Nel gol che ha segnato contro il Venezia, Andrea Pinamonti ci ha messo l’essenza del suo gioco multidimensionale: la spizzata di testa sul lancio lungo del proprio portiere, la corsa a perdifiato per riempire subito l’area, un tiro di grande qualità, non una semplice botta per cercare di sorprendere il portiere. Il fatto che una rete così, così bella, sia la nona della sua stagione ha un significato ancora più importante: a metà febbraio il centravanti del Genoa è a un passo dalla doppia cifra, ha già segnato più gol rispetto al suo illustre predecessore – Mateo Retegui – e può tranquillamente coltivare l’idea di pareggiare la sua miglior stagione in Serie A, 13 marcature con l’Empoli 2021/22.
Tutte queste sono delle buone notizie: Pinamonti l’anno scorso aveva segnato undici gol, ok, ma era retrocesso con il Sassuolo. Per altro al termine di un biennio – si era trasferito al club neroverde nel 2022 – in cui avrebbe dovuto fare il salto di qualità ma non ci è riuscito. Anzi, paradossalmente il passaggio al Genoa è stato una specie di ritorno al passato: Pinamonti aveva già vissuto una stagione in rossoblu, nel 2019/20, solo che allora si trattava di un prestito da parte dell’Inter. Sette gol in 34 partite, poi subito dopo Pinamonti è tornato in nerazzurro e ha vinto lo scudetto 2021, da quarta punta dell’organico di Conte.
Da allora le cose sono cambiate, non tutto è andato benissimo. Pinamonti ha sempre cercato di far convivere tante anime dentro di sé, quella del centravanti che fa gol, quella dell’attaccante che si sbatte per la squadra, che viene a legare il gioco ma fa anche a sportellate con i centrali per alzare il baricentro. Adesso quella completezza formale e sostanziale si sta finalmente manifestando ad alti livelli. Lo si evince anche dal modo in cui sono arrivati i gol segnati nella sua seconda esperienza a Genova: contro il Bologna, il centravanti del Grifone ha battuto Ravaglia con un rasoterra a giro e con un colpo di testa imperioso, scoccato praticamente dal limite dell’area; la rete decisiva per la vittoria contro il Parma è frutto di un tocco sotto misura dopo una prima parata di Suzuki; il gol del pareggio contro il Torino è arrivato dopo un inserimento in area e grazie a una bella girata di destro; la rete contro il Napoli è determinata da un colpo da biliardo negli spazi stretti dell’area di rigore; contro l’Udinese, infine, Pinamonti è stato bravissimo a leggere in anticipo il rimbalzo del pallone dopo il tocco maldestro di un avversario e ad anticipare il portiere.
In questo momento, Pinamonti è in prestito al Genoa dal Sassuolo. Il contratto tra i due club, però, prevede un diritto di acquisto al termine della stagione. È chiaro che il futuro dell’attaccante trentino – è nato a Cles, capoluogo della Val di Non – dipenderà dal suo rendimento da qui a giugno, così come non sarebbe assurdo pensare a un nuovo tentativo in una squadra con ambizioni più elevate. In fondo Pinamonti ha soltanto 25 anni, ne compirà 26 a fine anno, quindi c’è ancora margine per pensare a un salto di qualità. Dopotutto parliamo di un talento che si è imposto fin da giovanissimo, che negli anni avrà anche sbagliato qualche mossa e qualche stagione, è evidente, ma che ha sempre avuto grandi potenzialità. Ecco, quelle potenzialità stanno venendo fuori. Era ora, viene da dire.