infrastrutture. Un network che non si limita al profitto, ma che punta a creare opportunità, cultura e sviluppo.

Nel settore dei media e dell’intrattenimento, la Kalleone Group possiede e gestisce una stazione radio e una casa discografica, contribuendo alla promozione della musica e della cultura sierraleonese. Al suo interno c’è anche una testata giornalistica, che fornisce informazione e aggiornamenti alla popolazione locale, un ruolo cruciale in un paese in cui il panorama mediatico ha ancora margini di crescita. Ma l’azienda ha anche una forte impronta nel commercio al dettaglio, gestendo negozi di articoli sportivi che offrono attrezzature e abbigliamento per gli appassionati di calcio e non solo. E non poteva mancare l’intrattenimento notturno: la Kalleone Group possiede l’Old Skool Night Club, uno dei locali più frequentati di Freetown, diventato un punto di riferimento della nightlife cittadina.

Kallon filantropo

L’impegno di Kallon si estende anche alla sanità, con una farmacia che garantisce accesso ai medicinali alla comunità, oltre che allo sport, come già visto, con il Kallon FC, che oggi è una delle principali realtà calcistiche della Sierra Leone. Ma ciò che distingue davvero la Kalleone Group dalle altre realtà imprenditoriali del paese è il suo impegno sociale e infrastrutturale. Kallon non ha mai dimenticato da dove è partito e ha sempre cercato di restituire qualcosa al suo paese. Recentemente, ha esortato le grandi aziende a sostenere la Fondazione Lamin Junior Tumbu Conteh, dedicata a un ex calciatore scomparso, sottolineando il valore della responsabilità sociale d’impresa nel supportare i meno privilegiati.

«In Sierra Leone», spiega ancora Kallon a Undici «non ci sono tante opportunità. Chi ha avuto la fortuna di emergere deve restituire qualcosa alla sua gente. Dopo aver giocato in Europa e aver raggiunto certi livelli, sento la responsabilità di supportare lo sviluppo del calcio e della società. Ho investito tanto nel calcio locale, sia in termini di tempo che di risorse, e sono felice che i cittadini apprezzino il mio impegno».

Inoltre, la Kalleone Group è stata selezionata come uno dei tre fornitori per la distribuzione di contatori elettrici in diverse regioni della Sierra Leone, collaborando con l’Electricity Distribution and Supply Authority (EDSA). In particolare, il gruppo è responsabile della fornitura nelle regioni di Bo e Kenema, un incarico che dimostra la fiducia riposta nelle capacità operative dell’azienda. La Kalleone Group of Companies, insomma, non è solo il progetto imprenditoriale di un ex calciatore di successo, ma la visione di un uomo che vuole lasciare un segno più grande del suo talento. 

Pura solidarietà

Cresciuto nelle strade di Freetown, ha sempre avuto ben chiaro cosa significhi lottare per emergere. Ed è proprio per questo che, accanto alla Kalleone Group, ha voluto creare qualcosa che avesse un impatto diretto sulla vita di chi si trova in difficoltà. Nel 2009, infatti, ha lanciato la Mohamed Kallon Children’s Foundation (MKCF), un’organizzazione dedicata al supporto dei bambini di strada della Sierra Leone.

Un progetto che nasce dal desiderio di restituire qualcosa alla comunità e offrire ai più piccoli le opportunità che lui stesso avrebbe voluto avere: «Essendo stato un ragazzo cresciuto per strada», raccontò Kallon alla stampa locale all’epoca del lancio della fondazione, «non posso rimanere indifferente di fronte alla condizione di tanti bambini in Sierra Leone’. Quei bambini che sono pronti a sostenere con tutte le loro energie la Nazionale della loro Sierra Leone, guidata da uno che ha più volte dimostrato, a tutti loro, che i sogni, con impegno e caparbietà, si possono realizzare.