Il gol segnato al minuto 72′ – Reijnders avvia l’azione con un meraviglioso controllo-piroetta, poi si butta dentro l’area e chiude il triangolo lungo con Leão in modo chirurgico – è solo una parte, diciamo anche una parte minima, della sontuosa partita giocata da Tijjani Reijnders al Santiago Bernabéu. Sembra assurdo, e invece è così: l’olandese del Milan ha offerto una prestazione totale, fatta di quantità e qualità in parti uguali ed enormi, è stato muro e tentacoli del centrocampo, lanciatore e rifinitore in fase offensiva, risorsa preziosa quando c’era da chiudere/concludere le manovre dei suoi compagni. Certo, il pressing sfilacciato e i reparti lunghissimi del Real Madrid hanno aiutato Reijnders – e tutto il Milan – a muoversi e a muovere bene il pallone, c’erano spazi enormi in cui galoppare o servire i compagni. Il punto, però, è che per tenere un rendimento del genere – tra poco vedremo i numeri – non bastano i problemi manifestati dagli avversari, per quanto macroscopici: occorre avere polmoni e tecnica, occorre essere mentalmente in palla e connessi con i propri compagni e con le idee dell’allenatore.
Reijnders, a Madrid, ha fatto vedere di essere/avere tutto ciò che serve, e anche di più. Ha dimostrato, una volta di più, di essere la colonna su cui si regge il Milan di Fonseca. Come detto, ci sono dei numeri piuttosto significativi in questo senso: contro il Real Madrid, l’ex giocatore dell’AZ Alkmaar ha messo insieme 51 passaggi riusciti su 52 tentati, due passaggi chiave, quattro lanci lunghi riusciti su quattro, e questo solo per quanto riguarda gli appoggi ai compagni; poi c’è il gol, di cui abbiamo già detto; infine, ma non in ordine di importanza, ci sono un contrasto vinto e una palla spazzata in area. Non saranno tantissimi, d’accordo, ma anche questa, a pensarci bene, è una buonissima notizia per il Milan.
È arrivato il momento di rivederlo, questo gol
L’idea per cui Reijnders abbia giocato una partita di estrema efficacia e qualità si può definire trasversale. Anzi: universale. In questo senso, basta leggere quanto ha scritto The Athletic in questa review tattica di Real Madrid-Milan: «Molti giocatori del Milan ricorderanno a lungo questa serata, ma il vero uomo-chiave della notte di Madrid è stato Reijnders. Che si è abbassato costantemente per ricevere il pallone dai difensori e ha saputo ribaltare velocemente il gioco. Nel secondo tempo ha mostrato un’enorme consapevolezza difensiva e ha continuato a dettare il ritmo della partita. Quando il Real Madrid ha alzato l’intensità della pressione, la sua capacità di uscire con la palla in spazi stretti ha permesso al Milan di soffrire troppo».
Le parole che avete letto sono solo una parte di un intero capitolo dedicato a Reijnders, al racconto e all’elogio della sua prestazione. Che certamente rappresenta un apice della sua stagione e della sua carriera, in fondo non è da tutti dominare al Bernabéu contro il Real Madrid, ma è coerente con l’enorme impatto che Reijnders ha sul gioco del Milan. Anche in questo caso i numeri sono significativi: Reijnders è arrivato a quota tre gol in quattro partite di Champions League, quota a cui va aggiunta la rete decisiva realizzata a Monza; sempre guardando solo alla Champions, la sua media di passaggi riusciti per match è del 96%. E in ogni partita crea più di un’occasione pericolosa (1,3, per la precisione) grazie ai suoi tocchi.
I dati non sono tutto, non lo sono mai, ma in questo caso sono indicativi. Oppure, per dirla meglio: sono eloquenti. E dicono che Reijnders è centrale e insostituibile, ma soprattutto che è un giocatore di primo livello non solo in Serie A, ma su scala internazionale. Il fatto che abbia espresso il meglio del suo repertorio contro il Real Madrid, in casa del Real Madrid, è una conferma incontrovertibile di questo assunto. E allora quando ci interroghiamo sul fatto che in Italia non ci siano tanti top player, forse, dovremmo aprire un po’ i nostri orizzonti: magari ce ne saranno meno che in passato, ma riusciamo ancora a scovarli e/o a costruirli. Ecco, Tijjani Reijnders è uno di loro.