Éderson è diventato uno dei migliori centrocampisti d’Europa

È il cuore pulsante, ma anche una fonte creativa, della bellissima Atalanta di Gasperini.

Non c’è più margine per scrivere/parlare dell’Atalanta in termini di squadra-sorpresa, di squadra-outsider: quello di Gasperini è un gruppo che sta seduto tranquillamente al tavolo dei grandi, che ha già vinto un’Europa League e può tranquillamente aspirare a fare strada in Champions, così come a vincere lo scudetto. In virtù di questa condizione, anche i giocatori dell’Atalanta devono essere considerati per quello che sono: dei campioni, degli atleti in grado di affrontare occhi negli occhi qualsiasi avversario, dei potenziali titolari in qualsiasi squadra del mondo. In questo senso, la partita col Barcellona ha dato delle conferme importanti: l’Atalanta ha giocato a viso aperto, non si è fatta irretire dalla difesa alta e dalla qualità del Barça, ha risposto colpo su colpo ai colpi accecanti di Yamal, alla fine ha pareggiato con merito. E ha messo in mostra, per l’ennesima volta, uno dei centrocampisti più forti d’Europa: Éderson José dos Santos Lourenço da Silva.

Il gol del 2-2 è solo una parte, anche piccola se vogliamo, della prestazione scintillante del 25enne centrocampista brasiliano. Ed è questo il punto: il fatto che una gran botta dal limite, per altro dopo un dribbling secco e velocissimo su Gavi, debba essere considerata come una giocata marginale rispetto a tutto il resto, ecco, dimostra che stiamo parlando di un calciatore di primissimo livello. Per capire meglio quello che intendiamo, basta guardare gli highlitghts personali della partita giocata a Montjuïc, li trovate sotto: Éderson è stato diga e organizzatore e incursore, ha alzato e abbassato i ritmi di gioco dell’Atalanta, ha duellato alla pari – anzi: ha anche vinto molti duelli – con Pedri, Gavi e De Jong. E ha fatto tutto questo mettendoci qualità, brio, inventiva. Anche il gol annullato a Zappacosta, per dire, nasce da un gran tocco tra le linee di Éderson, bravissimo a imbucare la palla e a trovare De Ketelaere in posizione regolare.

Vale la pena perdere un minuto

Per chi segue la Serie A e le partite dell’Atalanta, tutto questo ben di dio calcistico non rappresenta una novità. Nel senso che Éderson gioca a questo livello da anni, ha iniziato a farlo fin da quando Sabatini l’ha portato alla Salernitana (era il gennaio 2022, ed Éderson era un calciatore del Fortaleza) e poi naturalmente a Bergamo si è evoluto, si è raffinato costantemente. Fino a diventare uno dei pochi inamovibili nel gioco fluido di Gasperini, fino a guadagnarsi la convocazione e le prime due presenze nella Nazionale brasiliana. Non a caso, viene da dire, quello di Éderson era uno dei nomi sussurrati dagli insider di mercato qualche settimana fa, quando si facevano le liste di possibili nuovi acquisti per la “ricostruzione” del Manchester City.

A pensarci bene, il senso di questo discorso è proprio questo: esattamente come l’Atalanta, Éderson deve essere considerato al top del calcio europeo. Non deve (dovrebbe) più sorprendere che sia decisivo in casa del Barcellona, non deve (dovrebbe) più sorprenderci che si parli di lui per il trasferimento in un club favorito d’obbligo per vincere la Champions League. In questo momento, all’apice di un percorso di crescita eccezionale, la dimensione di Éderson è esattamente questa. Lo dicono le statistiche di rendimento (solo Kolasinac e De Roon toccano più palloni di lui in tutta la rosa di Gasperini, è il migliore in quanto a passaggi lunghi e falli subiti), lo dicono gli algoritmi di Transfermarkt (al momento il suo cartellino vale 50 milioni, la seconda quota più alta dopo i 55 milioni di Lookman), lo dicono le partite della squadra di Gasperini. Anche quelle contro il Barcellona e le altre big della Champions. Anzi: soprattutto quelle.