Luís Figo: «Ronaldo è il più forte di tutti, all’Inter ho provato emozioni uniche»

Intervista all'ex Pallone d'Oro, protagonista di una collaborazione con Lozza.

Luís Figo è sinonimo di classe, eleganza, uno stile impeccabile. Con la 10 o la 7 sulle spalle, era un fantasista capace di illuminare l’azione in ogni momento, valorizzando il movimento di un compagno o superando un avversario con un gioco di prestigio. Aveva movenze molto diverse da quelle dei campioni di oggi, tutti elettrici e frenetici. Il suo talento si muoveva su ritmi sincopati, sinuoso e inafferrabile. La sua arte calcistica poteva avere qualsiasi forma, qualsiasi colore. Quest’armonia carismatica Figo la porta con sé anche fuori dal campo, nella sua nuova vita nelle vesti di imprenditore nel mondo dell’eyewear. Con Lozza, il “Marchio Storico di Interesse Nazionale”, ha firmato una collaborazione esclusiva alla capsule collection Lozza x LF Luís Figo. Un incontro perfetto tra l’eleganza del Made in Italy e lo stile più contemporaneo dà vita a una linea che unisce tradizione e innovazione, con cura nella definizione di ogni minimo dettaglio. I frontali e le aste, ad esempio, sono impreziositi dal monogramma LF, circondato da due pin a forma di “L” o dal celebre fregio a cinque righe, simbolo distintivo di Lozza. «Sono molto felice del risultato finale e del lavoro che abbiamo fatto con il mio team e Lozza. Sono onorato di collaborare con un marchio storico e si vede che c’è tanta cura, passione e capacità dietro questi occhiali. Ora speriamo in una buona risposta della gente», dice Figo in un’intervista a Undici, che l’ha incontrato a Milano al MIDO 2025, dove l’ex Real Madrid e Inter ha presentato in anteprima la collezione.

In questo nuovo campo, Figo si sente già a proprio agio. «Nel vestire sono sempre molto classico e sobrio, in un certo senso mi piacerebbe anche essere più sfacciato, ma in fondo sono molto vintage», dice a Undici. In fondo lui è uno che si è sempre saputo adattare, ha condiviso il campo e lo spogliatoio con campioni di ogni tipo, provenienti da ogni parte del mondo. E ha vinto ovunque, sempre da protagonista, prendendosi il palcoscenico e i meriti, gli oneri e gli onori, ma facendo anche brillare chi stava intorno a lui. Anche qui a Milano, dove ha chiuso la carriera da calciatore e ha trovato più di uno spunto per disegnare il suo futuro: «Quando parlo di Milano mi tornano alla mente solo buoni ricordi, è stato un momento importante della mia carriera, e poi adesso ci sto ancora bene in questa nuova fare della mia vita perché è una delle capitali della moda, tra le più importanti al mondo».

Non sembra uno legato ai ricordi del passato, Figo. Eppure nel suo passato c’è il vertice della piramide calcistica. Negli anni Novanta era la stella del Portogallo e del Barcellona, poi c’è stato quel delicato passaggio al Real Madrid, con la macchinazione di Florentino Pérez – all’epoca solo candidato alla presidenza del club blanco – che sul suo acquisto si era giocato la reputazione e la faccia. Con quel trasferimento, Figo si è tirato dietro l’odio di mezzo mondo calcistico spagnolo. Lui, però, non ha fatto un plissé. Dopo l’estate più assurda e inaspettata di tutte si è ritrovato a giocare per la squadra rivale rispetto a quella di cui era la stella. Le prestazioni in campo sempre le stesse. Era il giocatore più forte del mondo in quel momento, niente sembrava fermarlo. A dicembre ha anche vinto il Pallone d’Oro: «Vincere il Pallone d’Oro è un riconoscimento delle tue prestazioni, ma io preferisco essere più realista e stare con i piedi per terra, non pensare di essere il più forte del mondo», dice lui, che pure in quegli anni sembrava inarrestabile. E di giocatori pronti a fermarlo ce n’erano, era un’epoca di difensori di altissimo livello, soprattutto tra i terzini. «Ricordo che quando ti trovavi di fronte Maldini, Roberto Carlos, Lizarazu, per me i più forti in assoluto, era sempre una partita difficile. Perché sono veloci, sono scaltri, erano i migliori in quel momento».

