C’è una cosa che, oltre a vincere, Federica Brignone non smette di fare: divertirsi. Al punto da dichiarare più volte che sarà proprio quando questo non succederà più che lei appenderà gli sci al chiodo. Scenario che, per fortuna, sembra ancora lontano soprattutto ora che sulle Alpi italiane si allunga l’ombra dei cinque cerchi olimpici. E Fede, ai grandi appuntamenti, è sempre stata capace di farci emozionare, affermandosi come l’italiana più vincente di sempre in Coppa del Mondo con 79 podi di cui 34 vittorie e strappando il record a fuoriclasse come Alberto Tomba, Deborah Compagnoni e Gustav Thöni. La sua è una carriera longeva, in costante trasformazione, ma sempre ai vertici, durante la quale ha dimostrato di essere una sciatrice polivalente, vincendo ben quattro Coppe del Mondo, di cui una generale, unica donna italiana ad esserci riuscita, e tre di specialità in slalom gigante, combinata e super gigante.
In una recente intervista al Federico Buffa Talks, Brignone racconta che da ragazzina, quando guardava le gare di sci in tv, era affascinata da quegli atleti capaci di affrontare tutte le gare. «Se mai diventerò un’atleta, vorrei fare proprio così: mettermi in gioco a fare tutto. Poi, nel corso della mia carriera, è stato difficile diventare polivalente, perché sempre più lo sport agonistico ti chiede di specializzarti, di fare una scelta, di essere forte nel tuo e non strabordare», racconta Federica, che di stare nelle logiche prestabilite non ci è mai stata perché lei sa solo lavorare duro.
Quella di Federica Brignone è una famiglia di sportivi
Perfezionista del gesto, dedita all’allenamento dal primo all’ultimo giorno, questa incredibile atleta non solo è riuscita a dimostrare di essere una sciatrice completa, ma anche di poter eccellere nella velocità quanto tra i pali stretti. DNA da campionessa, di sicuro, che arriva anche da una famiglia che ha fatto dello sport il proprio centro. Papà Daniele è maestro e allenatore di sci mentre mamma Maria Rosa Quario è un’ex atleta di Coppa del Mondo e anche il fratello Davide, da bambino il più votato tra i due alla carriera di campione dello sci se non avesse subito troppi infortuni, oggi è l’allenatore personale di Federica. Capirete che, con dei geni famigliari del genere, è difficile non eccellere. Eppure, all’inizio, quello che a Fede piaceva dello sci, non erano le vittorie, ma il divertirsi insieme ai suoi compagni di sci club.
«Da bambina mi piaceva stare in compagnia, avere stimoli, misurarmi con me stessa, mi piaceva ballare e fare tante cose», ci racconta. «Mi sarebbe piaciuto fare l’atleta, certo, ma non sapevo cosa volesse dire». Eppure in quella bambina che a un anno e mezzo già sfrecciava con un paio di sci di plastica ai piedi, si poteva intravedere un entusiasmo fuori dal comune. Nata a Milano il 14 luglio 1990, a sei anni si trasferisce con la famiglia in Valle d’Aosta, a La Salle, dove inizia ad andare a scuola e a frequentare i corsi dello sci club Courmayeur. A livello regionale, fin da subito Federica si fa notare, ma a livello nazionale bisognerà aspettare ancora un po’.
Nel frattempo va bene a scuola, è piena di amici e non perde nessuna occasione per godersi la vita e quello che la sua età le offre. «Ho sempre vissuto appieno, mi sono goduta tutto e non ho rinunciato a niente. Quando in adolescenza ho scelto di fare la sciatrice, ho continuato, comunque, ad avere una vita normale senza mai cercare di stare sul piedistallo». Nonostante ciò, la valdostana poi è andata forte, e dal 2010 è affiancata da Banca Generali in un sodalizio che continua prosperoso nel tempo: una partnership duratura che ha seguito passo dopo passo il percorso vincente della sciatrice, capace di fare la storia dello sci italiano.
Gli altri sport di Brignone
Eppure la carriera agonistica non ha impedito a Brignone di gustarsi momenti per praticare altri sport, fare un giro in bici con gli amici, ascoltare musica, soprattutto rock, proprio quella che si mette nelle orecchie quando si deve dare la carica. «Questo probabilmente è la formula di una carriera longeva: non vivere lo sport come una limitazione o come l’unica cosa che conti al mondo, ma come uno degli aspetti della vita», afferma lei. Una dichiarazione che, da una parte mostra la libertà di questa atleta, dall’altra è anche indice di una profonda forza mentale, di un desiderio di eccellere in generale.
Perché Fede, nella vita, ha sempre voluto “riuscire”, è lei a raccontarcelo, e questo vuol dire anche fare i conti anche con i suoi stessi giudizi, con lei come primo giudice di sé stessa. L’abbiamo visto tante volte, alla fine di una manche sotto le sue aspettative, parlare da sola, urlare, scuotere la testa. Come in un dialogo interiore tra un giudice senza pietà e un imputato senza nessuna reale colpa. «Ho passato momenti difficili a causa del mio perfezionismo, mi massacravo per piccoli errori. Lo faccio ancora oggi, ma sicuramente sto imparando a essere più gentile con me. Ma se non fossi stata così testona probabilmente non sarei arrivata qui».
Il nuovo progetto di Federica
Parole che ci mettono di fronte all’evidenza: oggi Federica Brignone, oltre a una straordinaria sciatrice, è una donna di 34 anni, consapevole di se stessa e di quello che ha conquistato, nonché l’unica atleta nella classifica Forbes 2023 delle donne italiane più influenti, oltre ad aver vinto il Premio Bellisario 2024. Inoltre, da una recente ricerca della Società Nielsen 2024, emerge che Federica è una delle sportive più conosciute, con un livello di awareness che supera il 65% (partendo dal 43% del 2017) e un indice di gradimento del 88% (con un 52% nel 2017).
Dati che ci fanno capire l’alto valore della sua immagine e quanto ogni sua azione possa avere un ritorno importante in termini di visibilità. Per questo la sciatrice, da sempre attenta ai temi ambientali, dal 2017 ha dato a un progetto per sensibilizzare l’opinione pubblica nei confronti dei temi legati alla salvaguardia dell’ambiente, a partire dallo scioglimento dei ghiacciai, l’inquinamento dell’acqua fino alla deforestazione. Si chiama Traiettorie Liquide ed è stato ideato e realizzato insieme a Giulia e Daniela Mancini, che gestiscono la sua immagine, e al fotografo Giuseppe La Spada. «Metto nella salvaguardia dell’ambiente la stessa passione delle competizioni. Perché per me sciare è in primis una passione e nel momento in cui questa peserà, allora smetterò. Potrebbe essere domani, tra due mesi, un anno, non lo so. Ma finché sono motivata e con obiettivi all’orizzonte, allora tutto ha senso. Ho vinto molto più di quello che sognavo, ma ho ancora molta voglia».