Avete tutti negli occhi l’immagine di Antonio Conte che, alla fine di Napoli-Lecce, una partita tirata e vinta solo 1-0 dagli azzurri grazie a un gol di Di Lorenzo, prende tra le mani Patrick Dorgu e inizia a parlargli fitto? Non è difficile immaginare che si sia complimentato con il giocatore danese di padre nigeriano. Con il giocatore? Sì, questo termine e questa domanda sono cruciali. Perché in realtà Dorgu non ha un ruolo. O meglio: ne può fare tantissimi. Se pensiamo al Napoli, non può che giocare al posto di Oliveira. Ma la sensazione è che non ci sia così tanta differenza se Conte dovesse utilizzarlo negli ultimi metri, come vice di Kvaratskhelia. Ad ogni modo non che debba per forza finire al Napoli: parlare in questi termini era un modo per individuare quale sia la parte di campo dove Dorgu può dare il meglio di sé. Probabilmente il suo potenziale potrebbe esplodere schierandolo da quinto, da esterno in un centrocampo – a quattro o a cinque – davanti a una difesa a tre. Peraltro sta imparando a giocare anche a piede invertito. In quella posizione sa essere imprendibile e lo ha dimostrato anche contro il Venezia, quando è stato il matchwinner in una gara cruciale per i destini del suo Lecce. A soli vent’anni compiuti a fine ottobre, Dorgu è già arrivato a quota tre reti e ci vuole poco per capire che il primo acquisto di Corvino per la stagione 2024/25 sia stato proprio non cedere questo ragazzo. Che forse ad oggi assomiglia più a Destiny Udogie, ma che potenzialmente fa pensare a Cuadrado.
Dorgu va di fretta sulla fascia, ma è stato estremamente paziente nella scelta su come avviare la carriera. Questo è un aspetto cruciale. Perché ci sono squadre di alto livello, pensiamo per esempio a quelle del gruppo Red Bull, che danno ampio spazio ai giovani, che valorizzano giocatori che poi vengono seguiti e presi da tutte le big. Ma anche andare un gradino più sotto, per esempio dal maestro Corvino, uno specialista dei giovani, può essere un’ottima scelta. Il merito è anche dell’agente di Dorgu, che tra Liverpool, Barcellona e Lecce gli suggerì di scegliere proprio il Lecce: «Meglio giocare subito con i grandi, uscire dalla zona di comfort per testare le difficoltà, provare la Serie A che è campionato tosto e tattico, mettere chilometri nel serbatoio». Un pensiero saggio, davvero. Perché se Dorgu continua così ci sarà senza tempo e modo per finire in una big.
Il Lecce lo ha pagato appena 200mila euro, e questa è l’ennesima prova di quanto un grande direttore sportivo e una buona squadra di scout eccellenti siano la vera benzina di una squadra di calcio delle dimensioni dei giallorossi. Anche perché poi il lavoro di Corvino e di quelli come lui non si ferma all’acquisto del giocatore: nel caso del diesse del Lecce, parliamo di un uomo che ti sta vicino, ti aiuta, ti telefona costantemente. Pensate a Walter Sabatini: quando prese Ederson, disse che lo seguiva anche quando andava al bagno. Questo, in fondo, è senso di responsabilità: se fai spendere soldi al tuo club, poi è tuo compito far fruttare quella che è stata una tua intuizione.
Ma torniamo a Dorgu. Il Lecce ha 12 punti in classifica, e ben sette sono arrivati grazie ai suoi gol. Tradotto: più del 50%. Corvino lo ha scoperto nelle giovanili del Nordsjaelland, in Danimarca, nel 2022, quando Dorgu era già il brillante più luminoso della Nazionale danese under 19. Più o meno nello stesso periodo, il diesse del Lecce e i suoi uomini hanno scovato e preso un altro danese, Morten Hjulmand, che a quel tempo giocava in Austria. I due sono stati pagati 370mila euro e alla fine potrebbero fruttare 40-50 milioni. Avete detto plusvalenza?
Sì, esatto: quando corre, sembra che Dorgu faccia il fuoco e le scintille sotto i piedi
Appena arrivato, Dorgu ha vinto lo scudetto Primavera, un successo storico per il club salentino. D’Aversa poi l’ha lanciato in prima squadra, spostandolo progressivamente in posizione più avanzata: ne aveva intuito le potenzialità devastanti in termini di velocità, dribbling e gol. Già, proprio D’Aversa, un amico fraterno di Antonio Conte: facile pensare che i due ne abbiano parlato, per quanto oggi non c’è bisogno di essere un genio per apprezzare le qualità di Dorgu. Che, come detto, è stato paziente nelle scelte ed è una scheggia in campo. Ha già debuttato con la Nazionale danese e ha pure segnato all’esordio, contro la Svizzera, tanto per attrarre ancora di più le attenzioni su di sé. Anche a livello internazionale.
I numeri ci parlano di un giocatore con una progressione importante, che vince i duelli individuali, che ama tirare in porta. Naturalmente deve raffinarsi nei passaggi e migliorare il dato sui dribbling. La strada per diventare un esterno esplosivo però, è tracciata: il suo picco di velocità è posto a 34,5 km/h, i passaggi progressivi ricevuti sono 5,5 a partita, i duelli vinti sono il 54%, la quota dei passaggi riusciti tocca un ottimo 78%. Va meno bene quando deve superare gli avversari: i dribbling riusciti sono solo il 32%. I tiri in porta sono poco più di due a partita, un dato non così negativo per un quinto di centrocampo.
Ora la prossima sfida del Lecce sarà riuscire a tenerlo durante il mercato di gennaio. Non è difficile immaginare che, se qualche grande squadra italiana dovesse trovarsi in avanti in classifica e cercasse un esterno in grado di integrare perfettamente la propria rosa, potrebbe pensare proprio a Dorgu. Che ha dimostrato di poter fare la differenza e che conosce già il campionato. Ah, e conosce bene anche Antonio Conte, che per altro ha il vantaggio di potergli parlare il dialetto leccese.