L’Aberdeen è la miglior squadra d’Europa in questo inizio di stagione

Primo posto in coabitazine col Celtic, 13 vittorie in 13 gare stagionali.

L’ultima vittoria dell’Aberdeen, 3-2 contro gli Hearts, è arrivata in maniera rocambolesca: 1-0, 1-1, 1-2, 2-2 e gol decisivo segnato al minuto 88′ da Ante Palaversa, 24enne centrocampista croato che nel curriculum ha anche un passaggio per il Manchester City. L’esito di questa gara non sarebbe una grande notizia, se non fosse che l’Abderdeen è letteralmente la miglior squadra d’Europa, ovviamente per rendimento, in questo inizio di stagione: siamo a 13 vittorie su 13 partite giocate, di cui sette di campionato. Questo en plein, naturalmente, ha determinato il primo posto in classifica dell’Aberdeen – in condivisione col Celtic di Rodgers –  e il passaggio del turno in League Cup: ok, niente di eclatante o di definitivo, ma si tratta in ogni caso di un grande ritorno ad alti livelli. Per chi non lo sapesse, infatti, stiamo parlando di una grande storica del calcio scozzese che ha anche vissuto un periodo di nobiltà europea: l’Aberdeen non è mai retrocesso in seconda divisione, in bacheca ha due trofei europei (la Coppa delle Coppe 1982/83 e la successiva Supercoppa Europea) e a tutt’oggi resta l’ultima squadra capace di spezzare il duopolio imposto da Celtic e Rangers sulla Premiership, grazie al successo in campionato del 1985 – queste imprese riuscirono a un giovane manager che poi ha avuto una discreta carriera: Sir Alex Ferguson.

In realtà nel periodo in cui i Rangers hanno dovuto risalire la piramide calcistica causa fallimento, quindi tra il 2014 e il 2020, l’Aberdeen era ritornato a essere come la seconda forza del campionato. Ma è vero pure che, nel frattempo, l’Atlanta United aveva investito in una partnership strategica con il club scozzese: sì, insomma, l’Aberdeen era diventato una sorta di squadra satellite di una franchigia MLS, segnando uno storico ribaltamento di ruoli e gerarchie. Inoltre, come se non bastasse, la stagione 2023/24 si è conclusa con la mancata qualificazione al gruppo playoff della Premiership, di conseguenza l’Aberdeen ha partecipato al gironcino finale per non retrocedere – non ha materialmente corso il rischio di perdere la categoria, ma di certo non è stata una grande annata.

Ecco perché lo storico exploit di quest’anno – 13 vittorie iniziali in tutte le competizioni sono il nuovo record assoluto per una squadra scozzese – sta facendo un bel po’ di rumore. Ma a chi vanno i meriti di questa rinascita? Secondo il manager Jimmy Thelin, arrivato dall’Elfsborg qualche mese fa, «i miei giocatori hanno il fuoco negli occhi. Ma anche la spinta dei nostri tifosi è stata fantastica». Tra i calciatori, i nomi da segnalare sono quelli di Pape Habib Guèye, attaccante senegalese autore di sei gol in otto partita, dell’esterno slovacco Ester Sokler, dei terzini Nicky Devlin e Jack MacKenzie, l’anima scozzese della squadra. Sì, esatto: nell’Aberdeen non c’è nessun giocatore molto conosciuto a un pubblico manistream. Ma questo, in fondo, rende la storia ancora più bella, ancora più interessante.

È chiaro: se ci proiettiamo verso il resto della stagione, è difficile immaginare che l’Aberdeen possa realmente contendere il titolo al Celtic. Ma il prossimo turno sarà quello dello scontro diretto, e l’atmosfera intorno al club è carichissima. Il tecnico Thelin, dopo la vittoria contro gli Hearts, ha detto che «abbiamo una fame enorme, il nostro stadio pulsava di passione. La sfida contro il Celtic? Possiamo e dobbiamo migliorare ancora, e questo passaggio dipende da me e dal mio staff». Tra due settimane, di mezzo naturalmente c’è la sosta per le Nazionali, la partita del Celtic Park dirà qualcosa in più su questo inatteso duello al vertice del calcio scozzese.