Perché Bove non potrebbe più giocare in Serie A con un defibrillatore sottocutaneo?

I regolamenti italiani sono molto più stringenti rispetto a quelli di altri Paesi.

Il malore e il dramma (per fortuna solo sfiorato) di Edoardo Bove hanno riportato alla mente quanto avvenuto a Christian Eriksen durante gli Europei del 2021: come il giocatore della Fiorentina, il centrocampista danese – allora sotto contratto con l’Inter – accusò un grave scompenso e poi un arresto cardiaco nel corso di una partita – si trattava di Danimarca-Finlandia, esordio nel torneo per entrambe le formazioni scandinave – e riuscì a riprendersi. Le analogie, però, potrebbero non essere finite qui: la gran parte dei giornali italiani scrivono che Bove, nelle prossime ore, potrebbe subire un intervento chirurgico per l’implementazione di un defibrillatore sottocutaneo (che tecnicamente si chiama ICD, acronimo di defibrillatore cardiaco impiantabile) che possa scongiurare nuovi attacchi. Esattamente la prassi a cui è stato sottoposto Eriksen, che in seguito all’operazione ha ripreso a giocare a calcio. Prima nel Brentford, per la seconda metà della stagione 2021/22, poi nel Manchester United.

Ecco, proprio questo ricordo (ri)apre una questione significativa: in seguito al suo malore, Eriksen rimase sotto contratto con l’Inter fino a dicembre 2021. Ovvero fino a quando, dopo una visita all’Istituto di Medicina dello Sport del CONI che avrebbe dovuto restituirgli l’idoneità agonistica, rescisse consensualmente il suo rapporto lavorativo con il club nerazzurro: la visita in questione, infatti, proibì a Eriksen di riprendere l’attività sportiva nel nostro Paese. Perché la presenza dell’ICD, almeno secondo il regolamento in vigore su suolo italiano, non è compatibile con una carriera professionistica nel calcio.

In queste ore si è tornato a parlare di questa situazione, ovviamente in riferimento a quello che è successo – e che potrebbe succedere – a Edoardo Bove. Ma perché in Italia siamo così stringenti su questo punto? Come si comportano gli altri Paesi? Riguardo alla prima domanda, la normativa prevede che i giocatori a cui viene impiantato un ICD possano riottenere l’idoneità agonistica ad almeno sei mesi dall’intervento; inoltre, nel nostro Paese l’idoneità a chi ha l’ICD viene concessa solo per lavori che comportano sforzi fisici moderati, e che non prevedono contatti fisici con altre persone. Le motivazioni alla base di queste restrizioni così significative risiedono nella possibilità di recidiva, non totalmente scongiurata dall’ICD, e nell’ipotesi che un contrasto con un avversario potrebbe portare alla rottura del defibrillatore.

Come avrete intuito, il regolamento varia da nazione a nazione. In Inghilterra, dove hanno (ri)accolto Eriksen, i giocatori con ICD possono ottenere l’idoneità. Stessa cosa in Spagna, dove gioca Daley Blind: il difensore olandese del Girona, ai tempi dell’Ajax (fine 2019), uscì dal campo durante una partita col Valencia a casa di vertigini e capogiri; in seguito si scoprì che era affetto da miocardite, e per questo venne sottoposto a un intervento per l’impianto di un defibrillatore. In queste condizioni, ha potuto continuare a giocare nei Paesi Bassi (fino alla fine del 2022), poi in Germania (nella prima metà del 2023) e infine, come detto, nella Liga spagnola. Proprio il caso di Blind, però, dimostra che i timori sui possibili danneggiamenti dell’ICD non sono così infondati: nel 2020, durante un’amichevole estiva contro l’Hertha Berlino, il suo defibrillatore si spense e così il calciatore si accasciò al suolo. Solo il pronto intervento dei medici riuscì a scongiurare conseguenze più gravi. Da allora, però, Blind ha continuato a essere un giocatore professionista e non ha più accusato problemi. Esattamente come Eriksen.

Ora è chiaro come la situazione di Bove sia ancora in fase di risoluzione e, quindi, di definizione. È ancora presto per parlare di carriera finita, o di impossibilità certa che possa riprendere a giocare in Italia: in fondo non sappiamo ancora se subirà davvero l’intervento per impiantare l’ICD. In ogni caso, resta in piedi l’ipotesi per cui debba essere installato un defibrillatore, e a quel punto per lui sarà davvero difficile, nel caso, riprendere la sua carriera in Serie A. Oppure, come mostrano i casi di Eriksen e Blind, potrebbe cercare un ingaggio in un altro Paese.