«Ho firmato un nuovo contratto quest’estate». «Davvero?». «Sì, con il mio nuovo marito». Applausi e urla di giubilo in studio. Poi un richiamo all’art director dietro le quinte: «Hai presente quelle grafiche che mettete voi a inizio puntata quando introduco tutti? Come disse Jay-Z, permettetemi di reintrodurmi: il mio cognome, Abdo, va via, e scrivete così: S-C-O-T-T, Scott, Kate Scott». La conduttrice televisiva Kate Scott ha annunciato in diretta tv di essersi sposata, quindi di aver cambiato cognome, con lo stesso tono di chi parla durante un pranzo della domenica davanti ai parenti. Solo che lo ha fatto durante la prima puntata stagionale di UCL Today, due settimane fa, al tavolo con Thierry Henry, Jamie Carragher e Micah Richards. Il contesto sembra quello di una conversazione tra amici. E in effetti è una conversazione tra amici, ma è anche il programma sulla Champions League di CBS Sports Golazo, nonché la trasmissione di punta sul calcio negli Stati Uniti (anche se si gira a Londra).
Nel programma c’è un clima familiare e professionale allo stesso tempo, con i quattro moschettieri che negli ultimi due anni hanno costruito un’intesa quasi contagiosa. Henry, Carragher – che è anche una buona penna per il Telegraph – e Micah Richards scherzano come buoni amici durante un aperitivo e offrono un intrattenimento piuttosto raro, difficile da trovare in altri programmi sportivi. Dei tre, Henry è quello sempre sul pezzo, quello che vuole cadere sempre in piedi, anche quando messo alle strette, forte anche di una carriera da giocatore migliore dei colleghi; Carragher più spesso è il guascone scherzoso, quello che sa immedesimarsi nella parte del tifoso quando c’è di mezzo il Liverpool, e quello di cui si sentono più forte le risate in sottofondo nei momenti di cagnara; Richards è il principale bersaglio di scherzi e gag, bravissimo a modulare il tono sulla frequenza “cane bastonato” ma sempre il primo a fare autoironia se c’è bisogno: tutte le volte che può, Kate Scott cita le bacheche ricchissime di Henry e Carragher per mandare in crisi Richards che invece non ha vinto granché in carriera.
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Il cameratismo di tre ex calciatori è un elemento chiave dell’equazione, le battute da spogliatoio sono una calamita per il grande pubblico, per chi conosce l’ambiente anche solo a un livello amatoriale. Poi però c’è il coordinamento di Kate Scott, abile a schiacciare l’interruttore serio/faceto nel momento più opportuno. Il giorno dopo l’annuncio del matrimonio, la presentatrice britannica ha fatto una gag non voluta, dimostrando di non essersi del tutto abituata al suo nuovo nome, facendo confusione tra Abdo e Scott. Un piccolo inciampo, vissuto in studio quasi come una battuta – magari era proprio scritto nel copione – e da cui si è ripresa subito: sintomo di una preparazione e di una capacità di improvvisazione da professionista della comunicazione. È lei il collante che tiene tutto insieme in un programma in cui darsi di gomito e toni confidenziali sono reagenti critici nella chimica di squadra. «Il nostro è uno show piuttosto spensierato», ha detto Carragher a The Athletic. «È Kate decidere quando spingere sull’acceleratore, io stesso dico cose che altrove non mi sentirei di dire, ma abbiamo un rapporto per cui sappiamo di farla franca quasi con qualsiasi cosa».
CBS Sports Golazo sta rivoluzionando la copertura del calcio negli Stati Uniti. E con UCL Today (noto anche come Champions League Today) applica una formula conosciuta. In fondo, è un format che la tv americana già conosce. È quello che va in onda da anni con Inside the NBA, lo show di Tnt sul basket condotto da Ernie Johnson, affiancato da Kenny Smith, Charles Barkley e Shaquille O’Neal (citati rigorosamente in ordine di apparizione nel programma). Il format di CBS Golazo ha una struttura molto simile e l’approccio dei pundits – gli opinionisti, quelli che a volte qui chiamiamo talent – è lo stesso: una specie di riproduzione in giacca e cravatta delle dinamiche di spogliatoio.
È la vecchia Bobo Tv fatta bene. Questa può sembrare una provocazione, ma i punti di contatto sono molti. In Italia le discussioni lunghissime tra Vieri, Adani, Cassano e Ventola sono diventate subito riconoscibili per il loro chiacchiericcio sconclusionato da bar. Adesso c’è Viva el Futbol, uguale ma senza Vieri, quindi con un’aria più triste e decadente. È uno stravolgimento dei vecchi modi di parlare di calcio, con nuovi linguaggi, con l’analisi ma anche ridendo e prendendosi in giro, uno stile informale e un po’ cazzaro. A Golazo sembra funzionare tutto a meraviglia, forse perché rispetto alla Bobo Tv c’è il budget di una grande produzione, con l’impostazione della piattaforma potentissima di Paramount a rendere tutto un filo più istituzionale.