L’arrivo di Figo al Real Madrid è una specie di cesura storica per il mondo del calcio, il trasferimento che ha portato l’intera industria in una nuova epoca – non solo nel nuovo millennio, in fondo era proprio il 2000. Figo è stato il primo del Real Madrid dei Galácticos, una squadra obbligata a essere e a sentirsi grande, più grande delle altre. Ogni anno una nuova stella veniva aggiunta alla rosa, prima Zidane, poi Ronaldo, fino a Beckahm e Owen. La dimostrazione che i soldi potevano davvero comprare tutto. O quasi, perché quella squadra allenata da Vicente Del Bosque minacciava un’era di totalitarismo sul calcio europeo e invece avrebbe vinto solo una Champions League e due titoli di Liga prima di disintegrarsi.

A vent’anni di distanza, rimane una squadra unica nel suo genere. «Penso che adesso dovrò regalare occhiali a tutti i Galácticos», scherza Figo. «In realtà in campo ognuno di noi sapeva cosa doveva fare per mettere le proprie qualità e il proprio ego al servizio della squadra, sapevamo che altrimenti non avrebbe funzionato». Il più forte di tutti? «Direi Ronaldo», dice senza pensarci più di tanto, come se fosse una risposta ovvia, o come se fosse impossibile metterne davvero uno sopra gli altri.

Quando è arrivato all’Inter non gli è andata poi tanto male, a guardare i nuovi compagni di spogliatoio. Anche a Milano ha incrociato la strada di diversi campioni, ma in un clima molto diverso da quello impostato e lussuoso di Madrid. «Le emozioni che ho provato da quando sono arrivato qui sono qualcosa di unico, davvero speciale, una conferma del fatto che avessi fatto una scelta giusta a livello professionale. E poi anche dopo l’addio è rimasto intatto questo rapporto con la società e la gente. E per me è un orgoglio poter tornare qua e sentire sempre l’affetto della gente per quei quattro anni. Sono stato fortunato ad avere anche compagni fortissimi, ma i più contenti erano loro che avevano trovato un giocatore di talento come me [ride, ndr]. Che poi l’Inter ha sempre avuto tanto talento a disposizione, io ho incontrato Zlatan [Ibrahimovic], Adriano, Verón, Recoba e ne sto tralasciando tanti. Abbiamo avuto un periodo vincente e quello ovviamente aiuta a stare meglio. Aiuta a creare un ambiente migliore: l’Inter era come una famiglia». Il merito forse veniva anche dalla dirigenza e dalla proprietà, quindi da Massimo Moratti, che Figo ricorda come la persona più affidabile e onesta incontrata nel mondo del calcio. E forse nella sua nuova vita da imprenditore, Figo vorrà conservare parte di quello spirito bonario e gentile che può aver carpito dall’ex patron nerazzurro.

Allora ecco che la nuova collezione firmata da Figo nasce da un’unione tra il suo spirito creativo, che gli abbiamo sempre riconosciuto in campo, e la mentalità imprenditoriale che da qualche parte covava già negli ultimi anni di carriera. «Mi piace pensare diversi modelli di occhiali, ma mi piace anche curare la parte commerciale», dice. La nuova collezione è composta da sette modelli – cinque occhiali da sole e due occhiali da vista con clip-on aggiuntivo – si ispira a un’estetica vintage reinterpretata in chiave moderna. Ogni montatura racconta la storia del design italiano, con linee decise, dettagli raffinati e l’utilizzo di materiali all’avanguardia. Il clip-on in metallo, caratterizzato da un profilo lavorato con eleganza, e alcune varianti con lenti polarizzate e cerniera flex integrata, garantiscono il massimo comfort. Ogni modello è personalizzato con il logo Lozza x LF Luís Figo all’interno dell’asta sinistra e viene fornito con un elegante astuccio nero.

Nato nel 1878, Lozza è il brand di occhiali più antico d’Italia. Tra le pagine della sua storia troviamo una tensione costante verso il futuro e l’innovazione. Nel 1983 la ditta Lozza viene rilevata con tutto il suo know-how tecnologico e le sue collezioni dal gruppo De Rigo, che a sua volta è a capo di un Gruppo leader a livello mondiale nel design, nella produzione e nella distribuzione di montature da vista e occhiali da sole di alta gamma. Il Gruppo è uno dei più importanti attori nel campo del retail dell’ottica grazie alle catene di proprietà General Optica (Spagna), Mais Optica (Portogallo), Opmar Optik (Turchia) e alla partecipata Boots Opticians (UK). «Siamo entusiasti di collaborare con il brand LF Luís Figo, un’icona dello sport mondiale che incarna perfettamente lo stile e i valori di Lozza», ha detto Barbara De Rigo, Chief Marketing Officer di De Rigo. «Questa partnership ci permette di creare una collezione esclusiva e di grande raffinatezza, che unisce la nostra expertise nella produzione di occhiali di alta qualità allo stile inconfondibile di Figo».