Per un po’ di tempo, la vittoria colta a Lipsia verrà ricordata come una piccola grande impresa, nell’ambiente-Juve. Per tanti motivi: è arrivata in trasferta contro una squadra giovane e di qualità, è arrivata in rimonta e in dieci contro undici, è arrivata grazie a dei gol particolarmente belli. E poi è stato un successo rocambolesco ma anche meritato, nel senso che la squadra di Thiago Motta ha espresso un calcio mai rinunciatario, sempre proiettato non solo a contenere gli avversari, ma anche ad attaccarli, nonostante la situazione di inferiorità numerica. Ecco, proprio questa condizione ha determinato un’inevitabile sofferenza in alcuni segmenti della partita giocata alla Red Bull Arena. Ed è in quei momenti che Pierre Kalulu è stato determinante, anzi decisivo. Grazie alle sue doti puramente difensive ma anche in altri modi.
Ma andiamo con ordine, partiamo cioè dall’inizio: Kalulu è stato schierato dall’inizio accanto a Bremer, come centrale di destra di una linea a quattro. In quel ruolo normalmente gioca Federico Gatti, che però era ed è reduce da un problema muscolare, e quindi ieri sera è partito dalla panchina. Per Kalulu, quella di Lipsia è stata la quinta gara disputata da titolare in stagione, la terza in questo ruolo dopo le prime due da laterale destro della difesa a quattro. E il suo rendimento è cresciuto match dopo match, fino a raggiungere livelli assoluti nell’occasione più importante: in Germania, l’ex difensore del Milan ha messo insieme 11 eventi difensivi totali, record tra tutti i giocatori scesi in campo alla Red Bull Arena. E non solo: la sua estrema precisione nei passaggi (68 riusciti su 69 tentati, anche questo primato assoluto della gara) è stata utilissima alla Juve per l’uscita pulita dal basso, per allentare la pressione del Lipsia nei periodi più caldi.
Come succede in tutte le grandi partite, e vale per le squadre come per i singoli giocatori, oltre ai numeri ci sono i momenti. Vale a dire delle giocate che danno o comunque restituiscono il senso di tutto, danno compiutezza alla serata rendendola indimenticabile. Nel caso di Kalulu contro il Lipsia, abbiamo l’imbarazzo della scelta: potremmo andare a riprendere la falcata imperiosa con cui ha dato il via all’azione del gol del 2-3, finalizzata poi da uno spunto fulminante di Conçeicão. Oppure, ancora meglio visto che parliamo di un difensore, ci sarebbe l’incredibile salvataggio in tackle su un tiro di Nusa: siamo nel finale, il Lipsia attacca a pieno organico e la Juve si difende con i denti; Xavi Simons taglia il campo da sinistra, palla aperta dall’altra parte su Nusa, diagonale a botta sicura che però si infrange sulle gambe del difensore francese, velocissimo a scivolare sul terreno di gioco per chiudere lo specchio della porta. Ecco le immagini:
Niente niente male
Ci sarebbero altri highlights interessanti: un secondo salvataggio su Openda al minuto 86′, gli anticipi tentati e riusciti sull’attaccante belga, su Sesko, su tutti i giocatori del Lipsia che hanno provato a entrare in area passando dalla sua parte – che poi è diventata il centrosinistra, verso che Bremer è stato sostituito da Gatti causa infortunio. Ma forse l’immagine più significativa della serata di Pierre Kalulu, intendiamo lui e non noi che abbiamo guardato la partita, è l’intervista rilasciata a partita finita ad Amazon Prime Video: quando il giornalista gli ha detto che «molti avevano dimenticato che fossi un grande giocatore? », il difensore della Juve ha risposto che «forse tu [il giornalista] te ne eri dimenticato».
È una risposta importante, dice tanto sul momento di Kalulu e anche della Juve: il difensore francese sembra aver ritrovato non solo una buona forma fisica, ma anche una squadra/contesto che gli permette di esprimersi al meglio delle sue potenzialità. Da qui è facile spostare il discorso sul lavoro di Motta, sui buoni riscontri avuti in questo avvio di stagione, sulla sensazione che la squadra bianconera sia entrata in una fase nuova e molto promettente, per i risultati ottenuti ma anche per il modo in cui stanno arrivando. E cioè attraverso un calcio che valorizza le qualità dei giocatori in rosa, con i normali alti e bassi del caso ma anche con un’evidente percezione di crescita, di progressione in atto. Da questo punto di vista, la prestazione di Kalulu a Lipsia è un punto di arrivo ma anche di partenza. Per lui, che aveva bisogno di rinascere dopo due stagioni difficilissime, e per tutta la Juve.