La principale differenza rispetto alla fierezza e alla solennità dei nostri programmi sulla Champions, è che la tradizione calcistica e giornalistica dello sport americano è pensata per essere un prodotto ibrido, trasversale, un po’ intrattenimento e un po’ commento, analisi, informazione. In questo spezzone ad esempio Henry viviseziona le capacità di definizione di Mbappè, soffermandosi su postura, tocchi, angolazione delle spalle e ogni dettaglio della biomeccanica per spiegare cosa rende speciale l’attaccante francese. Qui invece dice in cosa può migliorare Haaland per diventare davvero inarrestabile:
In effetti Thierry Henry è uno dei pochi che potrebbe fare una masterclass a Erling Haaland
In alcuni momenti il tempo si dilata, il ritmo rallenta e si aggiunge una gravitas apparentemente aliena alla trasmissione, con panoramiche sull’evoluzione del gioco o sullo stato del calcio europeo. Ad aprile 2023, dopo gli ululati e gli insulti razzisti dei tifosi della Juventus a Lukaku, Henry e Micah Richards si sono lanciati in una lunga conversazione sul razzismo negli stadi e in campo. «Dopo quello che ha sentito, Lukaku segna e mette a tacere la folla e si becca un cartellino giallo? Davvero?», ha detto Henry, prima di rivolgersi direttamente all’arbitro, Davide Massa: «Abbi un po’ di empatia. C’è un ragazzo che viene insultato e se ne sta lì in piedi in modo stoico. Sì, era arrogante e spavaldo, ma l’ha fatto di nuovo stasera (contro il Benfica, ndr). Ha preso un cartellino giallo? No, ma è lo stesso festeggiamento. E la federazione italiana che non gli toglie il cartellino giallo non sta usando il buon senso».
Sempre Herny, ancora imbeccato da Micah Richards, ha parlato del fardello di essere la stella della squadra, e del peso degli errori e delle sconfitte, una roba da perderci il sonno anche anni dopo. Cita anche il rigore sbagliato da Trezeguet nella finale dei Mondiali del 2006. «La gente ti ricorda per quella singola cosa negativa». Sono conversazioni che sarebbero difficili da tirare fuori anche in un’intervista faccia a faccia, invece durante UCL Today sono parte della conversazione, fluiscono naturalmente. E se il tema del momento è il sovraffollamento dei calendari, dei rischi per i giocatori, di cosa l’industria del calcio è disposta a fare pur di aumentare le entrate, allora bisogna mettere una parola anche su questo, in un discorso serio, puntuale, equilibrato. «La Coppa del Mondo per club che si giocherà alla fine di questa stagione dovrebbe essere una competizione piena di hype, ma nessuno la vuole giocare, nessuno si sta emozionando. Perché non puoi dire ai giocatori che avranno solo un anno ogni quattro in cui non giocheranno costantemente per 12 mesi e sperare che reagiscano bene», ha detto Carragher.
Molto spesso queste dissertazioni non ci arrivano. A noi arrivano solo frammenti, quasi sempre i momenti comici, le gag o i giochi. La parte caciarona. Perché passa tutto sui social e tutto deve essere declinato secondo i criteri di istintività e sorpresa in clip di pochi secondi, qualche minuto al massimo. Allora vediamo i quiz in cui si deve indovinare la nazionalità del club guardando solo il logo, i quattro giocano a “Hi, my name is” con una rimonta spettacolare di Henry, Del Piero che fa un’imitazione di Carragher, o magari vediamo Lukaku che dopo la semifinale di ritorno in Champions si ferma a parlare partecipando a tutte le gag e testando l’italiano di Micah Richards.
Ormai siamo di fronte a un vero e proprio genere letterario
Questi sono gli highlights della trasmissione e hanno un’altra vita dopo la diretta, con più risonanza e visibilità. Diventano meme, tormentoni, cultura popolare. «CBS Sports Golazo è un red carpet o un salotto a cui si vuole partecipare a tutti i costi, uno show che si avvicina più a un late night, per la continua alternanza di scherzi e di un linguaggio divertente che sembra essere pensato per un pubblico molto più ampio e non solo televisivo», aveva scritto Tommaso Berra su Nss. La CBS dice che la sua copertura della Champions League ha fatto più di 3,5 miliardi di visualizzazioni video sui vari canali social la scorsa stagione, la maggior parte delle quali da UCL Today.
Per quanto a volte possa sembrare un circo o un circolo di cazzari, che si presentano come tali in maniera esplicita a differenza di certi programmi calcistici con una serietà solo pretesa, in fondo è una bella proposta di infotainment calcistico. Si vede ovunque, si fa notare, piace. E forse è quello di cui c’era bisogno per far arrivare il calcio anche a quelle generazioni che lo seguono a contenuti spezzettati, in pillole da trovare in mezzo a uno scroll.